Filtri social e la mania di essere perfetti  nei selfie: quando diventa un’ossessione

Filtri social e la mania di essere perfetti  nei selfie: quando diventa un’ossessione

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di Chiara Daina

Ventenni che arrivano dal chirurgo estetico con la foto modificata e pretendono di ottenere lo stesso effetto. Tra le richieste: alzare gli zigomi, gonfiare le labbra e, nei maschi, aumentare il bordo della mandibola. Gli effetti sulla psiche dei ragazzi e come comportarsi

Specchiarsi nello schermo del cellulare, vedere tutti i difetti del mondo e sentirsi brutti. È quella che ormai viene definita «dismorfia digitale», la preoccupazione per qualsiasi minima imperfezione e presunta difformità fisica della nostra immagine quando finisce nell’arena dei social network e che invoglia a usare uno dei tantissimi filtri per ritoccare i lineamenti e scattare il selfie perfetto.

Nascondersi dalla realtà

Un articolo appena uscito sul New York Times riflette sulla dilagante ossessione per il viso simmetrico. «La stranezza del periodo della pandemia — si legge — può in parte esserne responsabile». Abbiamo trascorso, infatti, molto tempo guardando gli altri e noi stessi tramite le videochiamate su pc e telefoni e abbiamo avuto meno incontri faccia a faccia dal vivo. Anche l’uso delle mascherine in pubblico, continua l’articolo, ha sacrificato la salutare esperienza dell’interazione fisica diretta.

L’ansia di essere perfetti è giustificata? «Nella realtà — sottolinea Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di medicina esteticanon esistono visi perfettamente simmetrici, tutti hanno più o meno delle asimmetrie, a livello osseo e muscolare, cioè di movimento. Queste differenze tra una parte e l’altra del volto ci danno armonia. La simmetria ricercata forzatamente non porta a una maggiore bellezza».

Il ricorso alla chirurgia

Ma convincere le nuove generazioni, cresciute a «pane e social», «è sempre più difficile», commenta il medico. Negli ultimi due anni, osserva, «almeno il 20 per cento dei nuovi pazienti che si rivolgono alla medicina estetica tra 20 e 30 anni chiedono interventi correttivi per risultare meglio nei selfie da postare sui social. A volte arrivano con la foto modificata dai filtri e pretendono di ottenere lo stesso effetto. Lo smart working con videoconferenze e videoriunioni a tutte le ore ha fatto crescere la domanda di ritocchi estetici anche da parte delle donne più adulte, dai 35 ai 55 anni». Tra le richieste più frequenti: «Alzare gli zigomi, gonfiare le labbra, modificare la forma del sopracciglio e nei maschi aumentare il bordo della mandibola», dice Bartoletti. Attenzione: la fotocamera del telefono può trarre in inganno: «Quando si fa un selfie c’è un effetto di tipo quadrangolare che deforma i contorni del viso. Lo stesso quando ci puntiamo in faccia la telecamera del pc a una distanza ridotta», ricorda il medico.

I filtri e il disagio psicologico

Tik tok e Instagram

offrono una vasta gamma di filtri per togliere segni e macchie dell’età, avere pelli liscissime, colorate e luccicanti, occhi di colore diverso, labbra più piene, lentiggini o colorito diverso e profili simmetrici. Per gli adolescenti potrebbe sembrare un gioco, ma è davvero rischioso continuare a usarli e vedersi diversi, come pensano a volte i genitori? «Non ci sono conseguenze cliniche sulla psiche della ragazza e del ragazzo se alla base non sono già presenti fragilità e insicurezze più profonde. Quando cioè l’adolescente ha paura di incontrare i coetanei in presenza e si rifugia dietro un’immagine di sé ideale. In questo caso l’uso dei social e dei filtri è la punta di un iceberg di malessere che va indagato e curato», spiega Federico Tonioni, psichiatra e psicoterapeuta, responsabile dell’ambulatorio di psicopatologia da web del policlinico Irccs Gemelli di Roma. «Idealizzare la propria immagine — chiarisce — fa parte del sogno dell’adolescenza, del fare bella figura davanti ai pari, del desiderio di essere accettato dagli amici. Quando si cresce poi si deve imparare a fare i conti con i propri limiti reali, con la vera identità».

Come affrontare la scarsa autostima

I social quindi non vanno demonizzati. Anche secondo Alberto Rossetti, psicologo e psicoterapeuta di Torino, esperto di adolescenza: «Ma bisogna farne uso consapevole e i genitori giocano un ruolo importante. L’applicazione dei filtri correttivi contribuisce ad allargare la distanza tra l’immagine reale e quella ideale e per chi ha già poca autostima diventerà più problematico accettare le proprie sembianze. La società deve imparare a fare spazio alla singolarità dei corpi, ad accettare ognuno come è fatto. E il genitore — prosegue Rossetti — dovrebbe spiegare al figlio che le imperfezioni fanno parte della sua vita , che non è sbagliato, che anche l’influencer usa dei filtri per apparire più sexy e che la presunta perfezione restituita dal filtro è frutto di un algoritmo, non della realtà».

Solo lavorando sull’apprezzamento del nostro valore ci salveremo dall’ossessione dei filtri. «L’autostima dei bambini non viene dalle performance scolastiche e sportive — rimarca Tonioni —, ma dall’esperienza di essere stati amati quando hanno deluso le aspettative genitoriali. I genitori non devono cercare i loro desideri nei figli. I figli sono un’identità separata da chi li ha messi al mondo».

25 agosto 2022 (modifica il 25 agosto 2022 | 16:22)

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, 2022-08-25 20:54:00, Ventenni che arrivano dal chirurgo estetico con la foto modificata e pretendono di ottenere lo stesso effetto. Tra le richieste: alzare gli zigomi, gonfiare le labbra e, nei maschi, aumentare il bordo della mandibola. Gli effetti sulla psiche dei ragazzi e come comportarsi , Chiara Daina

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