Gianfranco Fini, a Napoli il ritorno in pubblico: In questi anni cè stata una degenerazione della politica

Gianfranco Fini, a Napoli il ritorno in pubblico: In questi anni cè stata una degenerazione della politica

Spread the love

l’incontro Mezzogiorno, 28 gennaio 2023 – 11:35 L’ex leader di An al Circolo artistico politecnico con vista su piazza Plebiscito: Nel 1974 Almirante la riempiva con migliaia di militanti del Msi. E poi aggiunge: Il populismo finito nel lessico comune e l’antipolitica ha preso il sopravvento di Anna Paola Merone Gianfranco Fini al Circolo artistico politecnico di Napoli con Enrico Flauto Gianfranco Fini dieci anni dopo non ha perso lo smalto. Ha scelto di restare assente dalla scena pubblica politica – al di l di alcune interviste televisive – per un tempo lungo, ma ora tornato. E lo ha fatto a Napoli, per prendere parte ad un incontro al Circolo artistico politecnico. Uno spazio con vista su piazza del Plebiscito, quella che il suo mentore Giorgio Almirante ha infiammato e conquistato. Era il 1974, ricorda l’ex leader di An mentre fa un giro nel museo del circolo. impossibile non andare con il pensiero a quei giorni. Lo ammette anche Carlo Di Dato, fra gli organizzatori dell’incontro con la sua Assodiritti insieme con Napoli futura, Mit e Circolo Mercato Pendino. Con vecchi amiciMisurato come sempre, sorridente, deciso a restare in un garbati equilibrio di distanza con la stampa, Fini stringe mani e incrocia gli sguardi di vecchi militanti. Sorrisi e nostalgia. E voglia di esserci. C’ un copione dell’incontro. Ci sono dieci domande alle quali Fini ha accettato di rispondere. Giustizia, intercettazioni, autonomia regionale, politica internazionale, Europa i temi sul tappeto. All’incontro presente anche Enzo Raisi, autore del libro “La casta siete voi”. La politica vecchia e nuovaUn volume che racconta la storia di un ragazzo che a Bologna a 14 anni ha iniziato a fare politica, a destra. Fini ha scritto la prefazione e il libro il motivo ufficiale della sua presenza in citt. spigoloso, il presidente. Attento a che le sue parole non vengano interpretate male. In certi anni avere idee di destra e militare a destra significava correre qualche rischio. A Napoli certo meno che a Bologna. Ma sventolare un tricolore significava scegliere una strada. Qualcuno – ricorda Fini – rimasto silente. Oggi i tempi sono cambiati ma resta un dato di fondo: la politica un impegno che pu diventare totalizzante ma se non tiene viva la fiamma della passione e della certezza di poter fare del bene diventa assai meno gradita. E negli anni recenti c’ stata una degenerazione della politica. Noi venivamo da altre scuole e altre esperienze. Solo propagandaLa politica per Fini rischia di finire in secondo piano per lasciare spazio alla sola propaganda. Se si dovesse indicare agli italiani che non votano pi e ai giovani la modalit per riportarli a seguire la politica bisogna partire da qui: chi non si fatto comprendere e apprezzare deve riflettere – dice – l’antipolitica ha preso il sopravvento. Il populismo finito nel lessico comune e il palazzo si spaccato nel corpo centrale. Partiti come comitati elettoraliI partiti secondo l’ex presidente del Consiglio non possono ridursi a comitati elettorali. Ormai c’ chi fa politica ma non va a votare. I partiti e i sindacati sono entrati in crisi. Il peso che avevano Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura perso, non hanno pi capacit aggregante. Una via diversa potrebbe essere partecipare a iniziative legate al territorio. Ne prova l’esplosione delle liste civiche. La politica attivit non legata solo all’azione dei partiti. Chi ritiene di fare qualcosa di utile pu farlo e ottenere apprezzamenti pi dei cosiddetti politici. La sinistraAlla sinistra Fini non fa sconti. La crisi riguarda tutti, ma la sinistra sta pagando il conto salato della sua presunzione – dice-. Ha avuto il complesso di superiorit negli ultimi 15 o 20 anni e non si curata. Convinta di rappresentare la parte migliore del Paese e di dover avversare la destra ha praticato l’autoreferenzialit ed rimasta dieci anni al Governo senza vincere le elezioni. Poi il riferimento a una ricerca che divide in tre gruppi gli italiani: c’e chi si sente garantito, e fanno parte di quello che era una volta il ceto medio; i vulnerabili, che sono in numero pi cospicuo rispetto a tutti; infine gli esclusi, rassegnati e arrabbiati. Non mi meraviglia che la fascia dei garantiti voti a sinistra -dice Fini -. I vulnerabili votano centrodestra. Il voto della terza fascia il non voto e corrisponde al boom dei Cinque Stelle. La sinistra deve individuare certo il segretario ma anche i propri interlocutori. Il paradosso che la sinistra tendeva a rappresentare gli ultimi e oggi tutto ci si ribaltato. Occorre che sinistra sia meno illuminista. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 28 gennaio 2023 | 11:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.