di Andrea Marinelli e Guido Olimpio
Il punto militare 329 | Surovikin, che era in ascesa, cala di un gradino. Volava troppo alto e faceva ombra a qualcuno? L’Armata avanza nel settore di Bakhmut e Soledar, la mobilitazione ha fornito i riservisti per manovrare
Volont politica, disponibilit ad accettare perdite altissime, adattamento, quantit. Sono i fattori che hanno permesso a Mosca di avanzare nel settore di Bakhmut-Soledar. Il Cremlino ha scelto di concentrare il massimo sforzo nelle due localit orientali dell’Ucraina, mentre a sud ha rimpolpato le difese per ostacolare iniziative del nemico. Dunque attacco, stabilizzazione, in parallelo alla campagna di bombardamenti sulle citt.
La mobilitazione ha fornito all’Armata russa i riservisti per manovrare. Preparati o meno, li hanno mandati all’assalto adottando una nuova tattica ben descritta da fonti ucraine citate da Le Monde. Invece di muovere grandi reparti sono stati creati nuclei di 8-10 elementi, ognuno dotato di razzi anti-carro termobarici o simili, che si sono avvicinati il pi possibile alle posizioni avversarie. Largo l’impiego di lanciagranate da 40 millimetri, intenso il fuoco di copertura dell’artiglieria e dei mortai. La combinazione si rivelata efficace. Alle spalle della prima ondata, a circa 500 metri, erano pronti altri team, lanciati nella fornace a sostituire i caduti e con equipaggiamenti pi leggeri. Altri ancora trasportavano armi che dovevano essere usate dai rimpiazzi. Lo schema stato ripetuto in modo continuo, strappando ogni giorno pochi centimetri di territorio, lasciandosi alle spalle centinaia di morti. Tra loro i mercenari della Wagner ma anche reparti scelti.
Sempre secondo le fonti di Le Monde, gli ucraini avrebbero preso di mira la fanteria senza eseguire in modo profondo il tiro di controbatteria, ossia non hanno neutralizzato — abbastanza — i mortai e i cannoni. Per l’analista Tom Cooper a questo dato si aggiunta la cattiva organizzazione dello schieramento, con formazioni eterogenee e una catena di comando troppo decentralizzata. Da qui le difficolt nel rispondere alla situazione critica. La progressione lenta della Russia a est corrisponde a obiettivi sovrapposti. Putin ha privilegiato un quadrante geografico per conquistare la maggior parte di territorio possibile. Il leader ha sfruttato le ambizioni personali di Evgeny Prigozhin, capo della Wagner e interprete della linea ufficiale, che ha messo insieme i militari da sacrificare ma anche puntato agli interessi economici racchiusi dalla zona. Lo Stato Maggiore ha impegnato l’esercito di Zelensky in questa regione e lo ha mantenuto in ansia al confine con la Bielorussia.
In questo modo l’Ucraina potrebbe esitare nel riprendere la spinta nell’arco meridionale. Efficace la frase di un ufficiale ucraino al Wall Street Journal: Non sono io ma re Leonida a dire che devi affrontare l’avversario nel punto pi vantaggioso per te. Affermazione che somiglia ad una critica ai superiori per aver accettato la sfida in condizioni di inferiorit. Le stesse dinamiche gerarchiche che continuano ad agitare anche la Difesa russa. Dopo la nomina di Lapin alla testa delle forze terrestri, stato annunciato che il capo di Stato maggiore Gerasimov assumer di fatto la guida delle operazioni, sotto di lui tre vice, i generali Surovikin, Salyukov e Kim. Un nuovo rimescolamento con molte interpretazioni da parte degli analisti. certamente un segnale di fiducia verso Gerasimov, spesso sottoposto a critiche dai falchi. una decisione per ribadire il ruolo delle truppe regolari rispetto ai mercenari wagneriti ora che c’ sapore di gloria. Surovikin, che era in ascesa, cala di un gradino. Volava troppo alto e faceva ombra a qualcuno? Il valore di titoli e gradi saranno misurati dai ruoli effettivi e dai prossimi compiti.
Dopo la vittoria a Kherson si ipotizzato un nuovo bersaglio per la resistenza ucraina, l’area di Melitopol. Una meta da raggiungere magari in primavera, una volta che i generali di Kiev avranno a disposizione nuovi soldati — compresi quelli addestrati dalla Nato — e soprattutto equipaggiamenti, sempre di fonte occidentale. Ne sono stati promessi ancora, in particolare i sistemi anti-aerei e i blindati. In arrivo, alla fine, ci sarebbero anche i tank pesanti: la Polonia ha annunciato l’invio di una dozzina di Leopard tedeschi — cosa dir Berlino? — e la Gran Bretagna pronta a mandare i Challenger. Sullo sfondo c’ sempre l’incognita delle munizioni per i grossi calibri: dai due campi trapelano informazioni su una rapida riduzione delle scorte, sulla produzione non sufficiente. Messaggi basati sulla realt mescolata alla propaganda. Oltre ai proiettili c’ infine il fattore umano. Gli ucraini hanno usato la tecnica dei mille tagli, per l’hanno anche subita. Le loro perdite sono segrete quanto importanti. I russi hanno dimostrato, ancora una volta, di essere pronti ad accettare un bilancio altissimo.
Ora gli esperti si chiedono se il logoramento quotidiano non precluda mosse future agli invasori, come gi avvenuto. O non siano costretti all’ennesima mobilitazione, mossa poco popolare che drena risorse, obbliga a tirare fuori qualsiasi mezzo dall’arsenale, provoca ulteriore stress al treno logistico. Forse allo zar interessa allungare i tempi puntando sulla stanchezza degli occidentali, sulle distruzioni delle infrastrutture, sul tritacarne nelle trincee. Ogni esitazione atlantica diventa un’iniezione di fiducia per l’aggressore. Ogni rovescio ucraino pu aiutare la propaganda di Mosca sull’inutilit degli aiuti bellici, anche se una bugia. Ne sono consapevoli i dirigenti di Kiev, stretti tra due paletti. Il primo quello di non cedere terra all’invasore, il secondo di rilanciare la riconquista. I consiglieri di Zelensky, riconoscendo che la battaglia di queste ore la pi sanguinosa dall’inizio della crisi, non si sono dichiarati battuti neppure a Soledar. Invece sono tornati a chiedere i missili a lungo raggio per gli Himars. Con questi, ha promesso Mykhailo Podolyak, possiamo arrivare alla vittoria entro la fine dell’anno.
11 gennaio 2023 (modifica il 11 gennaio 2023 | 18:40)
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