di Arianna Ravelli
Il presidente fa autocritica: «Sono allibito, ho anche io due figlie che hanno fatto ginnastica, cosa avrei provato se avessero sofferto così? Lavoreremo per arrivare a zero casi»
Gherardo Tecchi dal 2017 è il presidente della Federginnastica, un mondo di 1400 società, 150mila tesserati, 5mila tecnici. Un mondo travolto, in particolare quello della ritmica, da uno scandalo senza precedenti: atlete denunciano umiliazioni, violenze psicologiche, un controllo ossessivo del peso, con metodi poco rispettosi (eufemismo) della dignità della persona.
Qual è il suo primo commento?
«Sono allibito, inca… issimo. Ho due figlie che hanno fatto ginnastica, ho allenato squadre di pallavolo in serie A. Ho pensato cosa avrei provato se fossero state le mie figlie a soffrire così. Concordo col ministro Abodi: nessuna medaglia vale il benessere di una persona. Non sono disposto ad accorgimenti o a scorciatoie per arrivare. Per arrivare dove, poi? A rovinare le persone? O i traguardi si raggiungono in un certo modo, o non si raggiungono. Niente di simile sarà più accettato, l’obiettivo è arrivare a zero casi. Zero».
Partiamo dall’ultimo provvedimento, il commissariamento del centro federale di Desio, dove si allenano le Farfalle: cosa significa?
«Il commissariamento era un atto dovuto per togliere la gestione del centro allo staff tecnico e affidarla al vicepresidente vicario Valter Peroni che andrà lì costantemente a controllare. Poi inseriremo un’altra persona, con competenze di psicoterapia, che si relazionerà con le ragazze».
La c.t. è Emanuela Maccarani, la più vincente dello sport italiano, membro della giunta Coni a cui anche l’altro giorno Malagò ha ribadito fiducia. Ora questa mossa cosa significa? È stata destituita? Lei le avrà parlato, che dice?
«Certo che le ho parlato, anche lei è allibita, mai si sarebbe immaginata una simile situazione. Chiariamo: le sono stati tolti i poteri di gestione del centro, ora va lì solo per allenare, l’aspetto tecnico non è stato toccato. Io credo alle ragazze, ma sono in corso le indagini della procura federale, noi vogliamo essere garantisti: poi quando saranno accertate le responsabilità interverremo in maniera durissima: che si tratti della grande allenatrice o dell’ultima».
Scusi ma com’è possibile lo stupore? Noi siamo abituati a pensare alle Farfalle e ai tecnici come un gruppo che vive in simbiosi, con le allenatrici che si occupavano di tutto.
«Questo è stato un nostro errore, consentire che le stesse persone avessero troppo spazio: non esiste che i tecnici controllino il peso, ci sono altre figure per questo, il medico, il nutrizionista».
A Desio esistono questi professionisti?
«Sì, ho aumentato io le figure presenti nei centri federali. A Desio ci sono quattro fisioterapisti, due medici (uno generico e uno sportivo), un preparatore atletico, uno psicologo e un nutrizionista. Alcune di queste figure però dovevano essere più presenti, non solo una volta al mese».
Genitori e atlete parlano di esposti o denunce già fatte anche alla Federazione: perché non vi siete mossi prima? Avete sottovalutato?
«La nostra è una famiglia molto ampia, ci possono essere screzi, contrasti. Ma è chiaro che c’è sfuggito più di qualcosa, mea culpa. C’era anche un’altra mentalità. Però abbiamo istituito a inizio anno il Safeguarding office, proprio per tutela degli atleti, siamo all’avanguardia».
Come funziona?
«Chi vive situazioni di disagio può segnalare in modo anonimo, istituiremo un numero di telefono. La Federazione è aperta ad ascoltare».
Crede che certi metodi una volta fossero più accettati, che sia cambiata la mentalità di ragazze e genitori e non dei tecnici?
«Quei metodi non sono mai stati accettabili. Però c’è stata una nebbia che non ci ha permesso di vedere le cose, siamo stati carenti. Ora basta. I tecnici a gennaio dovranno seguire un corso di formazione obbligatoria. Chi non lo fa è fuori. Questo è un mondo con poche risorse, che si basa sulla fiducia nei tecnici, se viene meno la fiducia cade tutto. Ora non vogliamo insabbiare niente, bisogna tirare fuori anche i casi del passato, denuncino alla procura».
Il centro del problema sembra essere il controllo dell’alimentazione e del peso.
«Tutti gli sport, in misura diversa, hanno a che fare con il controllo del peso. Se so che per essere Farfalla devo rispettare certi canoni e ho la forza di farlo bene, altrimenti posso fare ginnastica a livelli più bassi con soddisfazione. Il punto è se questo tema viene accompagnato da forme di derisione, da umiliazioni: è inaccettabile. Per esempio mai il peso in pubblico. Quando allenavo nella pallavolo due cose non facevo mai: pesare le atlete e far lavorare loro con i pesi. Servono professionisti, sennò si fanno danni».
Se il controllo non è riuscito nel centro di eccellenza di Desio, che cosa si può fare nelle società sul territorio?
«C’è anche un problema di emulazione, nelle società si vuole imitare il centro. Ma qui c’è stato un grave errore: dovevamo essere più presenti, lo saremo. È finita questa stagione, l’obiettivo è i zero casi. Meglio una medaglia di meno, ma avere solo gente contenta di aver fatto ginnastica, con il proprio peso».
5 novembre 2022 (modifica il 5 novembre 2022 | 08:27)
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, 2022-11-05 07:27:00, Il presidente fa autocritica: «Sono allibito, ho anche io due figlie che hanno fatto ginnastica, cosa avrei provato se avessero sofferto così? Lavoreremo per arrivare a zero casi», Arianna Ravelli