di Marco CremonesiIl vicesegretario leghista, responsabile degli esteri: si è confrontato, abbiamo spiegato che la strada era complicata. I diplomatici che conosco io sono persone silenziose Salvini l’ha detto ieri: «La politica estera della Lega è in mano a me e al responsabile degli Esteri, Lorenzo Fontana». Cioé, a lei. «Mi pare una cosa normalissima. I rapporti internazionali di un partito spettano al suo segretario e al responsabile del partito. Cosa c’è di strano?». Lorenzo Fontana, oltre a essere il vicesegretario della Lega è, appunto, anche il delegato ad occuparsi delle questioni internazionali.. In questi giorni, è sembrato che ad occuparsene fosse l’avvocato Antonio Capuano… «Il segretario si è confrontato con il partito, non so con chi altri. Io gli ho detto che il viaggio poteva essere più rischioso che fruttuoso, e poi il segretario ha scelto di non andare. Dispiace soltanto che un tentativo generoso per contribuire alla pace sia diventata una scusa per insulti e falsità contro la Lega». Perdoni: forse lo è diventato anche per le dichiarazioni di Capuano. «Non conosco questa persona, non l’ho mai visto. Mi vien solo da dire che i diplomatici che conosco sono persone abbastanza silenziose. Mi stupisce un po’ che questa persona continui a rilasciare interviste a nome di un partito che non rappresenta». Ma che cosa è successo con questo viaggio? «Salvini da tempo cerca di fare ogni sforzo possibile per avvicinare la pace e far tacere le armi. E io credo che sia una posizione giustissima per una varietà di motivi». Ce li può elencare? «Il primo è quello umanitario. Ci sono persone che muoiono, profughi, famiglie spezzate. E poi, la guerra è nemica degli interessi italiani: più il conflitto prosegue, più in questo paese i problemi si faranno pressanti e gravi. E poi c’è una questione sociale: rischiamo di avere situazioni esplosive in medio oriente e in nord Africa, con interi stati che non disporranno degli approvvigionamenti necessari. Infine, il rischio di un’escalation dalle conseguenze imprevedibili. Insomma, la guerra va fermata». Anche con iniziative individuali? «Ma guardi che è la stessa cosa che stanno cercando di fare Francia e Germania. La scelta di Matteo Salvini andava nella stessa direzione: riaprire il dialogo e la discussione per far tacere le armi». E poi, che cosa è successo? «Nulla, appunto. Come le ho detto: il segretario, quando si è aperta la possibilità di fare questo viaggio, si è confrontato con me e con altri nel partito. Noi gli abbiamo fatto presente che fosse una strada complicata dal punto di vista politico e anche mediatico, e Salvini non è andato». Fontana, ma anche il premier Mario Draghi non è sembrato entusiasta, così come Franco Gabrielli. Palazzo Chigi ha fatto sapere che nulla era stato annunciato. «Il viaggio non c’è stato, era difficile annunciare una cosa incerta. Salvini voleva mettere a disposizione una possibilità in più di confronto con la Russia. Una volta deciso è ovvio che si sarebbe confrontato e coordinato con il premier». C’è anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Di Maio ha fatto dichiarazioni che avrebbe potuto evitare…». Non teme che di questo passo si possa arrivare a una crisi? «Non credo proprio. In una situazione difficile come quella di oggi, con nubi gravi che si addensano sui prossimi mesi, da parte nostra questo pericolo semplicemente non esiste. Noi, questo sì, siamo determinatissimi a lavorare senza sosta per gli interessi degli italiani, a partire dal caro bollette». L’animosità tra i partiti è ai livelli più alti di sempre. «Tra dieci giorni ci sono le elezioni. È normale che Pd e M5S non perdano una sola occasione per screditare la Lega. Ma questo, il 12 giugno, non li aiuterà. Detto questo, l’Italia oggi ha problemi talmente importanti che mi auguro proprio che la cosa finisca qui». L’Unione europea ha appena approvato nuove sanzioni. La Lega è d’accordo? «Sono l’unico sistema per non usare le armi. Temo però che si sottovaluti una cosa: il popolo russo è storicamente abituato alle difficoltà. Più abituato che non l’Occidente. Non vorrei che riuscisse a superare i momenti difficili meglio di noi». 1 giugno 2022 (modifica il 1 giugno 2022 | 22:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-01 20:10:00, Il vicesegretario leghista, responsabile degli esteri: si è confrontato, abbiamo spiegato che la strada era complicata. I diplomatici che conosco io sono persone silenziose, Marco Cremonesi