Gas, come ottenere l’indipedenza dalla Russia? Davvero ci sarà un razionamento?

Gas, come ottenere l’indipedenza dalla Russia? Davvero ci sarà un razionamento?

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Gas, come ottenere l'indipedenza dalla Russia? Davvero ci sarà un razionamento?

1) Perché è salito il prezzo del gas?

L’estate scorsa la ripresa post-pandemia ha fatto salire domanda e prezzi, e i trader hanno preferito vendere per realizzare i guadagni invece che rimpinguare le scorte. In più in autunno la società russa del gas, Gazprom, ha costantemente mantenuto al minimo consentito dai contratti gli afflussi in Europa (in gennaio -40%). La richiesta ha fatto salire i prezzi a breve termine (i prezzi «spot») che sono stabiliti al mercato TTf di Amsterdam e che servono come riferimento (tariffe e bollette incluse).

2) Quali contromisure sta discutendo l’Ue e perché i Paesi sono divisi?

L’Ue punta a eliminare la sua dipendenza dal gas russo entro il 2027. Il piano della Commissione Ue sarà presentato entro fine maggio e sarà «elaborato in stretto coordinamento con gli Stati membri», come si legge nella bozza delle conclusioni del Consiglio europeo che oggi discuterà di energia. Quattro le linee di intervento: stoccaggi di gas comuni, acquisti comuni su base volontaria di gas, Gnl e idrogeno «facendo un uso ottimale del peso politico e di mercato collettivo dell’Ue e dei suoi Stati membri per attenuare i prezzi nei negoziati», completamento delle interconnessioni. Se su questi punti c’è un accordo sostanziale, i Paesi Ue sono spaccati sulle soluzioni per contenere l’impennata dei prezzi. Spagna, Italia, Grecia, Portogallo e Belgio propongono un tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento dei prezzi dell’energia e del gas (l’ipotesi spagnola, a differenza di quella italiana, prevede anche compensazioni). Germania e Olanda guidano i Paesi che sono contrari a interventi di mercato e optano per misure nazionali. Ma questo penalizza i Paesi con alto debito.

3) Che cos’è il piano Biden per il gas naturale liquefatto? Sarà sufficiente?

Gli Stati Uniti potrebbero inviare via nave verso i mercati europei una quota ulteriore del loro Gnl (gas naturale liquefatto) per sostituire il gas russo da cui l’Europa dipende. Secondo le ipotesi si tratterebbe di 15 miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi rispetto ai circa 22 miliardi del 2021. L’Ue intende tagliare velocemente almeno 50 miliardi di metri cubi sui 155 miliardi che arrivano dai gasdotti siberiani. Lo sforzo Usa non basterebbe quindi a colmare il divario. Inoltre la capacità disponibile di impianti di rigassificazione in Europa è soprattutto in Spagna, ma il collegamento attraverso i Pirenei è un collo di bottiglia non superabile a breve.

4) Pagheremo il gas in rubli? Che cosa significherebbe?

Le prime risposte al diktat che la Russia ha avanzato sono state negative. I governi europei (anche Mario Draghi lo ha detto) non paiono disposti a cambiare la valuta di riferimento dei contratti di importazione del gas. Pagare in rubli (acquistandoli con dollari e euro) significherebbe annullare almeno in parte gli effetti delle sanzioni, facendo rivalutare la moneta di Mosca e permettendo di contenere l’inflazione interna. Tra gli obiettivi del G7 c’è comunque anche quello di impedire ogni transazione con la Banca centrale russa (e quindi l’acquisto di rubli).

5) Perché la Germania ha sospeso la chiusura delle centrali a carbone?

La Germania ha annunciato ieri un nuovo piano da 16 miliardi per far fronte all’aumento dei costi energetici. Accelerazione su rinnovabili, idrogeno ma anche sospensione della chiusura delle centrali a carbone. Si inquinerà di più ma si potrà risparmiare sull’import di gas. I lavoratori dipendenti tedeschi, poi, riceveranno un’indennità di 300 euro una tantum in busta paga, gli autonomi beneficeranno invece di una riduzione sull’anticipo della tassa sui redditi.

6) Dovremo razionare il gas e l’elettricità?

Non sarà possibile in Italia sostituire dall’oggi al domani tutto il gas russo, che copre il 36% di tutto l’import (circa 28 miliardi di metri cubi su 76 miliardi). Secondo alcune stime malgrado le contromosse potrebbero mancare all’appello 10-12 miliardi di metri cubi. Il prossimo inverno potrebbero essere necessarie misure di contenimento della domanda, partendo dalle industrie ma interessando anche temperature e orari del riscaldamento delle abitazioni.

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, 2022-03-25 00:23:00, La Ue: addio a Mosca entro il 2027 grazie a stoccaggi, acquisti comuni e una rete interna più connessa. In arrivo forniture dagli Usa ma si ipotizzano contenimenti in inverno per case e industrie, Stefano Agnoli e Francesca Basso

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