siderurgia
di Michelangelo Borrillo29 dic 2022
Poco meno di 700 milioni per salvare Acciaierie d’Italia. Il Consiglio dei ministri ha deciso di sostenere l’ex Ilva con un finanziamento da 680 milioni, un prestito (per il quale sono previsti vincoli da rispettare) che dar ossigeno all’azienda messa alle corde dalla scarsezza di circolante e dai debiti, in vista anche dell’assemblea odierna, in aggiornamento dall’ultimo rinvio dello scorso 23 dicembre e che ormai si trascina da pi di un mese (prima convocazione il 25 novembre). La somma — quota parte del miliardo di euro destinato all’ex Ilva dal dl Aiuti Bis dei mesi scorsi — sar veicolata dal Mef attraverso Invitalia, come finanziamento soci in conto aumento di capitale per evitare anche il rischio di aiuti di Stato.
Aumento di capitale possibile dal 2023
Al momento l’aumento di capitale, che porter il socio pubblico in maggioranza, previsto per maggio 2024. Ma – e questa la novit principale di ieri – potr essere effettuato anche nel 2023, persino in tempi brevi. In tal caso si anticiperebbe l’incremento della quota di Invitalia dall’attuale 32 al 60% con conseguente cambio di governance: attualmente ArcelorMittal detiene il 68% di Acciaierie d’Italia e Invitalia il restante 32%, con diritti di voto al 50% e ceo espresso dai privati e presidente (Franco Bernab) dal pubblico. questo il senso del passaggio del decreto che evidenzia come le parti abbiano convenuto di modificare i patti parasociali incidendo su aspetti cruciali come la partecipazione azionaria e la futura governance e determinando gli impegni finanziari dei soci, con rispettivi impegni proporzionali alla quota azionaria, cos come previsto dal nuovo accordo tra gli azionisti di Acciaierie d’Italia che il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso ha illustrato al Consiglio dei ministri.
Cosa prevede il nuovo accordo
Accordo che prevede l’impegno dei soci per il rilancio del sito produttivo di Taranto e conseguenti garanzie occupazionali fissando dei target di produzione superiori a quelli conseguiti da Acciaierie d’Italia nell’ultimo biennio (il gruppo chiuder l’anno con 3 milioni di tonnellate di acciaio prodotte contro i 5,7 milioni promessi dall’ad Lucia Morselli e i 4,4 milioni del 2021). Il nuovo accordo prevede, inoltre, la riconversione industriale per impianto green e risanamento ambientale con il completamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale nei tempi previsti e investimenti legati allo sviluppo industriale e al Polo di Taranto, come l’attivazione dei campi eolici “floating”.
La tutela penale
Il decreto contiene anche (per tutti gli stabilimenti di interesse nazionale) norme processuali penali per assicurare la continuit produttiva delle imprese (di interesse strategico nazionale, per l’appunto, tra cui l’ex Ilva ma non solo) intervenendo sulla disciplina dei sequestri e su quella in materia di responsabilit penale. Urso, infine, ha convocato il Tavolo ex Ilva per il 19 gennaio con la partecipazione delle forze sociali, sindacati e associazione produttive, rappresentanti degli enti locali, azionisti pubblici e privati in cui l’azienda illustrer i piani di sviluppo e gli impegni industriali e occupazionali.
La protesta dell’11 gennaio
Ai sindacati, per, il prestito non piace: hanno deciso di manifestare e scioperare l’11 gennaio sotto Palazzo Chigi dopo l’incontro tenutosi ieri mattina con gli enti locali a Taranto, in presenza del sindaco Rinaldo Melucci e, da remoto, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. stata definita una linea unitaria per chiedere il cambio di governance e parole chiare sulle risorse stanziate in quanto ritengono la gestione di ArcelorMittal fallimentare. Decisione confermata anche dopo il provvedimento, giudicato una resa incondizionata alla multinazionale secondo Rocco Palombella, segretario generale della Uilm.
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