Galimberti: Un conto è parlare male di un docente, un conto prenderlo a calci. Per i ragazzi di oggi non cè grande differenza

Galimberti: Un conto è parlare male di un docente, un conto prenderlo a calci. Per i ragazzi di oggi non cè grande differenza

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Il filosofo Umberto Galimberti

Il professor Umberto Galimberti, filosofo e saggista, ha discusso in merito alla violenza sulle donne e alla violenza in generale perpetrata dai giovanissimi a L’Aria Che Tira, programma di La7. L’esperto ha preso spunto dai recenti fatti di cronaca, e in particolare dal femminicidio di Giulia Cecchettin.

“I ragazzi sono imprevedibili, non distinguono la gravità o la non gravità dei loro comportamenti. Basti pensare che un conto è parlare male di un professore, un conto prenderlo a calci. Per i ragazzi di oggi non c’è una grande differenza. Se uno è antipatico per loro è uguale”.

“Il raptus non esiste”

E, sull’accusato della morte della ragazza, il suo ex fidanzato Filippo Turetta: “Il raptus non esiste, è fanta-psicologia. Questo ragazzo non è passato dal livello pulsionale al livello emozionale nella sua crescita. Kant diceva che il bene e il male potremmo anche non definirli, perché ciascuno li sente naturalmente da sé. Non è più vero, oggi i ragazzi non sentono la differenza tra il bene e il male”.

Le dichiarazioni dei genitori di Turetta

Ieri i genitori di Turetta hanno rilasciato alcune dichiarazioni in merito all’educazione che gli hanno impartito: “Non siamo talebani. Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne. Ho il massimo rispetto di mia moglie e in casa abbiamo sempre condannato apertamente ogni tipo di violenza di genere. Vederci descrivere ora come una famiglia patriarcale ci addolora molto”, ha detto il padre.

Secondo loro il maschilismo non c’entra: “Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio. Anzi, parlavamo spesso in casa di questi temi, soprattutto quando i ragazzi partecipavano agli eventi organizzati dalla scuola… Ora, non sappiamo davvero darci una spiegazione”.

“Cosa doveva fare mia moglie? Non stirargli la tuta quando doveva andare a pallavolo? Non preparagli la cotoletta quando tornava? Ha fatto quello che fanno tutte la mamme, io credo. No? Questi giudizi sono inutili in questo momento. In questi giorni mi hanno detto che dovevo preoccuparmi se quando andava a letto abbracciava l’orsacchiotto pensando a Giulia. Io davvero non ho dato peso a questa cosa. Avrei dovuto?”, ha aggiunto il padre, addolorato.

La risposta del Governo

In molti hanno riflettuto sull’educazione dei giovanissimi di oggi e hanno chiesto l’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che dal canto suo ha parlato di un progetto, “Educare alle relazioni”, che sarà presentato a breve, e ha disposto un minuto di silenzio nelle classi italiane per riflettere su quanto accaduto. Il 22 novembre sono state presentate al Senato dai ministri dalla Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e della Cultura Gennaro Sangiuliano le iniziative rivolte al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne.

C’è chi chiede di più: si chiede a gran voce un cambio del curriculum scolastico e l’inserimento dell’educazione affettiva come materia scolastica in modo strutturale, e non come un corso una tantum. C’è anche chi ha criticato Valditara per aver optato per il silenzio. Secondo molti, come la biologa Antonella Viola, bisogna fare il contrario: parlare di questi temi, discuterne con gli studenti.

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