Il no del senato
di Massimiliano Jattoni Dall’Asén21 settembre 2022
La fine della riforma del Fisco targata Draghi
Draghi si era appellato più volte alle forze politiche perché votassero la delega fiscale. Al nuovo governo sarebbe spettati poi i decreti attuativi. Tutto inutile. Dopo quasi due anni di lavori, confronti, mediazioni e l’approvazione del testo alla Camera il 22 giugno scorso, il Senato ha affossato la riforma delle tasse. Il nuovo Fisco era inserito nel Pnrr, ma senza essere vincolante per il raggiungimento degli obiettivi concordati cone l’Europa. Anche per questo, forse, nessun partito si è davvero battuto per salvare la riforma e così la Lega, che aveva chiesto il voto dell’intero pacchetto, quindi anche dell’equo compenso caro al Carroccio, non avendolo ottenuto, ha dato la sua spallata. Ora, il governo che uscirà dalle urne il 25 settembre potrebbe riprenderla in mano, ma la cosa sembra assai improbabile. Nel caso di vittoria della coalizione di Centrodestra, possiamo immaginare una possibile riforma fiscale più spostata sulla flat tax che non sulle misure studiate da Draghi e dal ministro Franco.
Ma a cosa si dice addio con il naufragio della riforma? Vediamolo più nel dettaglio.
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, 2022-09-21 13:20:00, Dopo due anni di lavori e mediazioni, la riforma fiscale pensata da Mario Draghi naufraga in Senato. Addio alla revisione delle aliquote Irpef, alla riforma del catasto e dell’Irap, Massimiliano Jattoni Dall’Asén