Una storia davvero toccante quella del docente Umberto Gastaldi, 82 anni, ex professore di filosofia, raccontata da Il Corriere del Veneto. Quest’ultimo è stato raggiunto dai suoi ex alunni che lo hanno cercato in lungo e in largo per dargli supporto dopo anni dal loro incontro, ben quaranta, adesso che si trova in ospedale, malato.
Tutto nasce da quando, lo scorso 6 febbraio, Nicoletta Bertorelli, ex alunna del liceo scientifico Gobetti di Torino ed oggi docente, guarda caso di filosofia, che non ha mai perso i contatti con il professor Gastaldi, lo tagga su Facebook ma da lui non riceve alcuna risposta. Lei e i suoi ex compagni di classe decidono allora di provare a cercarlo, preoccupati.
Per quattro giorni il gruppo setaccia l’intera rete social del professore, ma senza successo. Il prof non ha famiglia, è rimasto solo e pare scomparso, la chat di classe bolle e il quinto giorno, preoccupati, gli ex ragazzi si lanciano a sondare gli ospedali. Dopo ore concitate finalmente l’Ospedale San Bortolo risponde: “È qui, ricoverato dal 6 dicembre”.
Gastaldi si trova a Vicenza dal 2008, anno della pensione, dove si è trasferito da Torino. Nicoletta lascia così un suo recapito all’ospedale e in meno di tre secondi il prof richiama: “Gli chiedo come sta e lui invece, sollevato, non smette di ripetermi di prendere i suoi libri”, ha detto. “Prendete voi i miei libri, recuperate le mie lettere. Davvero non sarò più solo”, ha detto l’anziano docente.
I ricordi degli ex alunni
“Io ho mollato tutto e sono partita. Tra Roma e Vicenza accade di tutto – racconta Nicoletta – la mia macchina grippa a Orvieto. Dovrò buttarla via. Nel frattempo ricevo decine di messaggi. Tutti si attivano. Giorgio nelle stesse ore diventa nonno. Comico: per me ha sedici anni”.
Gli ex compagni di classe si sono abbandonati ai ricordi: “Avevo 9 in filosofia. Peccato che andassi a scuola solo quando c’era il prof Gastaldi, ha dovuto battagliare per farmi ammettere all’esame”, confida Nicoletta. Danila racconta: “Aveva un ‘guscio’ austero. Poteva apparire duro, a volte addirittura sferzante. Ricordo ancora l’ansia, quando il dito indice del prof scorreva in su e in giù il registro…”. “Per me era stupefacente quante lingue straniere conoscesse bene. E la soddisfazione enorme che provavo se l’interrogazione andava bene. Non ti chiedeva nozioni, ma di ragionare, collegare, avere intuizioni ed espandere il campo di applicabilità”, ha fatto eco un’altra ex alunna.
“Sapeva aprirsi a una socievolezza tenera, dai gesti inconfondibili – continua Nicoletta -. Tutti ricordano il gesto tipico, infinite volte ripetuto, di offrirci un caffè prima di entrare a scuola. In ospedale ho avuto un’emozione fortissima quando gli ho visto fare lo stesso con un’infermiera. In questi giorni mi hanno scritto a centinaia. Da Torino, Roma, Stati Uniti, Inghilterra. Persino un ex allievo dalla Nasa ci ha pregato di portargli i suoi saluti”. A quanto pare il prof ha lasciato un segno indelebile in molti alunni.
“Non lo lasceremo più solo”
La classe ha deciso di non lasciarlo più: “Facciamo i turni per andare a trovarlo, ci riuniamo quasi tutti i giorni in videochiamata per risolvere i problemi pratici. Siamo adulti adesso: uniti siamo una forza stupefacente. E questo lo conforta”.
Il loro sogno è trasferire il professore all’Istituto Salesiano San Filippo Neri di Lanzo, poco distante da Torino. “Era lo stabile dove il prof ha frequentato il ginnasio. Oggi è diventata una Rsa. I soldi e tutto il resto sono l’ultimo dei problemi. Adesso che lo abbiamo ritrovato, non lo lasceremo più”. Nel frattempo, grazie alla visibilità acquisita da Nicoletta, sono sempre più gli ex allievi del prof che hanno il piacere e la voglia di mettersi in contatto con lui.
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