Gentilissime mamme, gentilissimi papà,
la scuola in Italia si è conclusa e i vostri figli sono sani e salvi! Tranquilli, respirate; e soprattutto adesso che l’estate si avvicina eliminate dal loro robusto corpo la cappa di vetro che gli avete coraggiosamente regalato onde evitare che il vento li possa scalfire. La vostra premura è encomiabile ma vi assicuro che hanno bisogno di respirare.
Ma voi li volete bene ed è per questo che gli avete confezionato questa corazza. Proprio per difenderli! Difenderli da tutti e da tutto, persino dalla scuola che è una vera palestra di vita: luogo in cui si formano i “muscoli” del cervello. Qualche volta però, si dimentica che i giovani devono crescere, correre e cadere. Si, proprio così, cadere! e mentre sono a terra devono trovare, da soli, la forza per rialzarsi.
A volte la natura insegna molto! Basterebbe osservare le rondini nel giorno in cui avvertono che i piccoli devono lasciare il nido. Bene, essi, li cacciano da quel mondo protetto, facendoli cadere nel vuoto perché possano imparare a volare onde evitare di essere preda di qualcuno. Cadere e rialzarsi segna l’inizio o la prosecuzione di un viaggio.
Ma voi gentilissime mamme e gentilissimi papà siete li volete bene tanto da impedire loro ogni sforzo e ogni sacrificio. Così vi precipitate per alzarli alla prima “caduta” togliendo loro la possibilità di misurare la forza che hanno dentro. Li rimettete in piedi come fossero incapaci di pensare e di capire cosa occorre riposizionarsi al punto di prima.
Quando sono scuola, al minimo messaggio vi precipitate. Quanto siete premurosi! Bravi! Vi precipitate sol perché il professore li ha sgridati! Eppure hanno già 18 anni, alcuni 14, più o meno, ma il vostro amorevole affetto vi porta a vederli sempre nella culla!
Ma loro son cresciuti e ve lo fanno capire! ma a volte comprendere ciò diventa difficile soprattutto quando si dona loro un profondo affetto, talmente profondo che a volte rischia di essere soffocante.
È già, perché quando un figlio si accompagna sempre per mano, sarà un insicuro del mondo tanto da essere timoroso pesino dell’ombra che lo tiene stretto.
Così quando sarà costretto a camminare solo avvertirà un “vuoto colmo di vuoto”. Capirà che egli non è il primo responsabile di questo suo stato e, mentre scorrerà il nastro della vita, cercherà il volto di chi lo teneva stretto per mano! Ricorderà il tutto che aveva ed il niente che mancava. Quel tutto responsabile dell’infelicità e quel niente che avrebbe generato desiderio, determinazione, coraggio, sogno, ricerca e felicità.
La scuola serve anche a questo. Serve per stimolare i vostri figli a sognare, a cercare orizzonti al di là di ogni cosa. Serve perché cerchino e trovino la forza che hanno dentro. Serve per suscitare in loro sana competizione, ambizione e soprattutto per renderli pronti ad essere cittadini del mondo e di un futuro carico di bellezza e di responsabilità.
Serve perché possano meglio scoprire, in modo autentico la propria missione, la propria vocazione e soprattutto leggere con chiarezza ciò che vive dentro il profondo di quei sentimenti costretti a volte a limitare il volo.
Serve perché imparino a pensare, a valutare e a farsi valutare in modo sereno. Serve per irrobustire i muscoli del loro cervello che deve essere allenato in modo sereno e senza pressioni esterne.
La scuola, cari genitori, è una palestra e l’istruttore quando un atleta non compie in modo corretto gli esercizi lo invita ad esercitarsi e a riesercitarsi più volte. Per il suo bene, dunque, lo fa allenare mille volte. Per il suo bene alza il tono della voce. Se poi non riesce, per il suo bene lo “boccia”. Quando ciò accade nello sport, cari genitori, voi siete contenti e con il vostro “ha fatto bene il mister” fortificate l’azione educativa dello stesso.
Nel mondo dello sport che forma i muscoli del corpo siamo tutti contenti…. Anzi se il mister non ti sgrida e non ti fa esercitare quanto è giusto siete scontenti!
A scuola, invece, no… se il professore alza la voce il ragazzo “è turbato”. Per i voti la storia diventa complicata perché il due lo scoraggia, il quattro lo fa sentire male, il sei è poco etc… E con il vostro gentilissimo “domani vengo io a scuola a parlare con quello….” Avete vanificato l’azione educativa facendo solo il male del vostro amatissimo figlio!Tutto qui!
Voi genitori per il bene dei vostri figli fate un grande sacrificio: vi improvvisate valutatori di compiti ed interrogazioni fino al di valutare persino i professori in materie distanti dalle vostre competenze!
Aspetto tragico questo che annulla il nobile lavoro svolto in classe. Se poi un figlio sbaglia dal punto di vista disciplinare il torto non è mai suo!
Gentilissime signore e signori, i vostri figli non sono dei leoni che vanno guardati a vista o tenuti in gabbia. A loro va insegnato il senso del dovere e delle responsabilità così come il senso vero della libertà ed il rispetto dei ruoli onde evitare, cosa che sicuramente non accade mai, che i genitori si trasformino in figli ed i figli in genitori!
Comunque l’importante è che abbiano un diploma perché possa essere assecondato il vostro ed il loro sogno! Bisogna andare avanti pur “tornando indietro” pretendendo a tutti i costi la tanto attesa promozione.
Dopo, quando i vostri figli avranno in mano “un pezzo di carta” ed in un concorso consegneranno foglio bianco, state certi che si chiederanno il perché!
Dunque cari genitori, se volete sapere di chi è la colpa chiedetelo ai vostri figli!
Vincenzo Malacrinò
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