di Andrea Laffranchi
Alla Reggia di Venaria il «turquoise carpet», la prima sfilata ufficiale degli artisti in gara. Ovazioni e cori dei fan per Mahmood e Blanco
Non sono soltanto i bookmaker a puntare sulla vittoria dell’Ucraina. Mahmood, che rappresenta l’Italia insieme a Blanco dopo la vittoria al Festival di Sanremo, lo aveva detto chiaro nei giorni scorsi: nemmeno la vittoria di 20 Eurovision Song Contest può valere la pace. Sentimento condiviso con altri concorrenti. Ieri il via ufficiale alla manifestazione con il red carpet (diventato turquoise per ragioni di sponsor) alla Reggia di Venaria. Quaranta artisti hanno sfilato con le delegazioni nazionali, diretta su RaiPlay condotta da Gabriele Corsi, Mario Acampa e Carolina Di Domenico, e bandiere al vento a colorare un pomeriggio con il meteo incerto.
Il suono della guerra in Ucraina copre quello delle canzoni. Ochan, rappresentante della Polonia, aveva una doppia spilla sulla giacca, una con la bandiera della sua nazione e una dell’Ucraina: «Sono orgoglioso di rappresentare il mio Paese che sta dando riparo a tanti rifugiati. Cantare non è abbastanza, loro hanno bisogno di molto di più e spero che possano tornare a casa in sicurezza». E anche le Systur, tre sorelle — bionda, rossa e mora — in rappresentanza dell’Islanda, hanno lanciato un messaggio pacifista intonando a cappella «Imagine» di John Lennon. «Siamo onorati di ospitare questo evento anche per il messaggio di pace e fratellanza europea che lancia in un momento così complicato dalla guerra in Europa», ha detto il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.
Sentono la solidarietà i rappresentati di Kiev, la Kalush Orchestra, in gara con «Stefania», canzone fra rap e folklore dedicata alla mamma del leader, ma con una lettura più ampia alla luce della guerra: «È molto importante per la cultura ucraina farsi vedere, mostrare quanto è identificabile, quanto è unica. Stiamo facendo il meglio che possiamo per rappresentare il nostro Paese al meglio». Insomma, parte così l’Eurovision, arrivato in Italia dopo la vittoria del 2021 dei Måneskin. In gara ci sono 40 artisti , sarebbero stati 41 ma la Russia è stata esclusa a seguito dell’invasione; martedì e giovedì le due semifinali che manderanno alla serata finale di sabato 10 artisti ciascuna, ai quali si affiancheranno i Big F ive — Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito —, le nazioni che hanno fondato l’Eurovisione negli anni 50.
Allora l’idea era quella di ricostruire l’Europa dalle macerie della Seconda guerra mondiale: dopo anni di circo trash, in questa edizione c’è un messaggio importante. C’è tanta Italia, non solo perché siamo il Paese ospite. E quindi i conduttori sono nostri: Laura Pausini, Alessandro Cattelan e, consideriamolo adottivo, Mika. Anche in gara. Non solo Mahmood e Blanco con «Brividi», secondo posto per gli scommettitori, la cui sfilata sul red carpet è stata vivacizzata da una protesta ambientalista di Extinction Rebellion. «Cantare live è l’esperienza più bella», ha detto Blanco.
Achille Lauro ha staccato il biglietto passando da San Marino. Sul palco presenterà «Stripper» cavalcando un toro meccanico, ribattezzato, mistero sul perché, Roberto. «Siamo frutto delle nostre influenze, il passato fa quello che siamo oggi ed è giusto che nella mia canzone si sentano grandi nomi della musica», ha detto. I colori di Malta saranno difesi da Emma Muscat. Lei è maltese ma il pubblico italiano l’ha conosciuta ad «Amici». «La mia canzone — dice — è un messaggio di amore verso se stessi».
8 maggio 2022 (modifica il 8 maggio 2022 | 21:37)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-05-08 19:59:00, La prima sfilata ufficiale degli artisti in garaOvazioni e cori dei fan per Mahmood e Blanco, Andrea Laffranchi