Fontana a Montecitorio, un blitz dei partiti. Chi vota destra non è razzista

Fontana a Montecitorio, un blitz dei partiti. Chi vota destra non è razzista

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di Roberto Saviano

La foto che ho scelto questa settimana ritrae il neo presidente leghista della Camera dei deputati Lorenzo Fontana. Già ministro della Famiglia nel governo gialloverde, è putiniano, trumpiano, kaczynskiano, sovranista, omotransfobico. Una persona che non riconosce il diritto di autodeterminazione delle donne

Due parole due, da uno scritore a un impiegato. Non saper scrivere non è sempre un problema, non è un problema grave e non un problema che riguarda tutti. Non saper scrivere o non aver studiato – anche se Lorenzo Fontana pare alla «seconda o terza laurea», fonte il collega Borghi – non è un discrimine che impedisca l’accesso alle più alte cariche dello Stato. E difatti non ne farei un problema di refusi, di grammatica, financo di tabelline. Lo dico perché giudicare le persone dal loro curriculum non sempre permette di capire davvero chi abbiamo di fronte. Me ne frego del livello di istruzione e dei refusi che Fontana ha infilato nei moduli che gli è capitato di compilare, perché ritengo che la nostra attenzione debba dirigersi sul motivo della sua nomina. Che è manifestazione di un estremismo prepotente, un atto volutamente connotativo, dal punto di vista ideologico, dell’indirizzo che il governo si è dato. C’è chi afferma che Fontana meglio presidente della Camera che a capo di un dicastero importante… Io invece non mi rallegro, perché quello scranno gli offre un pulpito dal quale alimentare tensioni e odio sociale. Salvini così ha fatto campagna elettorale, e ormai, nonostante le elezioni vinte, la sensazione di un nuovo crollo imminente ci ha catapultati in un clima di perenne campagna elettorale da cui maggioranza e opposizione non hanno alcun interesse a uscire. Con la profondissima crisi economica che stiamo vivendo, l’unica strada che le diverse componenti di questo governo hanno per farsi sentire e per differenziarsi dai predecessori è far arretrare l’Italia sui diritti, che considerano privilegio per ricchi buonisti e non progresso per tutti. Stiamo ancora discutendo di ius soli (o come lo si vuol chiamare) e parliamo ancora di stranieri di seconda, terza o quarta generazione invece di parlare di italiani. Questo ci dice quanto nessun partito sia davvero consapevole – o accetti di prendere consapevolezza – di quel che accade in Italia e nel mondo.

NEL DISCORSO DI INSEDIAMENTO HA DIFESO LA «DIVERSITA’». MA ERA LA SUA. E SONO RABBRIVIDITO

Fontana è putiniano, trumpiano, kaczynskiano, sovranista, omotransfobico, non riconosce il diritto di autodeterminazione delle donne e, per favore, risparmiateci la 194: è uno strumento che va sì migliorato, ma facendo in modo che in tutti gli ospedali pubblici si possa abortire, facilitando l’accesso alla pillola abortiva. In ultimo, la presidenza della Camera a Lorenzo Fontana è un colpo di mano dei partiti perché la base elettorale della destra non è omotransfobica, non è contro il progresso, non è contro l’aborto e il diritto di autodeterminazione delle donne e, soprattutto, non è razzista! Certo che se ogni giorno, per anni, ripeti sui social, con post violentissimi e sponsorizzati, che la disoccupazione è diretta conseguenza dei fondi destinati all’accoglienza dei migranti, che gli immigrati vengono a delinquere e spacciare, stai raccontando frottole, truffando i tuoi elettori, creando tensione sociale e soprattutto offrendo un capro espiatorio utile a sfogare le frustrazioni quotidiane. Oggi chi vince le elezioni le vince per rabbia, di questo dobbiamo prendere atto noi elettori. Perché gli eletti lo sanno, ne approfittano e alimentano questa condizione. I partiti con la scelta di Fontana hanno commesso un atto di prepotenza contro i loro stessi elettori, mostrando un percorso di ferocia che non può essere condiviso. Ho ascoltato il discorso di insediamento di Lorenzo Fontana e laddove qualcuno ha trovato le sue parole tutto sommato di buon senso, io sono rabbrividito. Fontana ha parlato di «diversità» sperando che chi lo ascoltava potesse credere che si riferisse alla disabilità. Non è così: Fontana parlava della diversità sua e dell’area politica cui appartiene, rivendicava la diversità di chi come lui non si omologa al «pensiero unico dominante» che giudica Putin un despota aggressore, che rispetta le coppie gay e le famiglie arcobaleno; che non criticherebbe mai la volontà di una donna nel non voler portare a termine una gravidanza. Questa la diversità che Fontana difende.

E’ «LA DIVERSITA’» DI CHI NON SI OMOLA ALL’IDEA CHE PUTIN SIA UN DESPOTA E CHE LE COPPIE GAY VADANO RISPETTATE

Se invece avesse, per caso, davvero parlato di disabilità (è stato ministro della Famiglia e della Disabilità) allora non mi spiego come mai non abbia seriamente contribuito all’applicazione dei Peba (Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) quando poteva farlo. E come mai gli unici atti di Fontana ministro che ricordiamo sono solo provocazioni, offese e il patrocinio offerto al Convegno Mondiale sulla Famiglia, svoltosi a Verona.

28 ottobre 2022 (modifica il 28 ottobre 2022 | 11:44)

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, 2022-10-28 09:45:00, La foto che ho scelto questa settimana ritrae il neo presidente leghista della Camera dei deputati Lorenzo Fontana. Già ministro della Famiglia nel governo gialloverde, è putiniano, trumpiano, kaczynskiano, sovranista, omotransfobico. Una persona che non riconosce il diritto di autodeterminazione delle donne, Roberto Saviano

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