di Monica Guerzoni Il deputato di Iv Roberto Giachetti è già stato operato. Il tumore scoperto grazie a un’ecografia. L’abbraccio della politica Roberto Giachetti ha da sempre il culto della parola, nella politica e prima ancora nella vita. Ed essendo «maniacalmente geloso» della sua sfera privata, ha scelto una ad una le prime tre parole per dirlo: «Il mio tumore». Punto, a capo. Comincia così il post con cui il deputato di Italia Viva ed ex vicepresidente della Camera, per gli amici «Bobo», racconta su Facebook il suo 24 aprile, giorno del compleanno e della scoperta della malattia. L’operazione, la famiglia, il dilemma del futuro: «La mia vita subisce un altro ribaltamento e questo di per sé non è un male. Poi bisogna capire come si prosegue. Per ora (con questa roba certezze non sono a disposizione!) le condizioni di proseguire sembrano esserci e questo già basta a trovare numerose ragioni per occupare e dedicare il tempo necessario al tanto che ho ancora da fare nella mia vita». In pochi minuti quel messaggio semplice e asciutto diventa notizia, in poche ore migliaia e migliaia di persone mettono «mi piace» e scrivono commenti di incoraggiamento, sostegno, affetto. L’abbraccio della politica a un veterano, in Parlamento dal 2001, è corale e bipartisan. Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva: «Una battaglia in più, ma tu non ti sei arreso nemmeno una volta. Ti voglio bene». Giorgia Meloni riconosce all’avversario «forza e coraggio» e, romanista quanto lui, gli augura in romanesco di guarire presto: «Daje Robe’». Matteo Salvini sottolinea la dignità e il coraggio: «Davanti a queste sfide, le opinioni diverse non contano». Solidarietà dal presidente Fico, dal ministro Di Maio, dal leader del Pd Letta e da decine di parlamentari di destra, sinistra e centro. Renzi abbraccia l’amico nel suo «compleanno “particolare”», ne loda la «radicalità delle battaglie» e invita a collegarsi su Radio Leopolda alle 7.30, per ascoltare «Bobo più Bobo che mai». Se si è convinto a rendere pubblico il suo privato, quando ha capito che «la cosa stava già circolando», è anche per i tanti messaggi preoccupati che ha ricevuto dopo essere mancato per sole due puntate alla conduzione della quotidiana rassegna stampa turbo-renziana: «Ho pensato, anche per cercare di evitare quel compassionevole chiacchiericcio che non amo per nulla, di comunicarlo io, direttamente, nella semplicità che la cosa rappresenta». Lo ha fatto nel modo più diretto, dando concretezza a un aforisma dell’amato Elias Canetti: «Dare un nome alle cose è la grande e seria consolazione concessa agli umani». Ed eccolo, il nome della cosa: «Il mio tumore». L’autoironia sul male come «regalo di compleanno», il grazie allo scrupolosissimo medico di famiglia Marco Gradi che gli ha imposto l’ecografia «da cui è partito tutto», la riconoscenza verso il chirurgo Alessandro Amici («con il suo staff»), che mercoledì lo ha operato per rimuovere il tumore. Il grazie ai due figli, i suoi «straordinari ragazzi» e alla storica capo segreteria: «E che je voi di’ a Benedetta?! La cassetta degli attrezzi per non sentirsi mai persi!». Per uno che coltiva il riserbo della vita privata non è stato semplice parlare di un passaggio così personale («mi sono violentato»). Ma per quanto sofferta, la scelta è in sintonia con la storia di Giachetti, radicale da sempre e per sempre. Nato il 24 aprile del 1961, a 18 anni si iscrive al Partito Radicale e ancora oggi ha la doppia tessera. Ha aderito alla federazione dei Verdi, è stato capo della segreteria e poi capo di gabinetto di Francesco Rutelli sindaco quando nella squadra del primo cittadino della Capitale c’erano Gentiloni, Anzaldi, Sensi. Ha contribuito a fondare i Democratici di Prodi e Parisi e poi la Margherita di Rutelli, ha militato nel Pd dalla nascita, si è candidato sindaco contro Virginia Raggi (che ora su Twitter gli scrive «forza Roberto») e segretario contro Zingaretti. Finché, nel 2019, ha seguito Renzi nella scissione dal Pd. Tenace, grintoso, vero mago dei regolamenti parlamentari, Giachetti è stato protagonista di diversi scioperi della fame in stile Marco Pannella. La vis polemica non gli fa difetto, anzi. Ma quando gli «scappa la frizione», come è successo con Speranza e Grillo, finisce che si scusa. 24 aprile 2022 (modifica il 24 aprile 2022 | 23:08) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-24 20:43:00, Il deputato di Iv: già operato, la scoperta grazie a un’ecografia. L’abbraccio della politica, Monica Guerzoni