Formazione docenti, quasi la metà dedica più di 25 ore, molti anche il doppio. In 1 anno cè chi spende fino a 500 euro. I dati

Aperti alle innovazioni. Pronti ad accogliere le sfide sempre nuove del digitale, formandosi e aggiornandosi costantemente. Soddisfatti dell’offerta formativa proposta.

I docenti italiani, secondo un sondaggio realizzato dalla Gilda degli Insegnanti e presentato stamane, 20 aprile, nel corso della conferenza “Costruire il Futuro della Scuola – digitalizzazione, formazione e sburocratizzazione” a Roma, dimostrano di essere, e di voler essere sempre di più, al passo con i tempi per garantire ai propri alunni il miglior livello di istruzione possibile.

Quasi la metà degli intervistati, ovvero il 46,7%, dichiara di dedicare alla formazione e all’aggiornamento in media ogni anno scolastico ben oltre il minimo delle 25 ore obbligatorie, con il 34,3% che ne impegna fino al doppio.

Per il 51,1% l’investimento economico medio annuale non supera i 100 euro, mentre il 21,1% spende fino a 250 euro e il 18,8% fino a 500 euro.

All’acquisizione delle competenze digitali, il 31,9% riserva fino a 30 ore di formazione, il 23,1% oltre 50 e il 10,5% fino a 50.

Per formarsi e aggiornarsi, gli insegnanti italiani dimostrano di apprezzare i corsi organizzati dalle loro scuole, con oltre il 50% che si rivolge prevalentemente alle proposte formative interne. Il 33,8%, invece, si affida a enti esterni accreditati dal ministero e il 10% alle università. C’è poi il 65,8% che preferisce fruire dei corsi a distanza, il 21,7% in presenza e il restante 12,5% predilige la modalità mista.

Quasi unanime il giudizio sulla card del docente, considerata uno strumento utile per la formazione dall’88% degli insegnanti, di cui il 47% ritiene, però, che andrebbe ampliata la gamma di beni e servizi acquistabili.

Sul fronte della qualità, l’offerta formativa proposta viene promossa dal 75%: il 38,6% la definisce ‘utile’ e il 37,1% ‘interessante’. Per il 12,5%, invece, è ‘noiosa’ e l’11,8% la bolla come ‘una perdita di tempo’.
Circa il 75% è dell’opinione che la formazione digitale giochi un ruolo importante rispetto all’apprendimento degli alunni: il 48,8% la considera abbastanza utile e il 25,9% molto utile. E in base alla loro esperienza, per il 47,5% dei docenti i risultati migliori si ottengono utilizzando sia gli strumenti informatici sia quelli tradizionali cartacei, ma con una prevalenza di questi ultimi, mentre per il 38,4% risulta efficace un sistema misto che adotti soprattutto i device digitali.

I dati emersi dal sondaggio – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – dimostrano il grande impegno professionale profuso dai docenti anche sul fronte della formazione e dell’aggiornamento. Tutto ciò nonostante siano oberati da una mole enorme di incombenze burocratiche e, come evidenziato dalla ricerca condotta lo scorso anno dall’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, lavorino in media 36 ore settimanali, cioè il doppio delle 18 di insegnamento previste dal contratto. E non dimentichiamo che durante la pandemia hanno dato prova di non essere secondi a nessuno anche nell’uso del digitale. Per dare ai nostri insegnanti la possibilità di dedicarsi alle attività di formazione e aggiornamento, – conclude Di Meglio – rinnoviamo la richiesta, avanzata già da molti anni, di istituire periodi sabbatici. La formazione, in ogni caso, deve essere sempre riconosciuta adeguatamente a livello stipendiale nel contratto e non può essere imposta senza esonero dal servizio

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