F1, pagelle Gp Giappone: Verstappen da 10, Ferrari da 5, Fia da 0 (ma i trattori in pista sono pure peggio)

F1, pagelle Gp Giappone: Verstappen da 10, Ferrari da 5, Fia da 0 (ma i trattori in pista sono pure peggio)

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di Flavio Vanetti

Il Gp a Suzuka era diventato una sprint race da 40 minuti. Non era quindi necessario che la Fia aiutasse Max nella procedura di incoronazione con un’altra decisione grottesca

Max Verstappen a Suzuka vince anche il titolo mondiale di motonautica, oltre che il secondo in Formula 1: vista la pioggia incessante, servono più motoscafi che monoposto nel circuito-icona del Giappone; ma l’acqua sembra arrivare apposta per «benedire» l’Olandese Volante e per esaltare il suo straordinario talento in un Gp diventato una sprint race da appena 40 minuti. Giusto così, non era necessario che la Fia lo aiutasse nella procedura di incoronazione con un’altra decisione grottesca delle sue (dettagli a seguire, così come parleremo di un fatto ben più grave: un trattore di nuovo frettolosamente e pericolosamente tra i piedi per rimuovere una vettura, come se il dramma del 2014 di Jules Bianchi non fosse mai avvenuto), a conferma che questa è una federazione allo sbando. Ma non si voleva rovinare la festa della Honda, in qualche modo ancora partner della Red Bull, che voleva celebrare in casa: quindi, ben venga la spintarella.

Max Verstappen: 10 (con titolo)

Il dodicesimo successo nell’annata – a proposito, la suddetta Fia ha precisato, citando l’articolo 6.5 del regolamento, che il punteggio ridotto si applica solo in caso non si riprenda la gara e con le posizioni consolidate al momento dello stop; invece stavolta, dopo la bandiera rossa del terzo giro e le due ore di attesa, c’è stata la ripartenza – lo colloca a -1 dal record stagionale di Vettel e Hamilton, ma soprattutto gli permette di tenere sulla testa la corona iridata. Ormai era solo una questione di tempo e di sistemare la parte formale di un campionato sul quale Super Max ha messo le mani troppo presto, ribaltando un avvio difficoltoso e approfittando dello scadimento della Ferrari, che non è più stata così forte come all’inizio. Max ha centrato il secondo Mondiale e la vittoria numero 32 della carriera. E’ lo stesso bilancio del 41enne Fernando Alonso, però Verstappen di anni ne ha 25. L’evoluzione della specie.

Red Bull Rb18: 10 e lode

La Rb 18 era nata come una monoposto problematica, ma il trust di cervelli di Milton Keynes è riuscito a trasformarla a breve giro di posta, segno che anche l’ultima creatura di Adrian Newey (che ha avuto a suo fianco, nella progettazione, Pierre Waché, Rob Marshall, Dan Fallows e Ben Waterhouse) aveva della stoffa. La perla di Suzuka? L’usura minima delle gomme intermedie, mentre la Ferrari di Leclerc le…divorava. La stagione vincente degli uomini in blu sarà invece da pesare alla luce del famoso rendiconto sulle spese che, agli dei dell’automobilismo piacendo, sarà finalmente svelato nelle prossime ore. Qui il voto potrebbe essere molto, molto basso.

Esteban Ocon: 8

Gara gagliarda, sfruttando la velocità dell’Alpine per respingere con tenacia le continue incursioni di Lewis Hamilton che voleva soffiargli il quarto posto. Resistergli con successo è stato un po’ come vincere un Gp.

Sebastian Vettel: 8

Voleva salutare e ringraziare l’incredibile popolo giapponese che sabato, dopo la qualifica e con il buio già calato su Suzuka, l’ha salutato per il suo fine carriera facendo diventare verde un’intera tribuna, il colore dell’Aston Martin. Toccato da Alonso nella nube d’acqua del primo start, Seb ha azzeccato la decisione di anticipare il passaggio alle gomme intermedie e il premio è stato un bel sesto posto.

Sergio Perez: 7,5

In pista era arrivato secondo Leclerc e terzo lui. A Singapore aveva dovuto attendere 3 ore per vedere confermata la vittoria nonostante le violazioni in regime di safety car; a Suzuka per salire di una posizione gli sono bastati i pochi minuti che gli steward, stavolta super-zelanti, si sono presi per penalizzare il ferrarista. Sergio è ora secondo nel Mondiale: tira aria di doppietta Red Bull pure nella classifica finale dei piloti?

Fernando Alonso: 7

Ha provato e riprovato, ha aggiunto una sosta per cercare di avere un grip migliore con le gomme nel finale, ma la classifica non lo ha premiato oltre un settimo posto che, di fatto, conferma la posizione dalla quale era partito. Però grazie al combinato Alonso-Ocon l’Alpine torna quarta tra i costruttori.

Charles Leclerc: 7

Nella difesa su Perez si è visto quanto sia un «duro» che non abbassa mai la testa, nemmeno quando la macchina non lo supporta a dovere. Ma la voglia di provare ad acciuffare Verstappen dopo la partenza nel Gp sprint ha fatto sì che rovinasse troppo velocemente le gomme: non è la prima volta che accade, Charles deve crescere su questo fronte.

Pierre Gasly: 7

Ha il coraggio di denunciare, in modo chiaro e plateale, la pericolosa situazione creatasi con la presenza in pista di ben due trattori in regime di safety car (uno di questi rimuoveva la Ferrari di Sainz, schiantatasi contro le protezioni). La Fia però lo accusa di non aver rispettato le bandiere rosse e lo stanga con 20’’ di penalizzazione e 2 punti tolti dalla patente: ha il sapore di una ritorsione punitiva, forse per allontanare il focus dall’operato di chi manovrava quei truck.

Nicholas Latifi: 6,5

Il canadese che lascerà la F1 «perché non mi sto divertendo e non sto provando le sensazioni giuste» (parole sue di questi giorni) ha finalmente centrato i primi punti della stagione e non sarà l’unico pilota ufficiale a chiudere a quota zero: anche le pecore nere hanno le loro piccole gioie.

Lewis Hamilton: 6

Vincerà o non vincerà almeno una gara nell’annata? Pare che i bookmakers diano ormai una quota infima per la seconda opzione. Il Cannibale degli anni scorsi è stato messo a regime forzato e a Suzuka gli è stato negato il «boccone» Ocon. Il dietologo in realtà è la Mercedes (voto 5), che ha davvero messo in pista un bidone di macchina. George Russell (6 anche a lui) conferma: le W13 (che sia il numero della macchina 2022 a portare sfiga?) erano assettate per la pioggia, ma non hanno reso. Così George, Mister Regolarità, anche in Giappone non ha ritrovato il Top 5.

Ferrari: 5

Gira e rigira, siamo sempre al solito discorso: la F1-75 oltre a non valere (almeno di questi tempi) la Rb 18, non sa più ritrovare un colpo d’ala. Più che le parole, parlano i numeri: ancora mezzo minuto incassato da Verstappen, l’orologio del tempo sembra tornato indietro ai distacchi che infliggeva la Mercedes. Cambia l’avversario, ma la zuppa è la stessa.

Mick Schumacher: 5

Dal muretto gli arriva una «dritta»– rimanere fuori con le gomme da bagnato estremo, mentre tutti passavano alle intermedie – che si rivela essere una »storta». Schumi jr assapora per pochi secondi la prima leadership in un Gp, poi precipita all’ultimo posto e all’Inferno, dove il Diavolo gli rinfaccia anche lo schianto di venerdì al termine delle prove, quasi sicuramente la goccia che fa traboccare il vaso e che nel 2023 segnerà la sua uscita di scena dalla Haas e dalla F1.

Fia: 0

Charles Leclerc non ha tratto vantaggio dal «taglio» della chicane nelle ultime battute della gara, ma ha ugualmente rimediato 5 secondi di penalizzazione: difficile non pensare che con quel provvedimento, applicato assieme all’assegnazione piena dei punti, Verstappen sarebbe stato campione a casa Honda e che dunque si è percorsa una strada ben precisa. La punizione, tra l’altro, è arrivata immediatamente: cosa tutt’altro che sbagliata, ma in altre occasioni non era stato così. Se non troverà criteri equilibrati e soprattutto certi, la Fia vedrà la sua credibilità trasformarsi in una barzelletta.

I trattori in pista: sotto zero

Nel 2014 a Suzuka, Jules Bianchi si schiantò, sotto la pioggia e in regime di safety car, contro un muletto che rimuoveva la Force India di Sutil. Fu un incidente tragico, Jules morì mesi dopo senza mai aver ripreso conoscenza. Otto anni dopo una situazione analoga si è ripetuta: dopo il crash di Sainz e la neutralizzazione, c’erano due trattori in pista mentre diluviava. I mezzi di recupero erano entrati troppo frettolosamente, senza curarsi del traffico delle monoposto? La risposta è sì, a giudicare dalle immagini e da quanto detto dai piloti, primo fra tutti Gasly. A distanza di ore la Fia ha ammesso con un comunicato che i fatti di Suzuka dovranno essere analizzati a fondo in sede di debriefing: è la conferma di un’inadeguatezza delle procedure. Ma il problema probabilmente sono i giapponesi: sono più duri del marmo, certe cose proprio non le capiscono.

9 ottobre 2022 (modifica il 9 ottobre 2022 | 14:39)

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, 2022-10-09 13:19:00, Il Gp a Suzuka era diventato una sprint race da 40 minuti. Non era quindi necessario che la Fia aiutasse Max nella procedura di incoronazione con un’altra decisione grottesca, Flavio Vanetti

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