di Enrica Roddolo
Joe Biden, Ursula Von der Leyen e Sergio Mattarella che oggi ha parlato al telefono con re Carlo III. E poi Macron e Steinmeier. L’imperatore del Giappone e i re di Spagna, Svezia, Belgio e Olanda e Danimarca. Tra protocollo e geopolitica
Un raduno globale di leader mondiali, almeno 500. Re, regine, principi e principesse assieme a Capi di stato, First Lady e personalità di prima fila della geopolitica. Dal presidente americano Joe Biden con la First Lady Jill che erano stati accolti da Elisabetta a margine del G7 in Cornovaglia un anno fa, all’imperatore del Giappone Naruhito che farà il suo debutto a un grande evento planetario dopo esser subentrato al padre Akihito nel 2019 che abdicò (e arriverà con la moglie l’imperatrice Masako che da vent’anni non prendeva parte a eventi globali). La presidente dell’India, Murmu, prima donna a guidare il Paese di cui fu viceré Lord Mountbatten. E il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha avuto questa mattina un «cordiale colloquio telefonico con Sua Maestà Carlo III, Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord», rende noto il Quirinale.
Nel corso della conversazione, il presidente Mattarella ha rinnovato le più sentite condoglianze della Repubblica italiana e sue personali per la scomparsa della regina Elisabetta II. Il Capo dello Stato ha ricordato le visite della Sovrana in Italia e gli incontri personali nonché l’amicizia dimostrata nei confronti del nostro Paese negli anni del Suo Regno, augurando buon lavoro a re Carlo III.
E ancora re Filippo del Belgio e i reali d’Olanda (l’attuale re Guglielmo Alessandro con la moglie Maxima ma anche l’ex regina Beatrice), e allo stesso modo la regina Margrethe di Danimarca con l’erede al trono Frederick e la moglie principessa Mary, il re di Svezia Carlo Gustavo con la regina Silvia, re Harald di Norvegia con la consorte Sonja.
E re Felipe VI di Spagna con Letizia ma anche l’ex regina Sofia con l’ex re Juan Carlos. Cosa che ha già scatenato in Spagna proteste per gli scandali di Juan Carlos. Va detto che Alfonso XIII, avo dell’ex re, sposò una Windsor. E questo elemento mette subito in luce la complessità del lavoro del protocollo della Royal Household (il motore operativo dei Windsor, 700 dipendenti circa) che con il Foreign Office sta lavorando per organizzare al meglio questo funerale.
Tra i reali, il funerale segnerà anche il ritorno sul palcoscenico globale della coppia Alberto II e Charlène (che debuttarono proprio a un evento globale del Gotha: le nozze di Victoria di Svezia più di 10 anni fa). Arriverà a Londra pure il gran duca di Lussemburgo Henri con la moglie Maria Teresa. Matrimoni e funerali, ieri come oggi restano il grande ritrovo che mette assieme paesi e famiglie del Gotha.
Gli inviti sono partiti subito nel weekend scorso e fino a oggi gli invitati possono rispondere: intanto 300 dipendenti del Foreign Office britannico sono stati messi al lavoro 24 ore su 24 per organizzare la macchina organizzativa. Mercoledì, il corteo reale che da Buckingham Palace ha accompagnato il feretro di Elisabetta II su un affusto di cannone — pur già oceanico per le folle a Londra — è stato solo una piccola prova generale di cosa sarà Lunedì il giorno dell’addio del mondo alla sua leader più globale. Come hanno dimostrato in questi giorni le condoglianze di leader e personalità di ogni convinzione politica e credo. Dal Santo Padre a Xi Jinping.
Così globale da mettere alla prova anche la «capacità» di Westminster Abbey, la basilica dove si terrà il funerale solenne prima dell’intima cerimonia per la famiglia a Windsor. A ciò si aggiunge il fatto che la regina era anche sovrana di 14 Paesi del Commonwealth (dopo l’addio di Barbuda divenuta repubblica) e Capo di stato anche dei Paesi repubblicani del network del Commonwealth. E che i Paesi del Commonwealth hanno la precedenza per il Regno Uniti. Essendo il retaggio dell’Impero della regina Vittoria, e rappresentando un network sul quale Elisabetta e adesso Carlo III (nuovo capo del Commonwealth anche) dedica molte energie. Alcuni, come Justin Trudeau legati anche da ricordi d’infanzia e di famiglia alla regina. E ancora Jacinda Ardern dalla Nuova Zelanda. Altri, come il nuovo Pm australiano Anthony Albanese scettico sulla monarchia.
Come hanno dimostrato i due viaggi di Carlo in questi giorni, in Scozia come in Irlanda del Nord, poi la partita è anche tenere assieme complesse negoziazioni di pace seguite nei decenni dalla regina Elisabetta. Così ci saranno Michelle O’Neill (Sinn Fein), e Michael Higgins, presidente dell’Irlanda.
Insomma, per la macchina operativa che sta gestendo inviti e programma si tratta di tenere assieme le precedenze della geopolitica, con quelle dei Paesi del Commonwealth (per evitare autogol in un momento in cui già i rapporti sono delicati con alcuni Paesi, vedi l’Australia o i Paesi caraibici tentati dall’alternativa repubblicana). E assieme non dimenticare i tanti (e talvolta stretti) legami di parentela tra famiglie reali.
Ad ora dovrebbero venire a Londra – con voli commerciali, non voli privati salvo eccezioni per Biden e pochi altri (dettate da sicurezza) — Ursula Von der Leyen (Commissione EU) ma anche Charles Michel (European Council)e il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier, Jair Bolsonaro (Brasile) e Isaac Herzog (Israele). Oltre a Erdogan (Turchia), de Sousa (Portogallo).
E ovviamente ha ricevuto l’invito Xi Jinping alla guida della superpotenza cinese, e a Pechino alcuni anni fa il principe William guidò una importante visita. Ma è da vedere cosa farà Xi, atteso solo questa settimana alla sua prima visita estera dalla pandemia.
Invitata anche la Sud Corea, e pure la Nord Corea. A settembre 2021 Sua Maestà inviò un messaggio al presidente nordcoreano per la festa nazionale. Lufficio della regina lo giustificò dicendo che manda una gran quantità di auguri in giro per il mondo su “consiglio del Foreign Office”. Il Regno Unito poi ha un’ambasciata a Pyongyang, anche se l’ambasciatore è rientrato in patria a causa delle troppe restrizioni causate dalla campagna anti-pandemia in Nord Corea.
Non ci saranno Putin, Lukashenko (Bielorussia), Myanmar, Assad e il presidente afghano e iraniano, e ancora Ortega (Nicaragua). Neppure Donald Trump: ragioni di spazio, ogni Paese ha l’invito per Capo di stato e un accompagnatore, spesso la First Lady o personalità di primo piano) fanno pensare che non verrà.
Potrebbero esserci invece gli Obama (con un invito privato,non istituzionale, nonostante le contingentazioni di spazio): molto legati al nuovo principe di Galles, e prima a Elisabetta e Filippo che si mise al volante per scortarli per le tenute reali durante una loo visita nel Regno Unito.
15 settembre 2022 (modifica il 15 settembre 2022 | 15:28)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-09-15 13:29:00, Joe Biden, Ursula Von der Leyen e Sergio Mattarella che oggi ha parlato al telefono con re Carlo III. E poi Macron e Steinmeier. L’imperatore del Giappone e i re di Spagna, Svezia, Belgio e Olanda e Danimarca. Tra protocollo e geopolitica, Enrica Roddolo