di Ferruccio Pinotti
Le videocamere che hanno ripreso la scena dell’operaio peruviano trafitto dalla freccia scoccata da un arco raccontano una versione dei fatti diversa da quella dell’indagato, che parlava di un tragico errore e di un gesto non voluto
Le videocamere di sorveglianza, i telefonini e le riprese dei presenti al grave episodio relativo all’uccisione, a Genova, di una persona trafitta dalla freccia scoccata da un arco raccontano una versione dei fatti diversa da quella dell’indagato, accusato di aver scoccato il colpo fatale. «Fa male? Ti avevo avvisato». Dall’analisi dei cellulari sequestrati dai carabinieri del nucleo radiomobile è giunta a prima smentita alle dichiarazioni di Evaristo Scalco, il maestro d’ascia di 63 anni in carcere con l’accusa di aver ucciso la notte tra martedì e mercoledì scorso, in vico Mele, Javier Alfredo Romero Miranda, operaio edile di origine peruviana di 41 anni impegnato in una lite in strada. Scalco, rispondendo alla presenza del suo avvocato Fabio Fossati alle domande degli inquirenti, aveva sostenuto di non aver voluto colpire Miranda con la freccia. «Volevo solo intimorirlo, non pensavo di averlo colpito», aveva dichiarato. Tuttavia dall’analisi dei telefonini e dagli audio di chi ha potuto riprendere la scena i carabinieri hanno estrapolato una frase che dimostra la volontà dell’artigiano di colpire il peruviano con la freccia.
Le osservazioni del giudice
Il giudice Matteo Buffoni nell’ordinanza con cui ha convalidato l’arresto ha scritto: «Scalco ha scoccato la freccia da una posizione sopraelevata rispetto a quella della vittima, e quest’ultima, nonostante l’orario notturno, era ben visibile, essendo la zona ben illuminata. Miranda Romero era l’unico bersaglio possibile, visto che, come documenta il filmato tratto dal sistema di videosorveglianza, l’amico si era allontanato dalla visuale di Scalco: tutto ciò lascia pensare che l’indagato abbia preso la mira e al tempo stesso smentisce quanto egli ha dichiarato alla polizia giudiziaria. Durante l’interrogatorio, Scalco ha dichiarato di non aver avuto una buona visuale del bersaglio, vista la presenza di piante rampicanti sulle ringhiere del condominio. Tuttavia, dal video, si nota che la vegetazione sulle ringhiere è tutt’altro che folta, e sembra che dalla finestra la visuale del bersaglio sia quasi completamente libera. Nel video si sente distintamente Evaristo Scalco chiedere all’indirizzo della vittima, in quel momento in piedi con la freccia conficcata nel petto, copiosamente sanguinante e in stato di choc, se sentisse dolore per il colpo. L’indagato gli ha detto che lo aveva avvisato che gli avrebbe lanciato una freccia».
L’accusa di omicidio volontario
Secondo il magistrato questa frase, «è palesemente incompatibile con la convinzione di aver sbagliato il colpo». Scalco è accusato di omicidio volontario. Per il giudice sussistono i futili motivi perché «è evidente l’enorme sproporzione tra il motivo che ha scatenato la furia omicida e l’azione delittuosa». L’artigiano, si legge ancora nelle motivazioni, «non è in grado di controllare i propri impulsi» e potrebbe reiterare il reato.
7 novembre 2022 (modifica il 7 novembre 2022 | 20:03)
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, 2022-11-07 19:04:00, Le videocamere che hanno ripreso la scena dell’operaio peruviano trafitto dalla freccia scoccata da un arco raccontano una versione dei fatti diversa da quella dell’indagato, che parlava di un tragico errore e di un gesto non voluto, Ferruccio Pinotti