Sessantotto anni, si definisce femminista e promette di dedicare le sue energie alla natalità, «per ridare alla maternità il prestigio e la centralità che le spettano» Eugenia Roccella, 68 anni, è la nuova ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità. Figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, Franco Roccella, e della pittrice e femminista Wanda Raheli, la deputata di Fratelli d’Italia ha mosso i suoi primi passi in politica a sinistra partecipando da leader, nei primi anni ‘70, al Movimento di Liberazione della donna, diventando, tra l’altro portavoce delle battaglie per l’aborto. E femminista lei si definisce ancora oggi, tanto da dichiarare: «Il primo femminismo non era agganciato alla sinistra, l’idea era di un’oppressione che attraversava tutto e c’era la ricerca di una sorellanza trasversale». Nel 1979 fu candidata alla Camera dei Deputati, senza successo, per il partito Radicale ma negli anni ‘80 si allontanò da quel mondo in dissenso con battaglie che riteneva stessero portando alla «distruzione dell’individuo», a partire dalla questione antropologica e dall’idea di «una libertà senza limiti» in cui «tutto diventa diritto anche a costo di trasformare le donne in contenitori come avviene nella maternità surrogata». A quel punto Roccella passa 20 anni lontana dalla politica attiva dedicandosi soprattutto alla cura dei due figli, dei genitori, di una grande famiglia di cui era il riferimento, ma rimane presente nel dibattito culturale scrivendo articoli per «l’Avvenire», «il Foglio» e «il Giornale» soprattutto sulla biopolitica e le trasformazioni introdotte dalle biotecnologie in materia di procreazione. Nel 2007 è portavoce insieme con Savino Pezzotta del Family Day, la manifestazione di «sostegno alla famiglia formata da un uomo e una donna» organizzata per il 12 maggio dall’associazionismo cattolico. Nel 2008, senza mai prendere tessere di partito, viene eletta con il Pdl e diventa sottosegretaria al Welfare e poi alla Salute. Dopo un breve passaggio nel Nuovo Centrodestra di Alfano, fonda insieme a Gaetano Quagliariello ed altri il movimento Identità e Azione. Nel 2018, però, non viene rieletta in Parlamento. Negli ultimi anni l’avvicinamento a Giorgia Meloni: «È la prima vera leader donna, che ha rischiato — ha spiegato in un’intervista —, si è messa in gioco e ha raggiunto questo traguardo con le proprie forze. Penso a lei come a un premier che sa decidere ma anche ascoltare». E si dice che la nuova presidente del Consiglio tenga in alta considerazione le sue opinioni. A partire da quell’idea del «materno come forza delle donne», un ruolo che racchiude in sé «competenza, cura, concretezza, attenzione, sviluppo delle reti»: quello che, per Roccella, dovrebbe essere e rappresentare la politica. Sicuramente da ministra della Famiglia si dedicherà molto alla questione della denatalità: «In Italia le donne non fanno più figli, ma questo sembra non preoccupare la sinistra — ha dichiarato —. Invece dovremmo chiederci se davvero il desiderio di maternità è crollato, oppure, come ha detto più volte il Papa, se la verità è che la maternità è ostacolata in mille modi. Vorrei prima di tutto occuparmi delle donne e della maternità. Penso che ci sia molto da fare per ridare alla maternità il prestigio e la centralità che le spettano e rendere alle donne molto più facile assecondare il proprio desiderio di un figlio senza fare gravose rinunce». Il che, per lei, non vorrebbe assolutamente dire riportare le donne al ruolo di «angeli del focolare» ma valorizzare, seguendo il «femminismo della differenza«, «la potenza simbolica e vitale del materno, dalla capacità delle donne, da sempre, di fare la storia umana, quella della quotidianità, imperniata sulla cura delle relazioni». E, per rimanere in tema, all’inizio del prossimo anno Roccella pubblicherà per i tipi di Rubettino il libro «Una famiglia radicale» che racconta la sua storia e quella dei suoi genitori. 21 ottobre 2022 (modifica il 21 ottobre 2022 | 19:41) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-21 17:30:00, Sessantotto anni, si definisce femminista e promette di dedicare le sue energie alla natalità, «per ridare alla maternità il prestigio e la centralità che le spettano», Monica Ricci Sargentini