Giallo in via Gradoli, uomo trovato morto in casa. Viveva con il figlio appena uscito dal carcere

Giallo in via Gradoli, uomo trovato morto in casa. Viveva con il figlio appena uscito dal carcere

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di Fabrizio Peronaci

La polizia torna nella strada delle ombre di Stato, dal caso Moro in poi. La vittima è un cinquantenne con precedenti penali, indaga la polizia. Sequestrata l’abitazione, un seminterrato fuori norma

Nella via Gradoli dei misteri italiani, dal caso Moro (1978, covo Br) all’affair Marrazzo (2009, scandalo trans), un nuovo giallo torna ad agitare le notti degli abitanti, perennemente alle prese con problemi di vicinato. La vicenda, tenuta coperta dalla Procura di Roma, ha ancora diversi profili da chiarire. Di certo c’è quanto accaduto alcune sere fa: alle 21 di venerdì 22 aprile a imboccare la stradina in discesa, zona Cassia, un tempo frequentata da Mario Moretti e Barbara Balzerani, è stato il furgone della polizia mortuaria. Qualche abitante in finestra se ne è accorto e da quel momento è partito il passaparola. La segnalazione alle forze dell’ordine risaliva a poco prima: «Correte, c’è un inquilino che sta male…».

Invece no, era troppo tardi: Paolo M., 53 anni, noto alla polizia, è stato trovato morto in uno dei locali seminterrati del civico 65 dove abitava con il figlio Simone, di recente uscito dal carcere di Teramo. Omicidio o cos’altro? L’uomo aveva la bocca piena di sangue, come se avesse ricevuto un colpo in pieno volto o avesse sbattuto contro qualcosa di appuntito, crollando a terra a peso morto. Un’ipotesi alternativa, che con il passare delle ore è sembrata prevalere, è che il decesso sia stato causato da un’overdose di sostanze stupefacenti. Sul posto agenti dei commissariati Flaminio Nuovo e Ponte Milvio.

Dopo che i colleghi della Scientifica hanno effettuato i rilievi, all’abitazione sono stati apposti i sigilli su disposizione del magistrato di turno. Di recente Paolo M. era stato visto aggirarsi in zona, barcollante, in precarie condizioni di salute. Gli stessi abitanti raccontano che ancora più problematico si è dimostrato suo figlio, un ventenne, protagonista di frequenti intemerate notturne, quando tornava a casa e non riusciva a entrare, essendo le chiavi in possesso del padre. Il ragazzo era nuovamente in libertà da qualche mese, dopo una reclusione nel carcere di Teramo per questioni di droga e altri reati, e ora non si sa dove sia andato.

Dopo i trascorsi “fasti” per la presenza del covo brigatista e delle squallide alcove frequentate dai trans e dai loro clienti, via Gradoli torna dunque d’attualità come una sorta di “fortino” della droga. A mettere l’accento su questa vera e propria emergenza non sono solo gli investigatori, ma anche il comitato di quartiere (sentito dalla testata online Vignaclarablog.it) da oltre 15 anni impegnato per chiedere l’applicazione dell’ordinanza comunale sullo sgombero dei seminterrati, divenuti ricettacolo di loschi traffici e malavita.

«Si tratta dell’ultimo di una serie infinita di episodi di illegalità e degrado – spiega il presidente del ‘Comitato per via Gradoli’, Lucio Maria Frizzoni – Le cause del decesso al momento sono ignote, ma noi tutti vorremmo sapere per filo e per segno come è andata. Se si è trattato di un’overdose o di qualcosa di diverso. La gente ha diritto a sentirsi tranquilla quando rincasa. Padre e figlio erano noti a molti per le numerose molestie al vicinato, spesso attuate in combutta con altri personaggi riconducibili a giri di spaccio. Ma purtroppo le nostre segnalazioni, compresi alcuni video che davano prova dei traffici illegali, non sono state prese nella dovuta considerazione. E il senso di insicurezza e di abbandono restano». (fperonaci@rcs.it)

25 aprile 2022 (modifica il 25 aprile 2022 | 16:18)

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, 2022-04-25 14:18:00, La polizia torna nella strada delle ombre di Stato, dal caso Moro in poi. La vittima è un cinquantenne con precedenti penali, indaga la polizia. Sequestrata l’abitazione, un seminterrato fuori norma, Fabrizio Peronaci

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