Gas, stop alle forniture russe in Italia: flussi azzerati in entrata al Tarvisio

Gas, stop alle forniture russe in Italia: flussi azzerati in entrata al Tarvisio

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energia

di Fausta Chiesa01 ott 2022

Gas, stop alle forniture russe in Italia: flussi azzerati in entrata al Tarvisio Impianto per il flusso di gas a Tarivisio

È stop al gas russo anche per l’Italia, almeno per oggi primo ottobre: i flussi in entrata al Tarvisio, il punto di ingresso delle forniture al confine tra il Friuli e l’Austria, sono nulli. «Gazprom – si legge nella nota pubblicata dall’Eni sul sito intorno alle 13 del primo ottobre – ha comunicato di non poter confermare la consegna dei volumi di gas richiesti per oggi a causa della dichiarata impossibilità di trasportare il gas attraverso l’Austria. Oggi, pertanto, i flussi di gas russo destinati a Eni attraverso il punto di ingresso di Tarvisio saranno nulli. Eni si riserva di comunicare eventuali riprese delle forniture».

Nessun problema tecnico

Dunque, arrivano le prime ritorsioni di Mosca anche nei confronti del nostro Paese, perché come si capisce dalla spiegazione del gruppo guidato dal Cane a sei zampe – non ci sono problemi tecnici al gasdotto il quanto il metano arriva alla Svolacchia. «A partire da oggi – ha spiegato il portavoce dell’Eni – Gazprom non sta più consegnando il gas a Eni poiché, stando alle sue comunicazioni, non sarebbe in grado di ottemperare agli obblighi necessari per ottenere il servizio di dispacciamento di gas in Austria dove dovrebbe consegnarlo. Ci risulta però che l’Austria stia continuando a ricevere gas al punto di consegna al confine Slovacchia/Austria. Stiamo lavorando per verificare con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l’Italia».

I rischi per l’Italia

Dopo la prima interruzione del Nord Stream 1 ad agosto che trasporta il gas siberiano ai Paesi dell’Europa continentale come la Germania attraverso il Mar Baltico e le recenti falle del Nord Stream 1 e 2 (probabilmente causate da un atto di sabotaggio) che hanno causato la fuoriuscita di una grandissima quantità di gas, era già cresciuto il livello di attenzione sulle infrastrutture strategiche anche in Italia, tanto che al Tarvisio, l’impianto di compressione di Snam è controllato dai militari italiani. Che cosa rischia il nostro Paese se Mosca dovesse bloccare i flussi di gas anche per i prossimi giorni e per tutto l’inverno? L’offerta di gas russo rispetto a quella complessiva a disposizione dell’Italia ormai era inferiore al 10%, perché attualmente il gas arriva soprattutto dall’Algeria (nostro primo fornitore) e dall’Azerbaigian e in parte anche da Nord attraverso Passo Gries in Piemonte, quindi la situazione non cambia in modo significativo, il sistema è bilanciato e gli operatori stanno continuando a riempire le riserve. Ma questa ulteriore mossa di Gazprom, se verrà confermata anche nei prossimi giorni, rende ancora più urgente la necessità di installare i nuovi rigassificatori, in particolare la nave metaniera a Piombino che consentirà a partire dalla prossima primavera-estate di riempire nuovamente gli stoccaggi per il prossimo inverno tramite il gas naturale liquefatto addizionale che ci siamo assicurati per i prossimi anni.

I progetti di Eni

Il piano di Eni di potenziamento e diversificazione delle forniture verso l’Italia sostituirà progressivamente gli oltre 20 miliardi di metri cubi all’anno di volumi di gas russo importati fino allo scorso anno dalla stessa Eni. Per quanto riguarda il metano via gasdotto, forniture addizionali stanno già arrivando in modo significativo dall’Algeria, da dove stiamo ricevendo picchi giornalieri di volumi per oltre 80 milioni di metri cubi. Dall’Algeria arriveranno progressivamente 6 miliardi di metri cubi addizionali da qui al 2023, che raggiungeranno i 9 miliardi tra il 2023 e il 2024, raddoppiando l’import di Eni dall’Algeria da 9 a 18 miliardi di metri cubi all’anno a regime nel 2024. Questo inverno potremo poi contare su circa 4 miliardi di metri cubi addizionali dal Nord Europa e sulle prime forniture addizionali di Gnl in particolare dall’Egitto. Dalla prossima primavera, inoltre, inizierà ad arrivare in modo importante tutto il Gnl addizionale da Paesi come Egitto, Qatar, Congo, Angola e Nigeria, per complessivi 4 miliardi nel 2023 e 7 miliardi nel 2024. Per poi salire ulteriormente. In sostanza, avremo circa 10 miliardi di metri cubi addizionali già questo inverno (oltre il 50% del gas russo nel portafoglio Eni), supereremo i 17 miliardi di metri cubi addizionali tra il 2023 e 2024 (circa 80%) per poi raggiungere i 22 miliardi nell’inverno 2024-2025 (surplus rispetto al gas russo), con il peso del Gnl che progressivamente aumenterà.

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, 2022-10-01 13:33:00, La nota di Eni: «Gazprom ha comunicato di non poter confermare la consegna dei volumi di gas richiesti per oggi». Ma la Russia ormai conta soltanto per il 10% del nostro import , Fausta Chiesa

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