Gian Mario Taricco: «Io, il trapiantato più longevo d’Europa. Mi restava poco da vivere, poi accaddero tre miracoli»

Gian Mario Taricco: «Io, il trapiantato più longevo d’Europa. Mi restava poco da vivere, poi accaddero tre miracoli»

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di Simona De Ciero

Nel novembre del 1985 ricevette il cuore di un quattordicenne deceduto dopo una caduta dal motorino

«Respiravo a fatica e avevo smesso di mangiare. Mi restava una settimana di vita e — francamente — davanti a me nessuna aspettativa che potesse avvenire un miracolo. E invece ne avvennero ben tre. L’Italia approvò la legge sui trapianti, io ero talmente grave che finii in cima alla lista e arrivò in tempo un cuore per me. Così venni operato, e fui salvo». A parlare è il piemontese Gian Mario Taricco, secondo trapiantato di cuore nella storia italiana e per le statistiche di settore il più longevo d’Europa. Venne operato nella notte tra il 17 e il 18 il novembre 1985 da uno staff di sala composto almeno da una trentina di sanitari tra medici, infermieri e altri operatori. Era giugno quando l’uomo, allora ventenne e calciatore agonistico, iniziò a sentirsi male, fece una serie di accertamenti e scoprì di soffrire di una grave patologia cardiaca, una cardiomiopatia dilatativa idiopatica per la quale non l’unica chance di sopravvivenza era il trapianto. «In quel momento in Italia non c’era alcuna legge che regolamentava i trapianti di cuore e quindi semplicemente non si potevano fare — ricorda Taricco — così venni messo in lista d’attesa negli ospedali francesi di Lione e Montecarlo ma non avevo molte opportunità perché ovviamente davanti a me c’erano i francesi». Le sue condizioni di salute si aggravarono e venne trasferito dall’ospedale di Cuneo a quello di Pavia dove venne trattato con farmaci palliativi e dove, purtroppo, il quadro clinico non fece che peggiorare. «Nonostante i miei genitori cercassero di tranquillizzarmi e non mi avessero rivelato quanto poco mi restasse da vivere, sentivo di essere in punto di morte» chiarisce ora.

Quando arrivò l’approvazione della legge Gian Mario Taricco era in fin di vita e per questo schizzò in cima alla lista dei trapianti. E il cuore di un quattordicenne deceduto dopo una caduta dal motorino gli salvò la vita. «Si chiamava Andrea Orlandi e abitava a Magenta. Cadendo batté la testa e non ci fu nulla da fare; era senza casco, ma d’altronde all’epoca non era obbligatorio e io stesso non ne facevo uso. Era praticamente fermo ma non ebbe scampo, quella caduta gli fu fatale» prosegue nel racconto il signor Taricco che rivela di pensare spesso «a quei giorni e a come il destino, beffardo per Andrea e per me salvifico, fece incrociare le nostre vite». Allora non c’erano grandi norme sulla privacy per le due famiglie, del trapiantato e del donatore, entrarono immediatamente in contatto. Un rapporto che prosegue tutt’oggi. «I genitori di Andrea sono morti qualche anno fa ma fino ad allora non abbiamo mai smesso di sentirci — ricorda ancora il signor Gian Mario — in qualche modo io ho dato continuità alla vita del loro ragazzo e questo ci ha uniti. Qualche volta sento ancora sua sorella, è importante per me far parte della vita di chi amò il mio donatore».

Il trapiantato più longevo d’Europa vive oggi una vita in salute nonostante nel 2016 abbia ricevuto un secondo trapianto, questa volta di reni. «Posso dire una cosa senza indugi: entrambe le volte sono entrato in sala operatoria sereno — precisa —. Ricordo benissimo quei giorni perché sono stato lucido fino al momento in cui l’anestesia è entrata in circolo. Non avevo paura; stavo molto male, respiravo a stento e non vedevo l’ora di risolvere il mio problema; sarà stata anche la giovane età, ma nonostante mi accingessi a diventare — forse — solo il secondo trapiantato di cuore in Italia, ero fiducioso per niente impaurito e anzi, contentissimo di andare in sala operatoria». Gian Mario Taricco non indugia nel raccontare la sua storia, anzi: sente la responsabilità di testimoniare l’importanza della ricerca e della donazione. Per questo ieri ha partecipato alla prima delle Giornate Cardiologiche Torinesi, il convegno dedicato a cardiologia, cardiochirurgia e chirurgia vascolare promosso da Città della Salute e in corso fino a domenica all’Hotel Majestic di Torino. Un momento di riflessione e approfondimento per parlare di passato presente e futuro della medicina.

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3 novembre 2022 (modifica il 3 novembre 2022 | 20:36)

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, 2022-11-03 20:28:00, Nel novembre del 1985 ricevette il cuore di un quattordicenne deceduto dopo una caduta dal motorino, Simona De Ciero

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