di Matteo Cruccu
Il Maestrone presenta il nuovo disco: «Canzoni da Intorto», undici cover. E non si risparmia sull’analisi. «Moratti? Mai stata di sinistra, fanno bene a non candidarla»
Incede un po’ faticosamente . sì. E, un po’ sorride, come quei bambini che sanno di aver fatto una promessa che poi non hanno voluto mantenere. Tale voto però scontentava tutti tranne lui: perché in questa affollata bocciofila da tempi andati, alla periferia di Milano, sono tutti molto lieti di venire a sapere che Francesco Guccini è tornato a cantare, a dieci anni dall’ultimo disco. Dopo che aveva giurato e spergiurato di volersi dedicare solamente alla scrittura. «Canzoni da intorto» così si chiama l’album, quelle che dovrebbero servire per conquistare le signore, album però di sole cover, in realtà una mappa dei sentimenti, personali , ma soprattutto politici del Maestrone. Dagli inni anarchici «Addio Lugano Bella» e «Nel fosco fin del secolo» ( scherza lui«La nonna della Locomotiva») al dolente e durissimo «Morti di Reggio Emilia» ai brani della Resistenza «Ma mi» o la Jannacciana : «Sei minuti all’alba».
Perché ha rotto il voto Guccini?
«In realtà ho sempre detto che non sono più capace di scrivere brani e che non sarei più salito su un palco, non che avrei smesso del tutto di cantare. Anche se, con la voce, faccio molta più fatica di prima»
Come le ha scelte queste «Canzoni da intorto»?
«Sono quelle delle serate con gli amici, delle partite a briscola e tressette, di uno che mi da il la e poi si parte tutti insieme. Le avevo nel cassetto da anni, ora mi hanno convinto, follemente, a inciderle»
Per altro solo in formato fisico, non c’è lo streaming…
Guccini ride: «Cos’è lo streaming? Lo ignoro, qualunque cosa sia…»
Di sicuro però c’è poco da «intortare», questo è un disco molto politico
«Ma no, la tecnica è proprio quella di spiegare il senso delle canzoni alle signore che non lo sapevano. Comunque, oggi come oggi, io sono casto come una vergine».
La politica e la musica già: recentemente, De Gregori e Venditti hanno detto che si rischia di essere retorici nello sbandierare le proprie idee
«Una loro scelta. E dire che dicevano che io ero comunista e lui no. Anche se era il contrario, io anarchico e non certo comunista. E comunque non ho nessuna paura di dire quali sono le mie opinioni. D’altra parte la storia della mia vita è quella iniziata al liceo: si doveva scegliere tra achei e troiani. E io sempre dalla parte della minoranza, i troiani. I perdenti. Come ora»
Già , come vive questo scenario politico, con Giorgia Meloni e i suoi «Fratelli d’Italia» maggioranza del Paese?
«Eh, la fiamma non l’hanno tolta. Ed è quella che ardeva e arde ancora sulla tomba di Mussolini. Non è che mi faccia molto piacere».
Il Pd che lei vota è stato definito da Carlo De Benedetti «un partito di baroni»
«Mi sembra una definizione ingiusta, i problemi mi sembrano altri»
E li ha invitati a non essere schizzinosi con Letizia Moratti. Nel disco c’è un brano che sembra paradossalmente alludere alla questione: «Quella cosa in lombardia»
«No, no, quella è una canzone d’amore, scritta peraltro da Franco Fortini. Venendo a Moratti se ha voglia di presentarsi che lo faccia. Non mi sembra che abbia molto lavorato con la sinistra, quindi fa bene il Pd, per quel che ne resta, a non appoggiarla».
Ma tornerà anche a suonare, Francesco?
«Non esageriamo con la «rottura» di promesse, mi basta averne già infranta una…».
17 novembre 2022 (modifica il 17 novembre 2022 | 16:33)
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, 2022-11-17 15:33:00, Il Maestrone presenta il nuovo disco: «Canzoni da Intorto», undici cover. E non si risparmia sull’analisi. «Moratti? Mai stata di sinistra, fanno bene a non candidarla» , Matteo Cruccu