di Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles
L’ex premier Jyrki Katainen e la scelta di Helsinki: «Abbiamo sempre avuto chiara la minaccia, ma la guerra ha alzato il rischio. Tutti devono poter avere il diritto di scegliere come proteggersi»
«Il termine finlandizzazione ormai non viene più usato ma per noi suona ancora in modo terribile. La situazione è cambiata da quando abbiamo aderito all’Ue, prima eravamo l’Est occidentale. Non penso che sia la soluzione nemmeno per l’Ucraina: tutti i Paesi devono avere il diritto di essere parte della società occidentale o di far parte dell’Occidente». Jyrki Katainen è stato primo ministro della Finlandia dal 2011 al 2014 e uno dei vicepresidenti nella Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker. Ora è presidente del Finnish Innovation Fund.
«Ormai da molti anni nella nostra politica estera e di sicurezza c’era l’opzione aperta di poter aderire alla Nato. Con l’attacco della Russia all’Ucraina, i finlandesi hanno visto cosa possono fare i russi: aggredire i vicini indipendenti in modo crudele. L’opinione pubblica e quella dei leader politici è cambiata drasticamente, tutti i partiti sono ora favorevoli all’adesione alla Nato. La Finlandia farà domanda in poche settimane».
La spinta è dunque legata all’invasione russa?
«Due giorni dopo l’attacco, il 26 febbraio, oltre il 50% dei finlandesi ha detto in un sondaggio di essere a favore dell’ingresso nella Nato. Non possiamo più fidarci della Russia. Abbiamo un confine in comune lungo 1.300 chilometri. La politica di Putin ha fatto cambiare completamente l’opinione pubblica finlandese. Negli ultimi vent’anni abbiamo cooperato in modo stretto con la Nato e l’Alleanza ci conosce bene. Abbiamo una capacità militare molto forte, non l’abbiamo mai ridotta dopo la guerra fredda a differenza di molti altri Paesi. Abbiamo sempre avuto una visione realistica della minaccia potenziale della Russia. Dobbiamo fare domanda di adesione perché alzerà l’asticella per un’invasione della Finlandia».
È una grande passo.
«Come membro dell’Ue e come alleato stretto della Nato ormai non siamo più neutrali da diversi decenni. La Finlandia ha voluto rafforzare la cooperazione nella sicurezza, la Nato ci ha definito insieme alla Svezia partner privilegiati. Ci siamo allineati alle strutture di sicurezza occidentali ma senza essere militarmente alleati alla Nato. Questo non ci dà garanzie di sicurezza da parte della Nato, ora le cose devono cambiare perché nessuno può avere più fiducia nel presidente Putin e nella Russia».
Non basta l’articolo 42.7 del Trattato sull’Unione europea a garantire la sicurezza della Finlandia?
«Non è abbastanza perché l’Ue non è un’unione della Difesa. Sono sicuro al cento per cento che se succedesse qualcosa a uno Stato membro gli altri andrebbero in aiuto ma tutti sappiamo che l’Ue non ha una struttura militare come la Nato. La capacità di deterrenza della Nato ha un livello diverso da quello dell’Ue. La Russia non attaccherebbe un membro della Nato perché vorrebbe dire sfidare l’intera alleanza».
La Russia ha minacciato di schierare armi nucleari nella regione del Mar Baltico se Finlandia e Svezia si uniranno alla Nato. Vi preoccupa?
«Certamente dobbiamo tenerne conto. La Russia ha minacciato i suoi vicini e altri Paesi così tante volte che non rappresenta una novità. Sappiamo che reagiranno ma non come: un attacco cyber, oppure operazioni ibride o anche un attacco militare contro di noi. Ma siamo preparati. Non sono preoccupato, sappiamo che probabilmente qualcosa accadrà. Però siamo sicuri che gli altri Stati alleati ci daranno sostegno nel periodo che intercorrerà tra la domanda di adesione e il processo di ratifica. Servirà una cooperazione per la sicurezza con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e i Paesi Ue per questo periodo».
C’è il rischio che qualche Paese rallenti il processo?
«Il presidente della Finlandia e il Parlamento hanno avuto numerose discussioni con tutti i membri della Nato, dai più piccoli ai più grandi. Abbiamo ottenuto un grande sostegno e non abbiamo registrato alcuna esitazione. È chiaro che sta ai Parlamenti dei 30 Stati alleati ratificare il processo, però siamo abbastanza ottimisti».
L’adesione deve essere fatta insieme alla Svezia?
«Sarebbe meglio se facessimo domanda nello stesso momento, ma se per qualche motivo la Svezia decidesse di non farlo allora la Finlandia andrebbe avanti da sola».
14 aprile 2022 (modifica il 14 aprile 2022 | 22:42)
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, 2022-04-14 21:02:00, L’ex premier Jyrki Katainen e la scelta di Helsinki: «Abbiamo sempre avuto chiara la minaccia, ma la guerra ha alzato il rischio. Tutti devono poter avere il diritto di scegliere come proteggersi», Francesca Basso, corrispondente da Bruxelles