Al supermercato è sempre l’ultima delle scelte. Persino in tempi di razzie da Coronavirus. Come accadde durante il primo lockdown quando fecero il giro del mondo le immagini delle corsie delle paste prese d’assalto. O come potrebbe accadere anche ora che il costo del grano e del mais è alle stelle: 400 euro e più a tonnellata (fonte Cai, Consorzi Agrari d’Italia, in base alla rilevazione della Borsa Merci di Bologna, 11 marzo 2022). Con una guerra tra Russia e Ucraina che potrebbe complicare ulteriormente la situazione.
Corsie tutte vuote, si diceva: di pasta — lunga, corta, tonda, rettangolare, a nido… — neppure l’ombra. A eccezione di quella liscia che, evidentemente, proprio non piace. E dire che noi italiani dovremmo essere intenditori. Perché in molti snobbino questa varietà lo spiega bene chef Gennaro Esposito, patron del ristorante «Torre del Saracino» a Vico Equense, in provincia di Napoli, con all’attivo due stelle Michelin e tre forchette Gambero Rosso. Ecco allora il motivo, i vantaggi e come utilizzarla.
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17 marzo 2022 | 07:22(©) RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-03-17 18:19:00, , Chiara Amati
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