Gigi, il vigile gentile: la sua storia è un film. Niente multe ma dialogo

Gigi, il vigile gentile: la sua storia è un film. Niente multe ma dialogo

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di Marta Ghezzi

Il regista Comodin racconta lo zio, vigile urbano a San Michele al Tagliamento. Il mestiere come servizio ai concittadini nella quotidianit della pianura veneta

Quando racconta di quel primo Tso, anche se sono gi passate diverse decine di anni, la voce di Gigi ancora si incrina. Perch quell’amico in difficolt, fuori dagli schemi ma inoffensivo, lui l’avrebbe portato al bar per quattro chiacchiere e un caff invece di caricarlo sull’auto di servizio con destinazione il reparto psichiatrico. Ma quando indossi una divisa sei costretto a eseguire, devi soffocare la voce interiore che suggerisce altro, non ti sono concessi atti di ribellione. Puoi solo cercare di alleggerire amorevolmente il dolore dell’altro, lui aveva capito ed era terrorizzato, spiega. Gigi, Pierluigi Mecchia, vigile a San Michele al Tagliamento, paese della piana veneta al confine con il Friuli, il protagonista dell’ultimo film di Alessandro Comodin, Gigi la legge. Una pellicola dallo sguardo intimo e disincantato sulla vita di provincia e una trama interamente costruita sui lunghi (e a tratti surreali) pattugliamenti del poliziotto, che ha appena conquistato una nomination nella sezione documentari per il David di Donatello e si aggiudicata il premio della giuria al Festival di Locarno che ne ha parlato come di una gioiosa lettera d’amore per un clown triste dal cuore grande.

Da anni Comodin, che vive a Parigi e ha studiato cinema a Bruxelles, gira storie minute che ruotano intorno alle sue radici familiari e tornano sempre a San Michele. Questa volta, rientrato in paese per il lockdown, nei pomeriggi di isolamento nel giardino di casa della nonna, ha disegnato un canovaccio intorno allo zio Gigi. Perch Comodin nipote di Mecchia. Non c’ finzione quindi, la sceneggiatura si basa sulla vita vera del vigile, e tutti gli attori, la collega Annalisa Ferrari, gli amici, il vicino di casa che si lamenta per le piante troppo alte che gli tolgono luce (e che Gigi si rifiuta di tagliare), non fanno altro che interpretare se stessi. la forza sotterranea di questo strano film che si nutre di normalit, di vita quotidiana, senza effetti speciali, senza colpi di scena. Siamo tutti stufi di storie false spacciate per reali, dichiara il regista, il vigile sensibile che disdegna le multe, fissato con i misteri ma convinto della bont umana, sempre pronto ad aiutare chi in difficolt, non fa altro che sottolineare la meraviglia dell’ordinario.

Spontaneit, non spettacolo

Una rappresentazione, quindi, che centra il bersaglio anche se non succede mai nulla, le battute in dialetto hanno bisogno dei sottotitoli e scene e luoghi sono ripetuti all’infinito. il potere della spontaneit, della gentilezza, dell’empatia che vincono sulla spettacolarizzazione, commenta ancora Comodin. Pier Luigi Mecchia, 57 anni, da trentacinque nella polizia locale, rivela di aver faticato ad abituarsi alla telecamera fissa davanti al viso. Mi sono fidato di Alessandro e ho continuato a fare il mio mestiere, spiega. Di s dice, di carattere sarei diffidente, nel tempo ho imparato a leggere la fatica e le sofferenze delle persone dietro a certi comportamenti, anche a certe azioni contro la legge e cerco sempre, prima di tutto, il dialogo. Il successo – il film ha girato in anteprima in alcune sale alla presenza della troupe- lo ha travolto. Non pensavo che la mia storia, cos semplice, non particolarmente emozionante, perfino monotona, potesse appassionare. Durante le proiezioni ho visto sorrisi e molte lacrime nella scena finale con il Tso di una ragazza, purtroppo una costante della nostra professione. Ma pi di tutto mi ha colpito il desiderio degli spettatori di condividere i loro percorsi, narrare le loro avventure, una sorta di effetto domino straordinario.

22 febbraio 2023 (modifica il 23 febbraio 2023 | 02:53)

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