Gas, Cingolani: una task force andrà in Europa per negoziare il tetto anti-speculazione

Gas, Cingolani: una task force andrà in Europa per negoziare il tetto anti-speculazione

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caro energia

di Fausta Chiesa e Fabio Savelli 23 ago 2022

Gas, Cingolani: una task force andrà in Europa per negoziare il tetto anti-speculazione

Un Consiglio dei ministri previsto per domani, giovedì 25 agosto, il primo dopo la breve pausa estiva. Un vertice per affrontare, tra i temi in agenda, anche il caro energia con il prezzo del gas che non accenna a diminuire. Il rischio razionamenti non è dietro l’angolo, seppur si monitorino con attenzione i flussi da Mosca che da qualche settimana sono stati ridotti rispetto alle richieste. A molti, come le acciaierie, conviene tenere gli impianti di produzione fermi perché sono saltati i margini economici. Diventa di cruciale importanza coordinarsi a livello europeo per imporre una stretta.

Il vertice a Bruxelles sul price cap

«È previsto che all’inizio della prossima settimana si tenga una riunione a Bruxelles a cui parteciperà una nostra task force», ha detto ieri, 23 agosto, il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani. Sul tavolo, la fattibilità tecnica del tetto al prezzo del gas su cui la stessa presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha manifestato la sua disponibilità a trovare un punto di caduta tra i 27 Paesi membri che possa prevederlo entro l’autunno, quando si accendono i caloriferi e i consumi energetici aumentano fino a fine marzo. Il tetto al prezzo si applicherebbe a tutto il gas in Europa, quindi a quello prodotto da Olanda (finora contraria al price cap), Norvegia e anche alla Russia, se non dovesse interrompere le forniture. Un prezzo che, secondo addetti al settore, dovrebbe comunque essere più alto dell’anno scorso, ma non a questi livelli, in modo tale da garantire la sostenibilità del sistema sia dalla parte di chi vende sia da quella di chi compra. Mosca potrebbe accettare, considerato il fatto che se non vende il gas ai Paesi Ue è costretta a bruciarlo perché il metano che fuoriesce deve essere convogliato nei gasdotti che oggi arrivano in Europa. Ma quello che farà Vladimir Putin è un’incognita. Già da qualche settimana Mosca sta utilizzando il contingentamento del metano – con la «scusa» di un pezzo mancante, una turbina Siemens nel frattempo aggiustata e spedita dal Canada, ma ancora ferma in Germania per mancanza dei documenti di spedizione — come arma di pressione politica.

Il piano di risparmio energetico

La domanda che tutti si fanno è che cosa succederà se la Russia dovesse decidere di interrompere definitivamente le esportazioni di metano verso l’Europa, dopo l’interruzione del gasdotto Nord Stream 1 prevista per tre giorni dal 31 agosto al 2 settembre «per manutenzione» di un’altra turbina. Il piano di risparmi energetici presentato dal governo a luglio prevede l’abbassamento delle temperature a 19 gradi nelle abitazioni e negli edifici pubblici e il taglio di un’ora del riscaldamento, ma potrebbe essere aggiornato. «C’è un comitato d’emergenza che lavora su questo», ha detto la sera di ieri, 23 agosto, Cingolani durante la trasmissione Filorosso su Rai 3. Se «come forse sarà» i russi chiuderanno anche in parte l’erogazione di gas «dovremo sicuramente fare del risparmio». A ogni modo, sulla disponibilità di gas in autunno «presenteremo le simulazioni per i diversi scenari ai primi di settembre», ha dichiarato Cingolani, il quale ha aggiunto che la sua esperienza politica si conclude come tecnico del governo Draghi. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, esattamente sei mesi fa, il governo italiano si è mosso tempestivamente per diversificare le fonti di approvvigionamento, andando a stringere in primavera accordi in vari Paesi tra cui l’Algeria, diventata oggi il nostro primo fornitore. «Dal 40% di dipendenza dal gas russo — ha quantificato Cingolani — siamo scesi adesso al 18 per cento». Ma in futuro non potremo fare a meno di aumentare la capacità di rigassificazione per utilizzare più gas naturale liquefatto. Secondo Cingolani, «è necessario accelerare sul rigassificatore di Piombino», da mettere a sistema entro fine marzo 2023. «Ci sono due questioni: una è la sicurezza nazionale energetica, due le giuste richieste dei territori. Questa cosa va risolta. Su Piombino dobbiamo fare operazioni di compensazioni e su questo stiamo lavorando».

Il ritardo della Germania

La Germania si è attivata dopo. Il cancelliere Olaf Scholz è in Canada dal 21 agosto per stringere tra l’altro accordi sull’energia. «Il Canada ha a disposizione un sottosuolo ricco quasi come quello della Russia, con la differenza che si tratta di una democrazia affidabile», ha dichiarato. Ma il primo ministro Justin Trudeau ha spiegato che esportare gas liquido verso la Germania «non sarà una cosa agevole» a causa della distanza molto grande fra i giacimenti dell’ovest del Canada e i porti dell’Atlantico, da cui spedire il Gnl. Con le imprese tedesche preoccupate che il gas russo possa venir meno, Berlino si sarebbe attivato anche sui mercati finanziari. Ipotesi raccolte in ambienti di mercato segnalano che starebbe comprando gas a un costo più alto di quello del mercato olandese contribuendo a tenere il livello di prezzi così elevato. E questo grazie alla sua forza finanziaria, frutto di basso livello di debito pubblico e un ottimo surplus di bilancia commerciale.

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, 2022-08-23 20:53:00, Previsto giovedì 25 agosto un Consiglio dei ministri per accelerare contro il caro energia. La prossima settimana vertice Ue a Bruxelles per studiare la fattibilità del tetto al prezzo del gas. In Italia ridotta la dipendenza da Mosca dal 40 al 18%, Fausta Chiesa e Fabio Savelli

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