La figura paterna nel contesto della lotta contro la violenza emerge prepotentemente attraverso le parole del padre di Giulia Cecchettin nel corso del funerale di sua figlia, tragicamente uccisa dal suo ex fidanzato.
In un momento di immenso dolore, il genitore ha rivolto un appello significativo, non solo alla società in generale ma specificatamente agli uomini, esortandoli a una presa di coscienza attiva e partecipativa.
Il padre di Giulia ha sottolineato l’importanza del ruolo degli uomini nella prevenzione della violenza. “Mi rivolgo per primi agli uomini”, ha detto, sottolineando la necessità di un dialogo aperto e onesto tra gli uomini stessi. La sua richiesta non è solo di ascoltare le donne, ma anche di non ignorare i segnali di pericolo e di agire attivamente contro ogni forma di violenza.
Un altro punto cruciale sollevato riguarda l’educazione dei figli, in particolare nel contesto dell’accettazione delle sconfitte. “Educhiamo i figli ad accettare le sconfitte”, ha esortato, ponendo l’accento sull’importanza di insegnare ai giovani a gestire il rifiuto e la frustrazione in maniera sana e costruttiva. Questo approccio educativo è fondamentale per prevenire atteggiamenti violenti e per costruire una società più rispettosa e sicura: È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all’esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto”.
Il passaggio sulla scuola: “La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli. Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l’importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti”.
Nel suo discorso, il padre di Giulia ha anche espresso gratitudine per il sostegno ricevuto in questo momento di immenso dolore. Un gesto di riconoscimento che non solo evidenzia la solidarietà e l’empatia della comunità, ma rafforza anche il messaggio che la lotta contro la violenza è un impegno collettivo.
Una poesia di Khalil Gibran, infine, è stata letta nel suo intervento al funerale della figlia. “Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere: ‘Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…’”.
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