Fotografa perde la vista: «Ora con la ceramica libero le mie emozioni»

Fotografa perde la vista: «Ora con la ceramica libero le mie emozioni»

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di Alice D’Este

Si è malata di retinite pigmentosa e ha riscoperto una via di espressione attraverso il tatto. È diventata una apprezzata ceramista. Ha partecipato a una mostra della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto

Sono soprattutto occhi e volti. Da scoprire scorrendone le linee, gli angoli, saggiandone i materiali. Sandra Constantini, classe 1958 ha una patologia dell’occhio, la retinite pigmentosa che è una malattia degenerativa. Nata a Cortina, in una famiglia di fotografi, Sandra ha sempre catturato e riprodotto istantanee del mondo attraverso la macchina fotografica. Poi la retinite (genetica) ha cominciato a rendere impossibile un uso della macchina fotografica intenso e preciso come avrebbe voluto lei. «I cambiamenti spesso arrivano in modo graduale – dice- quando è così è più facile. Quando invece d’improvviso qualcuno ti dice che hai una patologia che ti farà diventare cieca l’impatto è diverso. Come ho fatto? Passo dopo passo. Come in tutte le malattie ti devi riadattare, devi cambiare modo di vivere».

Lei, che da sempre si occupa di arte è passata alla creta riscoprendo una via di espressione attraverso il tatto. E ha pensato di provare in questo caso ad usare le sue opere per parlare di anche di guarigione e passi interiori. «Se prima uscivo di casa serenamente da sola ora non lo posso più fare. Io mi muovo dovunque, certo – dice – Ma solo dopo aver preso confidenza con gli spazi. Niente mi blocca: cucino, lavoro a maglia, attacco un bottone. I n un modo o nell’altro si fa. Si aggira l’ostacolo finché si può. Vado perfino al cinema, mio marito mi racconta le scene in cui non c’è dialogo. Faccio yoga, mi sono avvicinata a tante attività che mi permettono di curare fisico e anima. La meditazione e l’arte sono parte di tutto questo». Il mondo, insomma, può cambiare ma splendere comunque. E l’arte, in questo senso, fa metà della strada. La svolta per Sandra è avvenuta nel 2015, a Viterbo, dove ha scoperto la creta. Nello stesso anno ha partecipato ad un progetto di esperienza tattile realizzato «dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti». A novembre 2019, la sua prima mostra personale «Attraverso le mani», nell’ottobre 2020 il Museo Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo ha ospitato la sua seconda personale. Sembra, a sentirlo da lei, assolutamente semplice. Quando è chiaro che non lo è affatto. «Dove trovo la forza? Dove la trovano tutti in questo caso. Devi trovarla dentro te stessa. Ma le persone intorno a te sono dei pilastri ai quali non puoi rinunciare – dice – mio marito Luciano, mia figlia Angelica, ma anche tutte le mie amiche e la mia famiglia. Luciano per esempio mi sta accanto senza anticipare le mie richieste, lasciandomi i miei spazi di autonomia, i miei tentativi ma c’è, sempre, in maniera insostituibile. Quando siamo a passeggio ormai siamo organizzatissimi, visti da lontano non si direbbe che ci vedo male (scherza) siamo perfetti».

Per Sandra la malattia degenerativa non è stato l’unico grande ostacolo nella vita. Un altro evento, infatti, ha segnato per sempre la sua esistenza, la donazione di cornee della sorella Marta. Anche lei affetta da una malattia retinica molto grave, nel 2010 è morta in un tragico incidente. «Era giovane, è riuscita a donare le cornee attraverso Fondazione Banca degli Occhi del Veneto – dice Sandra – scoprire che le cornee donate avrebbero potuto ridare la vista ad un’altra persona è stato potente». Anche per questo Sandra Constantini ha partecipato ad una performance artistica negli stand della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto all’interno di VIS – Venezia In Salute 2022 promosso, dall’Ordine dei medici di Venezia, dalla Fondazione Ars Medica e dall’Ordine degli Infermieri di Venezia. «Sono ottimista sì – dice Constantini – certo ho anche io i miei momenti bui. Ma la presenza delle persone che vivono con te, che ti vogliono bene e ti aiutano è fondamentale. Io parlo chiaro della mia difficoltà, mi metto a mio agio e metto a loro agio gli altri. Liberarsi dalla situazione di difficoltà, ti libera. E quando parli scopri che c’è di tutto in giro. Da chi ha una protesi e si fa problemi ad andare in piscina ad altre problematiche. Poi quando mi chiedono come va dico che va tutto bene, ma non per circostanza. Perché lo penso. La chiave è l’energia vitale che sta dentro ad ognuno di noi, parte tutto da lì».

25 settembre 2022 (modifica il 25 settembre 2022 | 18:57)

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, 2022-09-26 05:09:00, Si è malata di retinite pigmentosa e ha riscoperto una via di espressione attraverso il tatto. È diventata una apprezzata ceramista. Ha partecipato a una mostra della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, Alice D’Este

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