Io, comica per la cultura

Io, comica per la cultura

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di Renato Franco

La conduttrice su Rai3 con Splendida cornice: Io in un programma di cultura? Forse hanno sbagliato persona

Una debuttante con alle spalle molti successi. Geppi Cucciari gioved si affaccia alle 21.25 su Rai3 con il suo nuovo programma, Splendida cornice. Non posso nascondere la tensione, quell’ansia sottocutanea di affrontare per la prima volta una prima serata da sola, tutta mia, con un mandato peculiare: fare una prima serata sulla cultura. L’hanno chiesto a me e questo deve essere un malinteso frutto dei tempi… La cultura sar il contenuto, il linguaggio sar il mio, l’autorevolezza sta negli ospiti che ci saranno. Sento la responsabilit, sono felice e impaurita.

Impaurita nonostante tutta la sua esperienza tra teatro e tv?
Non ho mai fatto un programma di due ore, mi chiedo ogni giorno se sono in grado. A dispetto dell’apparenza cos aggressiva che a volte mi criticano di avere, porto sempre con me una fragilit di fondo. A volte sono pi aggressiva di quello che vorrei essere, forse perch le emozioni altrui mi investono.

Lei una che ha sempre la risposta pronta…
Me lo fanno notare spesso, anche quando non lavoro. La prontezza nell’allineare il pensiero all’ascolto pu essere un talento o un fastidio… Ascoltare gli altri con il filtro dell’ironia prescinde dal mestiere che scegli di fare. E io sono cos anche nella vita di tutti i giorni. Ma non sempre. Pensi che so addirittura stare zitta….

In Splendida cornice c’ la rubrica #primalitaliano che vigila sulla congruit grammaticale di conduttori e ospiti. C’ un angolo con gli esperti, alcuni omonimi (hanno un nome e cognome che corrisponde a una persona nota ma fanno un altro mestiere, tipo un Vittorio Sgarbi che fa l’ingegnere ambientale). E il pubblico gioca un ruolo di primo piano…
un people show culturale. La gente avr un ruolo fondamentale. Il pubblico composto dalle categorie Eurisko — quelle che sanciscono i consumi culturali degli italiani — ma declinate a modo nostro: le frizzanti, le insoddisfatte, gli anziani da osteria… interverranno, faranno domande. Siamo in via Mecenate a Milano che come essere in Madagascar, ha quel bel fascino della periferia… quindi abbraccio forte tutti quelli che decideranno di venire.

Qual l’ambizione del programma?
Dare spazio a persone che hanno studiato, che hanno competenza, che le ascolti e impari qualcosa. Mi piacerebbe che dopo aver visto questo programma chi lo guarda sappia qualcosa che prima non conosceva. Non ho la presunzione di essere io a insegnarlo, ma spero di avere la delicatezza e la leggerezza di essere una padrona di casa adatta. Diamo spazio a competenti che hanno a che fare con il mondo del sapere accademico, alcuni mi lasciano senza parole, cosa che le assicuro non facile….

Come in Che succ3de? a lei interessano le persone comuni…
La dicotomia celebrit / non celebrit mi interessa poco. Lavorando ho scoperto che a volte non ci sono risposte sbagliate, ma domande sbagliate. E a volte chi fa le domande non ascolta le risposte, succede in tanti programmi.

Maria De Filippi maestra nell’ascoltare la pancia del Paese, si sente la De Filippi di sinistra?
Ride. La tv ha a che fare con due cose: i contenuti e gli ascolti che a volte si abbracciano mortalmente in ossimori disturbanti, ma in realt quello che contano sono gli ascolti. Credo e temo che non far mai gli ascolti di Maria De Filippi… Lei ha una capacit incredibile nel scegliere sia gli ospiti comuni sia quelli famosi; io non ho n quella capacit n quel budget.

A cosa le servita la laurea in Giurisprudenza?
Il mestiere del comico — un mestiere che un aggettivo gi la dice lunga — volubile, se lo scegli significa che c’ qualcosa che non va nella tua testa. La laurea era l’idea di un posto dove tornare, per un certo periodo ho lavorato da un notaio, facevo la doppia vita: di giorno in studio, di sera in teatro e al cabaret. Mi ero data due o tre anni per riuscirci, se non ce l’avessi fatta sarei tornata in Sardegna: oggi devo tutto a Milano, ma perch fare il notaio in una citt che un posto assurdo?.

I suoi genitori erano contrari alla sua carriera…
I miei non volevano che studiassi all’Accademia di Arte Drammatica, volevano che mi laureassi e io ci tenevo ad avere la loro approvazione, non volevo creare una frattura con loro. Alla fine la vita quello che ti succede ma anche quello che fai nel momento in cui ti succede.

Ha giocato a basket fino ad arrivare in A2 con la Virtus Cagliari. Cosa le ha insegnato lo sport?
Il basket mi ha insegnato quanto la preparazione sia importante prima della partita, e dunque per l’esibizione. Come diceva Thomas Edison il genio per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione. Significa che sulle cose devi lavorare, il basket mi ha lasciato il senso del gruppo, della preparazione e dello studio. La regola che per esibirsi devi studiare, le mie improvvisazioni nascono su un terreno solido.

Che sentimento le suscitano i social?
Credo che sia pericolosa l’idea che la gente pensi di poterti dire qualunque cosa, sarebbe bello un mondo in cui nessuno scrive sui social quello che non ha il coraggio di dirti in faccia.

A lei cosa scrivono?
Qualsiasi cosa: che sono bellissima o che sono un boiler. Non vera una cosa e nemmeno l’altra, non credo agli uni n agli altri.

Lei pende politicamente a sinistra, nel gruppo di chi a proposito di Giorgia Meloni pensa che finalmente almeno c’ una donna al governo?
Per me senz’altro stupefacente lo stupore cos diffuso che sia una donna.

Tra poco compie 50 anni…
Sono stata una ventenne di fascino discutibile, una trentenne un po’ agghiacciante, una quarantenne impaurita: voglio essere una splendida cinquantenne.

11 gennaio 2023 (modifica il 11 gennaio 2023 | 09:53)

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