Gavosto (Fondazione Agnelli): «La scuola fallisce nella preparazione scientifica»

Gavosto (Fondazione Agnelli): «La scuola fallisce nella preparazione scientifica»

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Istruzione&lavoro

L’allarme lanciato nel convegno dell’Associazione italiana per la ricerca industriale sul tema del divario tra offerta formativa e domanda delle aziende

di Redazione Scuola

(Pierpaolo Scavuzzo / AGF)

3′ di lettura

«La scuola italiana sta fallendo il suo compito nel fornire le conoscenze e le competenze adeguate in ambito scientifico ad una parte molto rilevante degli studenti», lo afferma Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, intervenuto il 30 novembre a Roma al convegno annuale dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (Airi), che vede al centro della giornata di quest’anno il tema estremamente urgente del divario tra offerta formativa e domanda industriale.

Il divario

Il fallimento è particolarmente evidente per le ragazze: «L’Italia è il paese in cui le ragazze soffrono di più di un divario sulle competenze scientifiche e tecnologiche – commenta Gavosto – divario che inizia molto presto, già alle elementari, e quindi si trascina poi per tutto il percorso di studi successivo». Infatti, nonostante le donne rappresentino più della metà dei laureati (58,7%), nel 2020 solo il 18,9% si è laureata in materie scientifiche, contro il 39,2% degli uomini.

Scarse conoscenze e scelta degli studi

Le scarse conoscenze scientifiche trasmesse dalla scuola fin dall’inizio incidono poi sulla scelta dei giovani di scegliere percorsi tecnico-scientifici all’università, come ricorda il direttore di Fondazione Agnelli. «L’Italia continua ad essere indietro per numero di laureati, in particolare per le discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica): abbiamo una media di 6,7% di laureati in materie tecnico-scientifiche contro una media europea del 12-13%. Inoltre – aggiunge Andrea Gavosto – le aziende chiedono sempre più anche competenze trasversali, come la capacità di organizzazione e di lavorare in autonomia, che il sistema scolastico non è attrezzato a fornire».

Supremazia tecnologica e competizione scientifica

La supremazia tecnologica dei prossimi decenni si giocherà sempre di più sulla competizione scientifica, economica e culturale, ma per vincere la sfida è necessario preparare i giovani di oggi e di domani. «L’Europa è in un momento critico sull’innovazione, dove è rimasta indietro in molte aree fondamentali, e ci aspetta un’innovazione ancora più veloce e dirompente», dice Marcello Cattani, presidente di Farmindustria. «L’unico fattore su cui le aziende possono lavorare in questo momento così difficile è la crescita della produttività, che è in mano al tema della tecnologia e del digitale – aggiunge Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere – ma proprio qui c’è il collo di bottiglia che si viene a creare tra offerta formativa e domanda delle imprese: in futuro crescerà sempre più il fabbisogno delle aziende e dobbiamo capire come risolverlo».

Laureati senza le giuste competenze

Il convegno dell’Airi ha ribadito, infatti, che i laureati italiani non possiedono le competenze giuste richieste ora dalle imprese e che è necessario potenziare la cultura tecnico-scientifica delle nuove generazioni, favorire l’ibridazione tra le competenze tecniche e scientifiche con quelle umanistiche e sociali, come anche progettare un nuovo sistema educativo. «Abbiamo bisogno di una nuova e più forte cultura della ricerca industriale», ha sottolineato Andrea Bairati, presidente di Airi, «capace di creare innovazioni che rispondano alle sempre più pressanti sfide sociali, economiche ed ambientali. La risposta sta nei giovani».

, 2022-11-30 16:30:00, L’allarme lanciato nel convegno dell’Associazione italiana per la ricerca industriale sul tema del divario tra offerta formativa e domanda delle aziende, di Redazione Scuola

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