Escluso dal concorso e licenziato dopo 4 anni di insegnamento per mancanza di titolo di accesso. Lettera

Escluso dal concorso e licenziato dopo 4 anni di insegnamento per mancanza di titolo di accesso. Lettera

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Inviata da Luca Di Battista – Gentili, scrivo a voi nell’intento di voler sensibilizzare colleghi o lettori riguardo i criteri di esclusione dalla procedura concorsuale e relative conseguenze annesse. Il mio caso non è l’unico della sua specie ma di certo meriterebbe una riflessione approfondita da parte degli organi competenti.

Sono (ero) un insegnante tecnico pratico iscritto (oramai non più) alla classe di concorso B022 – Laboratori di tecnologie e tecniche delle comunicazioni

multimediali, nel 2017 effettuai la mia prima iscrizione in graduatoria e su suggerimento della sindacalista che mi seguì nella compilazione della domanda decisi di iscrivermi su due graduatorie, per esattezza la B014 e la B022.

Il mio percorso formativo è sempre stato piuttosto “variopinto” così dopo un diploma da Geometra mi laureai in Storia (triennale), alla fine però decisi di

seguire le mie passioni e frequentai un corso biennale di Multimedia Design (qualifica IFTS).

All’epoca dell’iscrizione nelle graduatorie non avevo nessuna conoscenza riguardo ai titoli e alle tabelle di riferimento e così mi affidai a chi per esperienza ne sapeva certamente più di me.

Per la B014 era sufficiente il mio diploma, per la B022 mi avveleno di un titolo congiunto ovvero al titolo generico (diploma Geometra) aggiunsi la qualifica di grafico ottenuta con il corso biennale.

La mia prima sede nelle graduatorie fu Bologna (poiché vivevo e lavoravo lì come grafico freelance), il mio primo incarico da insegnante però arrivò a

Ferrara (chiamata interprovinciale). Ho continuato a lavorare a Ferrara altri quattro anni, due con chiamate interprovinciali e altri due dopo l’inserimento in GPS con cambio di provincia.

Nel 2020 mi iscrissi al Concorso Ordinario e in questo 2022 ho completato le prove superando il concorso e risultando quinto nella graduatoria di merito.

A distanza di alcune settimane dalla pubblicazione della graduatoria ricevo una telefonata dalla mia D.S., pare ci possano essere dei problemi con i miei titoli di accesso, a me sembrò strano avendo appena ricevuto la convalida dell’USR e in precedenza (si presume) quella dell’UST (necessaria per l’iscrizione in GPS) e della scuola capofila per le precedenti graduatorie di istituto.

Al telefono la mia vecchia scuola capofila mi conferma quanto anticipatomi, è appena stato emesso (dopo un confronto con l’USR e con un ritardo di circa cinque anni) un decreto di non convalida da parte della scuola relativa all’iscrizione in graduatoria 2017-2020.

Le conseguenze sono terribili e inevitabili, nell’arco di pochi giorni ricevo l’esclusione dalla vittoria del concorso, depennamento dalla graduatoria di

merito, rettifica sul decreto di verifica per iscrizione in GPS, cancellazione dalle stesse GPS, cancellazione dei titoli di servizio (per tutte le graduatorie nelle quali erano stati utilizzati), licenziamento.

Vi lascio immaginare i miei sentimenti, quattro anni di lavoro e un concorso vinto polverizzati senza alcuna possibilità di recupero.

Avvocati e sindacati consultati non hanno avuto esitazione, non c’è modo per potersi appellare.

Seppur atroce hanno agito a norma di legge, il mio titolo congiunto (IFTS) non trova riscontro tra i titoli inclusi nella Tabella B relativa ai titoli di accesso.

Sarebbe stata necessaria una qualifica biennale ITS (Istruzione Tecnico Superiore) e non IFTS (Istruzione Formazione Tecnico Superiore), i due percorsi

conferiscono due livelli di qualifica diversi (uno di V livello, l’altro di IV livello) seppur riscontrino attiguità.

Conosco perfettamente le mie competenze e so che sono di gran lunga al di sopra di quelle richieste per poter insegnare suddette materie, la vittoria del

concorso e la posizione in graduatoria ne sono testimonianza. Ciò che mi perplime è il modus operandi e l’inflessibilità di certi provvedimenti.

La vita di ogni precario della scuola (e non) è difficile, è fatta di sacrifici e difficoltà e l’ottenimento di un risultato come la vittoria di un concorso porta

finalmente positività dopo anni di instabilità emotiva e finanziaria.

Veder cancellato tutto con un colpo di spugna ha un impatto devastante sulla propria vita e prospettiva.

Di fatto sono fuori dalla scuola poiché senza titoli di servizio mi sarà pressoché impossibile ricevere alcuna chiamata per le supplenze sia per la B014 sia per il sostegno e neppure sul personale ATA. A questo si aggiunge la frustrazione di essere escluso dall’insegnamento delle materie che amo e per le quali provo predisposizione e vocazione.

Prima di essere un insegnante sono stato a lungo un professionista con un portfolio clienti di tutto rispetto dunque oltre alle mie conoscenze ho cercato di portare nei miei laboratori tutte le competenze acquisite negli anni di esperienza maturati sul campo. Nella scuola inoltre ho ricoperto ruoli di

responsabilità (coordinamenti di classe e di indirizzo) e non poter far valere nulla di tutto questo è davvero sconsolante.

Quando parlo di inflessibilità della normativa il mio pensiero va soprattutto al muro di gomma che l’amministrazione applica e dietro il quale spesso si

nasconde.

Avendo superato un concorso e quindi avendo ottenuto una verifica completa delle mie competenze da parte di una commissione ministeriale sono indubbie le mie capacità e conoscenze, perché quindi non prevedere una casistica per chi (come me) non avendo prodotto dichiarazioni mendaci ha svolto il proprio lavoro anche a causa della negligenza o inadempienza degli uffici e delle segreterie?

Perché non è possibile congelare almeno i titoli di servizio fino al raggiungimento dei titoli richiesti?

Infine perché non si prende in considerazione il percorso del docente? Come è arrivato ad ottenere quattro contratti consecutivi? Quali sono state le

disfunzioni e le responsabilità? (Ricordo che il mio fascicolo è passato al vaglio di due segreterie d’istituto, un ufficio provinciale e un ufficio regionale)

Ma soprattutto perché non si valutano le conseguenze drammatiche di questi provvedimenti?

Negli anni di lavoro non ho mai pensato che i miei titoli potessero essere sbagliati, solo un folle si sarebbe iscritto ad un concorso pubblico ben sapendo

le conseguenze del caso. Per legittimo affidamento credevo che li avessero controllati e giudicati positivamente, un provvedimento così tardivo risulta

fortemente impattante sulla vita di una persona e di un insegnante.

E’ grave che questo possa succedere (la normativa di autotutela andrebbe quanto meno integrata da una casistica) e che l’unico a pagarne le conseguenze sia il medesimo.

Qualcuno di voi dirà: senza titoli di accesso hai avuto la fortuna di lavorare per quattro anni, non ti basta?

No! Non mi basta perché in buona fede credevo di essere in regola e con i titoli per poter insegnare ( dopotutto ho superato un concorso che non ha visto molti vittoriosi) e se solo avessi saputo prima avrei agevolmente completato i miei titoli per potermi presentare alle iscrizioni in GPS in regola sostenendo poi il concorso senza pericoli.

L’autotutela è un principio che mette al riparo il sistema e danneggia chi ne è fuori o non ne fa più parte.

L’individuo cessa di essere una persona e torna ad essere un individuo, paga il conto salato lasciato sul tavolo dagli altri commensali.

È il modo con il quale la burocrazia sigilla e mostra i muscoli.

La scuola perde un docente con anni di esperienza, i ragazzi e le famiglie quella continuità didattica che oramai è lasciata al caso, io un lavoro che ho sempre svolto con entusiasmo e serietà.

L’augurio è di riuscire a cavarsela nonostante tutto, l’attualità è un buco enorme di frustrazione e sconforto.

, 2022-08-17 15:21:00, Inviata da Luca Di Battista – Gentili, scrivo a voi nell’intento di voler sensibilizzare colleghi o lettori riguardo i criteri di esclusione dalla procedura concorsuale e relative conseguenze annesse. Il mio caso non è l’unico della sua specie ma di certo meriterebbe una riflessione approfondita da parte degli organi competenti.
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