Francesco, l’ultimo irriducibile che non vuole lasciare casa dopo l’evacuazione. È pure volontario della Protezione civile

Francesco, l’ultimo irriducibile che non vuole lasciare casa dopo l’evacuazione. È pure volontario della Protezione civile

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di Fulvio Bufi e Alfio Sciacca, inviati a Ischia

È una della dieci persone indicate dal commissario Legnini che non vogliono andare negli alberghi. «Io conosco la montagna e so che dove siamo noi non corriamo alcun pericolo»

«La polizia è venuta ieri sera a dirmi che sarei dovuto andar via, ma io da casa mia non me ne vado. Dicono che sono in zona rossa. Macché rossa, questa da cinque anni è zona nera. Da quando il terremoto ci ha devastato e nessuno ha mai fatto niente per aiutarci a ricominciare». Francesco Mattera, 77 anni, è uno dei dieci residenti in prossimità della frana del monte Epomeo di cui ha parlato il commissario per l’emergenza Giovanni Legnini che non vogliono lasciare la loro case anche dopo l’ordine di evacuazione a seguito dell’allerta gialla che potrebbe provocare altre frane dopo quella della scorsa settimana che ha fatto undici morti e una dispersa.

Un drappello di irriducibili di cui Francesco è ormai il simbolo. Il paradosso è che lui oltre ad essere un personaggio simbolo per Casamicciola è pure un volontario della Protezione civile, con tanto di attestato del ministero dell’Interno. Ha già lavorato a Sarno quando, nel maggio 1998, una valanga di fango precipitata dal pizzo d’Alvano provocò 137 morti, e prima ancora in Umbria, all’indomani del terremoto del 1997.

Dopo il sisma che colpì Casamicciola nel 2017, costruì una baracca in piazza Maio, nell’area più danneggiata, e da allora passa le giornate in questa sorta di gazebo della memoria che, giura, resterà in piedi finché la ricostruzione non diventerà una realtà. Lui abita dieci metri più avanti, in via Montecito che fa parte della zona rossa definita dopo la frana di otto giorni fa, come del resto anche la stessa piazza Maio. E il paradosso è che quella baracca in questi giorni è il punto di riferimento non solo degli abitanti della parte alta di Casamicciola che continuano a incontrarsi qui come fanno da anni, ma anche di vigili del fuoco, forze di polizia e volontari impegnati nella ricerca dei dispersi.

L’associazione di protezione civile che fa capo a Mattera porta qui pasti e bevande caldi a ripetizione, e i soccorritori vengono a rifocillarsi nelle pausa tra un turno e l’altro. «Io non ho mai pensato nemmeno per un minuto a spostarmi da qui e tantomeno a lasciare la mia casa», dice Francesco. E aggiunge: «Ora hanno paura e vorrebbero svuotare quasi tutta Casamicciola, ma io conosco la montagna, so come è fatta e so che qui una frana pericolosa non ci sarà. Fango dall’Epomeo ne è sempre caduto, ma se ce ne andiamo oggi cosa risolviamo? Alla prossima pioggia andremo via un’altra volta? Perché certo non sarà cambiato nulla. E invece questo è il problema: intervenire su Casamicciola con serietà e onestà. Bisognava farlo dopo il terremoto ma non è stato fatto. E finché io sarò qui e sarà qui questa baracca, potremo continuare a denunciare di essere stati abbandonati».

È con questo carattere e questa determinazione che Mattera si è guadagnato l’appellativo di «sentinella di piazza Maio». «Ho due figli e sette nipoti, nella vita ho fatto mille lavori, il contadino, il muratore, l’operaio. Ora sono un pensionato e la mia vita è qui. Quando sarò morto potranno portarmi via. Ma fino a quel giorno decido io. E decido di non muovermi».

3 dicembre 2022 (modifica il 3 dicembre 2022 | 21:39)

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, 2022-12-03 20:43:00, È una della dieci persone indicate dal commissario Legnini che non vogliono andare negli alberghi. «Io conosco la montagna e so che dove siamo noi non corriamo alcun pericolo», Fulvio Bufi e Alfio Sciacca, inviati a Ischia

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