di Marco Galluzzo, inviato a BaliIl presidente degli Usa: «Giorgia congratulazioni, qui sei l’unica donna». Ed esprime l’auspicio che l’Italia non abbia più sulla Cina le posizioni ondivaghe di altri precedenti governi (come quello guidato da Conte, che firmò il memorandum della Via della Seta) Lei arriva sollevata e contenta: ha rotto il ghiaccio in un altro foro internazionale, il suo intervento al G20 ha ricevuto almeno due complimenti pubblici, quello del presidente del Sudafrica e quello del premier canadese («sui dossier che riguardano la salute era da tanto che non eravate sulla scena», le ha detto Trudeau). Lui si presenta all’incontro ancora più che soddisfatto dal confronto del giorno prima con il leader cinese, ancora galvanizzato dal risultato delle elezioni di Midterm: «Cara Giorgia, ti faccio in primo luogo le mie congratulazioni, te le meriti perché innanzitutto sei l’unica donna in questo tavolo di soli uomini». Parlano per un’ora Giorgia Meloni e Joe Biden. Con l’ausilio degli staff, ma in sostanza quasi a tu per tu, in inglese, senza bisogno di traduzioni, toccando tutti i dossier programmati: la Cina, l’Ucraina, la crisi energetica, le relazioni bilaterali. I momenti più densi del faccia a faccia sono forse due: il primo quando la premier chiede una mano al presidente degli Stati Uniti sulle forniture e sui prezzi del gas liquido che arriva in Italia dalle aziende americane. Sono private, ma una moral suasion di Biden non sarebbe indifferente. Meloni chiede e Biden assicura: «Ti prometto che me ne occuperò, cercherò di venire incontro alle esigenze del tuo Paese». Ma se la premier mette sul tavolo del confronto con l’alleato il fardello di una crisi mondiale che sul nostro Paese si è scaricata con conseguenze economiche non indifferenti, anche il presidente Usa ha qualcosa da chiedere, o comunque da registrare, insieme all’alleato italiano. Mentre lei garantisce continuità in politica estera, mentre lui le riconosce il merito di essere «un alleato eccellente», l’inquilino della Casa Bianca tiene non solo a raccontare il suo colloquio con Xi Jinping, ma anche ad esprimere l’auspicio che Roma non abbia più le posizioni ondivaghe di altri precedenti governi, in primo luogo quello guidato da Giuseppe Conte, che firmò il memorandum della Via della Seta. Su questo punto i ragionamenti dei due leader viaggiano su binari paralleli: la Cina è un partner commerciale imprenscindibile, ma anche una minaccia sistemica. Biden sta contribuendo a ricostruire alcune filiere industriali americane impoverite dalmade in China , Meloni sul tema ci ha fatto un pezzo di campagna elettorale. E allora per tutti e due c’è una posizione condivisa, sulla quale convergono: «Dobbiamo trovare un modo di competere senza aggravare la situazione, senza acuire le incomprensioni». Il clima, almeno per chi partecipa al’incontro, è a tratti quello di due vecchi alleati. La presentazione, e anche qualche ombra delle settimane precedenti, quei commenti a freddo di Biden sul risultato elettorale italiano, sono elementi secondari: la prima dura pochi istanti, con i complimenti del presidente; per le incomprensioni non c’è spazio, non esiste motivo per ricordarle. Semmai a Biden fa piacere ringraziare il nostro Paese per l’assistenza militare che sta dando a Kiev, mentre gli preme aggiornare il nostro capo del governo con le valutazioni più recenti della sua amministrazione sulla situazione in Ucraina. Le aperture dimostrate dai Xi Jinping, che Meloni vedrà martedì poco prima di tornare in Italia, sono un sollievo per tutti, ma per la Casa Bianca restano «grandi incognite» su un percorso di stabilizzazione della crisi. A margine dell’incontro completano il quadro di una sintonia alcuni membri dello staff americano: sappiamo benissimo che nella vostra maggioranza ci sono posizioni diverse sulla guerra e sulla Russia, ma ci sentiamo garantiti sia dalla posizione del vostro presidente del Consiglio, che dalla scelta del ministro degli Esteri. 15 novembre 2022 (modifica il 15 novembre 2022 | 22:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-15 21:03:00, Il presidente degli Usa: «Giorgia congratulazioni, qui sei l’unica donna». Ed esprime l’auspicio che l’Italia non abbia più sulla Cina le posizioni ondivaghe di altri precedenti governi (come quello guidato da Conte, che firmò il memorandum della Via della Seta), Marco Galluzzo, inviato a Bali