di Nando PagnoncelliDem primi. Lega al 16,5%, il risultato più basso della legislatura. Italexit al 4,2% Lo scenario politico di fine aprile fa segnare un consolidamento del consenso per l’operato del governo e di Draghi, con una generale flessione del centrodestra negli orientamenti di voto. Iniziamo dall’indice di gradimento dell’esecutivo e del premier che risultano in crescita per il secondo mese consecutivo, facendo registrare l’aumento di un punto rispetto a fine marzo, attestandosi rispettivamente a 58 e a 61. Sono diversi gli elementi che concorrono a questo risultato, a partire dal clima di preoccupazione generato dal conflitto in Ucraina : come solitamente accade nelle situazioni di emergenza, si osserva un maggior senso di vicinanza dei cittadini alle istituzioni. Le preoccupazioni per il Covid non sono sparite, ma il progressivo ritorno alla normalità, pur in presenza di un numero niente affatto trascurabile di contagi e di decessi quotidiani, contribuisce a determinare un atteggiamento positivo nei confronti di chi guida il Paese. Da ultimo hanno avuto un peso i provvedimenti per contenere il prezzo del carburante e quelli per ridurre la dipendenza dalla Russia per la fornitura di gas e petrolio. Riguardo agli orientamenti di voto, si registra la flessione di 1,5% di Fratelli d’Italia (oggi al 20%), partito che viene scavalcato al primo posto dal Pd, che si attesta al 20,5% (in calo di 0,4%). Seppure in flessione anche questo mese (-1%), la Lega si conferma al terzo posto con il 16,5%: il risultato più basso della legislatura. A seguire, il M5S (15%) che aumenta di 0,5% invertendo il trend negativo degli ultimi mesi, e Forza Italia (8,8%) in crescita di 0,7%. Da notare il balzo di Italexit di Gianluigi Paragone (dal 2,3% di marzo al 4,2% odierno), che scavalca la federazione tra Azione e +Europa (3,5%), capitalizzando lo scontento di una parte dell’elettorato, prevalentemente di destra e centrodestra.Nel complesso, le tre principali forze del centrodestra prevalgono nettamente sul centrosinistra (45,3% a 31,2%) e sull’alleanza giallorossa (stabile al 38%), ma a causa delle dinamiche interne (contrasti nella scelta dei candidati alle prossime amministrative, ipotesi di accordo politico tra Forza Italia e Lega che rischia di aprire una frattura con FdI) arretrano di 1,8% e vengono scavalcati dal cosiddetto «campo largo» che si attesta al 46,2%. Quanto al gradimento dei leader, Giorgia Meloni mantiene il primo posto (indice 35) ma perde 2 punti, tallonata da Conte (anch’esso in calo di 2 punti), che viene raggiunto da Speranza (34). A seguire Berlusconi (28), l’unico dei principali leader che fa segnare una crescita (+2) e scavalca in graduatoria Letta (26) che perde terreno (-2). Indubbiamente le valutazioni dei cittadini sono influenzate non solo dalla maggiore o minore visibilità dei singoli esponenti politici nell’ultimo mese, ma anche dalle posizioni assunte nelle vicende dell’attualità politica e non solo. In conclusione: lo scenario appare in evoluzione. Il governo mantiene un consenso elevato, ma farebbe un errore se si «sedesse sugli allori». Sullo sfondo, infatti, si registra una componente minoritaria ma tutt’altro che marginale che manifesta inquietudine per la situazione economica: sono le categorie più fragili, i meno abbienti, i non garantiti, le famiglie che vivono in povertà assoluta o al di sotto della soglia della povertà relativa, il ceto medio impoverito. Tra costoro si annida il maggiore tasso di pessimismo, di disillusione e di dissenso. Pur in una fase complessa, la priorità dovrebbe essere quella di ridurre le diseguaglianze economiche e intervenire prioritariamente sui ceti maggiormente in difficoltà, altrimenti ci aspetterà un autunno davvero caldo. 1 maggio 2022 (modifica il 1 maggio 2022 | 07:21) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-01 10:07:00, Dem primi. Lega al 16,5%, il risultato più basso della legislatura. Italexit al 4,2%, Nando Pagnoncelli