F1, pagelle Gp Singapore: Perez da 9, la Fia merita 0, ma la spia del budget cap Red Bull vale 10

di Flavio Vanetti

Perez prende 9 perché ha violato due volte le regole, Verstappen 5 (come il team) perché pasticcia troppo, male anche Hamilton, grande Alonso (7,5) frenato dalla Alpine

Più che Sergio Perez, vittorioso sia in pista sia nell’«overtime» di un giudizio dei commissari che gli procura il minimo della pena, è la pioggia il monarca della notte di Singapore. Imperversa e allaga il circuito, poi si congeda ma lascia in eredità una pista sempre troppo bagnata per le gomme slick (complimenti a chi prevedeva un rapido ritorno all’asfalto asciutto). In definitiva è la burattinaia di una gara soporifera che si accende a suon di bandiere gialle e safety car e che offre un finale ricco di emozioni. In un Gp diventato a eliminazione tanti deragliano — pure Verstappen e Hamilton sul fronte dei piloti –, ma è prima di tutto la Fia ad andare fuori giri (di nuovo), con tempi di decisione da bradipo. Non siamo a livello della farsa di Monza, ma quasi.

E come se non bastasse, ecco scoppiare la grana dei «budget cap» che Red Bull e Aston Martin avrebbero violato: al di là di quello che è davvero successo è la prova che nel mondo della F1 continuano a non funzionare cose decisive. Ma ecco le pagelle del sestultima corsa della stagione, la gara che avrebbe potuto confermare Max Verstappen sul trono e che invece l’ha mandato dietro alla lavagna.

La talpa: 10

La talpa nel senso del Mister X che ha fatto trapelare l’indiscrezione che un paio di team non sarebbero a posto con i soldi spesi. È subito partita a caccia allo spifferatore, con la voglia di identificarlo e di acchiapparlo per fargliela pagare. Certo, la delazione non è mai bella, ma a costui diamo 10 perché in un mondo che spesso tiene tutto per sé certe cose non sarebbero magari mai uscite. O sarebbero uscite in maniera accomodante.

Serio Perez: 9

Non merita il voto più alto perché l’aver violato le procedure della safety car (due volte, tra l’altro) ha rischiato di rovinare una grande gara e la quarta vittoria della carriera. Se l’è cavata con la sanzione più bassa e non si può non notare che nel passato altri piloti e altri team nella stessa situazione erano stati trattati in modo più duro. Ma la Red Bull, si sa, conta.

Charles Leclerc: 8

Non riesce a difendere, come a Montecarlo, il primo posto del sabato dal guizzo di Perez. Poi insiste, lotta, sopravvive a un pit stop lento (è arrivato lungo, i meccanici hanno dovuto riposizionarsi) e ci prova fino al crollo delle prestazioni delle gomme anteriori. Per l’aritmetica, però, resta ancora in corsa per il titolo.

Lando Norris: 7

La medaglia di legno (quarto posto) rimediata a Marina Bay è il secondo miglior risultato stagionale dopo il podio più basso centrato a Imola. Complice una McLaren deludente, Lando fin qui s’era perso nelle nebbie dell’anonimato. Magari ora riuscirà a riaccendere la luce.

Daniel Ricciardo: 7

Se Verstappen era arso dal fuoco della rimonta rapida, il «Canguro» ha declinato la risalita dalla diciassettesima piazza (frutto di un’altra giornataccia in qualifica) con saggezza non disgiunta peraltro dalla grinta. Già appiedato dalla McLaren e forse senza un sedile per il 2023, questo Gp può dare vigore alle sue azioni al minimo storico. E Verstappen potrebbe citofonargli per avere qualche consiglio su come gestire certe situazioni.

Carlos Sainz: 6/7

La difesa su Hamilton in avvio è stata gagliarda, ma dopo non ha mai avuto una vera occasione per andare all’attacco. Anzi, ha dovuto respingere gli attacchi di Hamilton prima e Norris dopo. Come ministro della Difesa ha funzionato, ma al suo Gp manca forse un po’ di smalto.

Aston Martin: 6,5

A punti sia Stroll sia Vettel dopo qualifiche andate meglio del solito. I colpi di scena hanno dato una mano, ma Sebastian è stato il migliore allo start (5 posizioni guadagnate) e il canadese l’ha affiancato nella non facile missione di rimanere sul pezzo.

Pierre Gasly: 6,5

Un punto per consentire all’Alpha Tauri, di sollevarsi dalla «zona depressione» dopo aver visto Yuki Tsunoda, che da un po’ non ne azzecca una (o poco o nulla gli va bene), interpretare in modo ottimistico una curva e schiantarsi sulle barriere come un «pollaccione».

Ferrari: 6

La pole di Leclerc non le ha permesso di frenare la striscia di vittorie consecutive della Red Bull (ora sono 7). E questo nonostante un tracciato adatto alle caratteristiche della F1-75. La Rossa è competitiva, ma per vincere serve di più. E nell’avvisare Leclerc che Perez era sotto inchiesta era forse meglio non quantificare la sanzione che il messicano rischiava: Sergio avrebbe potuto subirne una più dura, ma magari così la Fia s’è orientata, sapendo quello che la Ferrari si aspettava.

Max Verstappen: 5

Troppo nervoso e impaziente, autore di errori non da campione del mondo, come al via dove ha stallato. Insufficienza da condividere con il team (il giro da pole position che ha dovuto abortire al sabato, per evitare di rimanere con un livello di benzina insufficiente per superare le verifiche nasce da una cavolata o da una furbata non andata a buon fine), in una giornata piena di lampi ma anche di sbavature e dall’errore capitale alla ripartenza dopo l’ultima safety car: l’uscita lo schiaffa all’ultimo posto. Poi Max riesce a metterci una toppa grazie al suo talento e al missile che guida, ma resta intrappolato nel trenino dei tre campioni del mondo (Vettel, Hamilton e lui) che lottano per le posizioni di consolazione. Lewis nel tentativo di scavalcare Sebastian gli regala l’ottavo posto. Meglio di un pugno in faccia.

Lewis Hamilton: 5

In partenza perde la battaglia con Sainz per la terza piazza (ma lui si lamenta via radio: «Mi ha buttato fuori»), poi sta alle calcagna del ferrarista nella speranza (vana) di passarlo. Si iscrive al club dei «muratori» e il crash del 33° giro, simile a quello di Imola, di fatto lo condanna a rinunciare ai sogni di podio. L’errore nell’attacco a Vettel, che lo retrocede al nono posto, arriva a babbo morto: la stagione prosegue senza vittorie.

Mick Schumacher: 4,5

I rapporti all’interno della Haas sono ormai deteriorati, ma Mick non fa nulla per sistemare la sua immagine. Si becca anche gli improperi di Russell dopo una manovra pericolosa: «Sta correndo come se stesse disputando la gara della vita».

Alpine: 4

Brutta storia se si spaccano entrambe le monoposto nel momento in cui è torrida la lotta con la McLaren per il quarto posto nel Mondiale costruttori. Lo «zero» di Singapore regala un rigore che il team di Woking trasforma riprendendosi la posizione in classifica (voto 7,5: è più consistente del solito, pur tra tormenti che rimangono). Infine è pura blasfemia non aver permesso a Fernando Alonso (voto 7,5: Nando era in agguato, con vista sulle posizioni di valore) di festeggiare a dovere il Gp numero 350 della sua carriera.

Christian Horner: 3

Certo, la Red Bull di cui è il team principal ha diritto alla presunzione di innocenza fino a quando non si chiarirà la questione del budget cap. Ma perché allora strillava preventivamente quando nel passato si indagava su altre squadre?

Nicholas Latifi: 1

Dopo averlo visto spedire il povero Zhou Guanyu (Alfa Romeo) contro il muro, torna la fatidica domanda: come diavolo ha fatto a finire in F1?

Fia: 0

Proprio sul budget cap viene una domanda: non dovrebbe essere in vigore un meccanismo che a priori blinda dal rischio di truffe e di aggiramenti delle norme? Quanto alle vicende in pista, ancora una volta abbiamo assistito a pasticci, a decisioni lente (quasi 3 ore e mezzo per deliberare su Perez) a un pilota della safety car che ad un certo punto, nonostante la sua missione fosse il ricompattamento dello schieramento, girava come un gatto di marmo.

2 ottobre 2022 (modifica il 2 ottobre 2022 | 23:20)

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, 2022-10-02 21:21:00, Perez prende 9 perché ha violato due volte le regole, Verstappen 5 (come il team) perché pasticcia troppo, male anche Hamilton, grande Alonso (7,5) frenato dalla Alpine, Flavio Vanetti

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