Russi in fuga, i Paesi baltici e dell’Est chiuderanno i confini. Ma Michel apre ai visti umanitari

Russi in fuga, i Paesi baltici e dell’Est chiuderanno i confini. Ma Michel apre ai visti umanitari

Spread the love

La gestione delle richieste di asilo dei disertori russi sarà sul tavolo della riunione convocata lunedì a Bruxelles dalla presidenza ceca dell’Ue

Dalla nostra corrispondente

BRUXELLES – L’accoglienza dei russi che scappano dall’arruolamento rischia di diventare un caso nell’Ue. Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia chiuderanno le porte ai cittadini russi in fuga per sottrarsi alla mobilitazione annunciata dal presiedente Vladimir Putin: non accetteranno le richieste di asilo.

La Finlandia chiuderà i confini ai turisti russi «per ridurre significativamente il numero di persone in arrivo in Finlandia dalla Russia», ha spiegato il presidente Sauli Niinistö. La Repubblica ceca tratterà questi casi come normali visti e non come visti umanitari (è stata il primo Paese Ue a sospendere il rilascio dei visti ai cittadini russi già dal 25 febbraio scorso). L’Ungheria, invece, terrà i confini aperti non solo agli oppositori di Putin ma anche ai turisti russi, nonostante la decisione a livello Ue di rendere più difficile il rilascio dei visti di questo tipo.

Mentre la Germania chiede una soluzione coordinata a livello europeo anche se la ministra dell’Interno Nancy Faeser ha ricordato che «i disertori che rischiano una pesante repressione ricevono di regola protezione internazionale in Germania».

«È una questione nuova, che stiamo monitorando», ha spiegato venerdì il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer, ricordando che «c’è già un quadro che garantisce la richiesta di asilo per le persone che pensano di averne diritto». La compattezza dell’Unione rischia di essere messa duramente alla prova.

La gestione delle richieste di asilo dei disertori russi sarà sul tavolo della riunione per il meccanismo di risposta politica integrata convocata lunedì dalla presidenza ceca dell’Ue. Il rischio è che i Paesi Ue vadano in ordine sparso. Tuttavia il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si è detto a favore «in linea di principio» ad aprire le porte dell’Ue ai russi in fuga dalla mobilitazione. Lettonia, Estonia e Polonia hanno annunciato che non accetteranno quelle domande d’asilo per motivi di sicurezza nazionale e le regole di Schengen permettono di negare l’accesso per questioni di sicurezza interna e di ordine pubblico.

Ma esiste anche il diritto all’asilo per chi si oppone a un regime. Il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha affidato a Twitter il suo pensiero: «I russi dovrebbero restare e combattere. Contro Putin». Per il ministro degli Esteri della Repubblica ceca, Jan Lipavsky, «coloro che fuggono dal Paese perché non vogliono adempiere agli obblighi imposti dal proprio Stato non soddisfano le condizioni per un visto umanitario». Eppure «il fatto che molti russi non vogliano partecipare alla guerra è un buon segnale», ha messo in evidenza il portavoce del cancelliere tedesco, Steffen Hebestreit, ma bisogna trovare «una soluzione sostenibile» con gli altri partner europei. «In tutte le richieste di asilo si dovrà verificare che ci sia stata effettivamente una diserzione», ha precisato Hebestreit, aggiungendo che è necessario accertare che chi chiederà di essere accolto non si muova in Europa su mandato di Mosca.

24 settembre 2022 (modifica il 24 settembre 2022 | 13:18)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-09-24 13:42:00, La gestione delle richieste di asilo dei disertori russi sarà sul tavolo della riunione convocata lunedì a Bruxelles dalla presidenza ceca dell’Ue, Francesca Basso

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.