“Invece di aumentare gli stipendi, trovando le giuste risorse per il rinnovo del contratto Istruzione e Ricerca 2022-24, il Governo pensa evidentemente a come abbassarli. Solo così possiamo interpretare l’approvazione nottetempo dell’ordine del giorno presentato dalla Lega che vorrebbe introdurre una distinzione dello stipendio, in particolare del personale della scuola, attraverso ‘una quota di reddito correlato al luogo di attività’”. Così in una nota la FLC CGIL.
“Si immagina dunque non solo di retribuire diversamente chi lavora al Sud, al Centro e al Nord, ma anche chi lavora nelle aree metropolitane rispetto a chi lavora nella provincia. Niente di nuovo sotto il sole, ciò significa reintrodurre le gabbie salariali in un Paese che avrebbe soprattutto bisogno di superare i divari territoriali che lo affliggono.
Con l‘autonomia differenziata il Governo vuole dividere il Paese e con le gabbie salariali punta a dividere anche i lavoratori tra di loro. La FLC CGIL continuerà ad opporsi fermamente a questi progetti divisivi e continuerà a lottare e mobilitarsi per una scuola pubblica unitaria e per dignitose retribuzioni per tutto il personale della scuola e su tutto il territorio nazionale” conclude il sindacato.
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