Famiglie vedove penalizzate e orfani tassati dallo Stato. Ma nasce «Una Buona idea»

Famiglie vedove penalizzate e orfani tassati dallo Stato. Ma nasce «Una Buona idea»

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di Giovanna Maria Fagnani

Detrazioni tagliate, reversibilit perdute: puniti anzich aiutati. Sono le distorsioni della Legge Dini del ‘95, migliaia di casi in Italia. Dalla lotta di due donne nata un’associazione

il giugno del 2016. Manola Tegon, 38enne di Mestre, vedova da tre anni e mamma di due ragazzi di 5 e 11 anni, si reca al Caf per la dichiarazione dei redditi. Per la pratica consegna i consueti documenti, tra cui le spese mediche e scolastiche sostenute per i figli. Ma, quando l’incaricata le inserisce nel sistema, per la famigliola, gi provata dalla morte di Paolo, suo marito e padre dei piccoli, arriva la doccia fredda: i ragazzi non figurano pi a suo carico da quasi tre anni. E cos Manola scopre che non solo non avr pi diritto alle detrazioni, ma dovr restituire all’Inps quanto percepito indebitamente. Ovvero, seimila euro. Sono stata costretta a vendere il camper di famiglia racconta.

Dal Veneto a Palermo. La famiglia di Sabrina Sagace – all’epoca 20enne studentessa di giurisprudenza e oggi giurista – si ritrova, dall’oggi al domani, a dover vivere solo con la porzione della pensione di reversibilit del padre, venuto a mancare all’et di 51 anni. La madre, che fa l’insegnante, a sua volta si ritrova senza i figli a carico e con lo stipendio che le viene decurtato e ridotto a 1 euro al mese per sei mesi, perch deve restituire, anche in questo caso, l’importo delle agevolazioni fiscali. Ma c’ anche il caso di Chiara Pedron, vedova e mamma di due ragazze, di cui una affetta da disabilit. Quest’ultima, studentessa brillante, ha diritto a una borsa di studio di circa 800 euro. Chiara la richiede, ma anche in questo caso, s’innesca un corto circuito fiscale: l’assegno di studio fa cumulo col reddito della mamma e la gioia per il premio si trasforma in una cartella esattoriale da 2500 euro che la donna dovr versare all’Inps.

Battaglie

Paradossi e ingiustizie con cui fanno i conti migliaia di famiglie vedove, quelle che vivono la tragedia della scomparsa di uno o di entrambi i genitori quando i figli sono ancora minorenni. Stando ai dati Istat, i vedovi nel 2021 sono circa 4 milioni 300 mila. Le morti precoci, invece, una media di 700 mila l’anno. I ragazzi orfani percepiscono una quota della pensione di reversibilit del genitore venuto a mancare. Ma cos, ai fini del fisco, risultano come percettori di reddito e quindi non sono pi a carico del genitore superstite. Una norma – che risale alla legge Dini Legge Dini 335/1995 – oltre che iniqua, anche poco conosciuta. Manola per esempio non ha ricevuto nessun avviso. Altrimenti non avrebbe presentato le spese che poi hanno portato alla multa dall’Inps.

Per cambiare le cose nata nel 2020 l’associazione Una Buona Idea, a tutela delle famiglie vedove e orfani. A fondarla sono state proprio Sabrina Sagace, che ne la presidente, e Manola Tegon, sua vice. Ma la costituzione di questa realt solo l’ultimo atto: le nostre battaglie da cittadine – spiega Sabrina – sono cominciate anni fa e sono ancora in corso. Noi parliamo di casi in cui avvengono morti precoci, in fasce d’et che impattano fortemente sull’economia della famiglia. Lo Stato tratta questi casi in maniera asettica. I figli rimasti orfani non sono considerati soggetti fragili, come avviene per esempio in Francia o in Norvegia, ma percettori di reddito e questo impedisce al genitore superstite di detrarre le spese. Lo Stato invece di difendere queste famiglie, le vessa e le impoverisce.

Testimonianze

E Sabrina prosegue: Se guardiamo alla pensione di reversibilit, ancora a titolo di esempio, la famiglia riceve le briciole di ci che il lavoratore ha versato. In primo luogo ammonta al 60 per cento e quindi gi c’ una decurtazione a monte del 40 per cento. In pi, in base al reddito del coniuge superstite, pu esserci un’ulteriore decurtazione che pu arrivare fino al 50 per cento di quel 60. Per questo riceviamo testimonianze di persone che rinunciano a lavorare o chiedono di passare a part time, per poter continuare a percepire anche la reversibilit. Ma questo iniquo.

L’associazione ha gi ottenuto un importante vittoria. Nella legge di bilancio del 2017 stata introdotta una franchigia di mille euro che ha permesso a circa centomila mila famiglie di non superare la soglia oltre la quale scattava l’esclusione dei figli a carico. Resta per molto altro da correggere. Come l’obbligo per gli orfani giunti alla maggiore et che frequentano l’universit, di restare in corso altrimenti perdono il diritto alla quota di reversibilit. E poi, ultima stortura, l’esclusione degli orfani dalla maggiorazione degli assegni famigliari. Possono averla, infatti, solo i figli di entrambi i genitori che lavorano. urgente questo tema entri nell’agenda politica. Coi lavori precari che ci sono adesso – dice Manola – le cose non possono che peggiorare perch alcuni lavoratori muoiono senza aver maturato gli anni per la pensione di reversibilit.Non chiediamo assistenzialismo – chiarisce Sabrina – ma semplicemente che quello che stato versato dal lavoratore defunto torni alla sua famiglia. giustizia, un diritto acquisito.Per contattare l’associazione si pu consultare la pagina Facebook.com/famiglievedove.

18 dicembre 2022 (modifica il 18 dicembre 2022 | 23:38)

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, 2022-12-18 22:40:00, Detrazioni tagliate, reversibilità perdute: «puniti» anziché aiutati. Sono le distorsioni della Legge Dini del ‘95, migliaia di casi in Italia. Dalla lotta di due donne è nata un’associazione, Giovanna Maria Fagnani

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