Giandavide De Pau uccideva per filmarsi: trovati video e foto nel telefonino

Giandavide De Pau uccideva per filmarsi: trovati video e foto nel telefonino

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di Fulvio Fiano, Rinaldo Frignani

Dettagli che emergono dall’ordinanza con cui il gip motiva la detenzione in carcere: «Omicidi efferati e brutali»

Roma Filmava le sue vittime mentre le uccideva. Si muoveva con identità false e aveva studiato con freddezza la fuga. L’ordinanza con cui il gip Mara Mattioli motiva il carcere per Giandavide De Pau per «l’estrema gravità dei fatti commessi in un brevissimo arco temporale, la particolare efferatezza e brutalità degli omicidi, il pericolo di fuga e che colpisca ancora», aggiunge particolari agghiaccianti alla mattanza di giovedì nel quartiere Prati. E inoltre, i pm cercano ora collegamenti con delitti, insoluti, dalla dinamica simile: nel 2012, quando fu uccisa una donna nigeriana nel quartiere aurelio, un’altra vittima cinese a Torpignattara nel 2010, e un’altra ancora a Cinecittà, nel 2009

In via Riboty

Le indagini ricostruiscono al minuto i suoi spostamenti. Alle 9.29 contatta le due cinesi di via Riboty, alle 10.01 è da loro. Esce 40 minuti dopo, alle 11.21 è in via Durazzo e 16 minuti dopo ha già ucciso Martha Castano Torres, dopo un rapporto sessuale. Nella sua permanenza in via Riboty gira due video di 14 minuti e 33 secondi l’uno e 42 minuti e 44 secondi l’altro, trovati nel cellulare abbandonato sulla scena del crimine. Nei filmati, pur non venendo inquadrato in volto, si ascolta in modo inequivocabile quello che accade. Il rapporto sessuale violento con Xiuli Guo, completamente nuda, corredato da frasi oscene in cui chiama se stesso «Marco», il cambio inquadratura sulle scarpe da ginnastica con gomma bianca (uno dei dettagli dai quali viene identificato incrociandolo con le immagini di videosorveglianza), quindi il buio quando appoggia lo smartphone ma lascia in funzione l’audio. Si sente De Pau chiedere alle donne «qualcosa da bere, una birra o un sakè», informarsi se l’altro cliente è andato via perché vuole consumare un rapporto con entrambe, disposto a pagare di più. Infine il rumore di una zip e una delle due donne dire «io non prendo» per rifiutare un’offerta di droga. De Pau riprende poi il telefono e inquadra Yanrong Li, durante l’amplesso. Si sentono rumori di fondo, urla strazianti. L’altra donna chiede «cosa fai a lei?». La sequenza è drammatica, tra i rantoli in fin di vita di una e le porte che sbattono durante la fuga dell’altra. Nell’interrogatorio di garanzia ieri a Regina Coeli, l’ex autista del boss Senese si copre le orecchie quando gli viene chiesto conto di tutto ciò, preferendo restare in silenzio.

«Sono molto cattivo»

De Pau va poi in via Durazzo, uccide la 65enne colombiana e si dà alla fuga. La sua auto viene trovata alla periferia est, abbandonata dopo un incidente. A bordo un coltello che non è quello del delitto. Alle 2.30 di notte il killer va nello storico locale Jackie ‘O, ancora sporco di sangue. «Mi chiamo Eudo Giovanoli, sono uno molto cattivo, ho ucciso molte persone…», dice alla prostituta cubana Jessica R., che lavora lì. Le chiede un rapporto (rifiutato per il mancato pagamento in anticipo), ospitalità e di poter usare il telefono per contattare sua sorella Francesca. Quest’ultima racconta poi ai carabinieri: «Mi ha detto “C’era una donna morta, c’era il sangue, io mi sono addormentato… non mi ricordo niente di quello che è successo.. sono uscito fuori, c’era una che strillava, perdeva sangue, ho cercato di aiutarla…”». Una versione ripetuta da De Pau dopo il fermo, in cui fa riferimento a un uomo che gli puntava «una pistola con silenziatore alla nuca», alle sue vane richieste di aiuto «a molte persone in strada», fino al passaggio avuto per l’ospedale di Tor Vergata. Tutto falso. Secondo il gip De Pau ha «una personalità particolarmente violenta, aggressiva e priva di freni inibitori». Ma anche la freddezza per uscire da via Riboty con le mani in tasca per nascondere il sangue e il cappuccio alzato per coprire il volto. «Pienamente consapevole dei gravissimi fatti commessi», chiosa il giudice, respingendo la richiesta di trasferimento in una struttura psichiatrica.

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23 novembre 2022 (modifica il 24 novembre 2022 | 00:45)

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, 2022-11-23 21:08:00, Dettagli che emergono dall’ordinanza con cui il gip motiva la detenzione in carcere: «Omicidi efferati e brutali», Fulvio Fiano

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