di Lilina Golia
Si moltiplicano le testimonianze di ragazze contro l’allenatrice Stefania Fogliata interdetta dalle palestre per un anno
stato leggendo i giornali che hanno trovato il coraggio di denunciare, nei giorni scorsi, quanto subito e anche quanto visto. Vittime (presunte) e testimoni, come le loro compagne del corso di ginnastica ritmica che gi si erano rivolte alle forze dell’ordine per raccontare quanto accadeva nella palestra dell’Accademia Nemesi di Calcinato. La Procura di Brescia, ascoltando altre ragazze, ha aggiunto, cos, nuovi elementi nel fascicolo d’indagine aperto nei confronti dell’allenatrice Stefania Fogliata, accusata di maltrattamenti nei confronti delle sue allieve. Dalla prima denuncia presentata l’estate scorsa dalla mamma di due ginnaste, alle oltre dieci che risultano oggi agli atti raccolti dal pm Alessio Bernardi, titolare dell’inchiesta. Fatti iniziati nel 2017. Racconti e testimonianze, quelli trascritti nei giorni scorsi, del tutto in linea e combacianti con quelli gi messi a verbale alcuni mesi fa.
Nuove parti lese e nuove deposizioni che aggravano la posizione dell’allenatrice trentenne che tre settimane fa era stata raggiunta dalla misura interdittiva cautelare, con il divieto di allenare per un anno, disposta dal gip Francesca Grasseni, su richiesta del pm. A Stefania Fogliata, per la quale non stato rinnovato il tesseramento alla Federazione Italiana Ginnastica, viene contestato un quotidiano stillicidio di improperi e umiliazioni cui si sono aggiunte le percosse. Secondo le dichiarazioni delle ragazze — alcune poco pi che bambine — tutte tra i 10 e i 14 anni di et, insulti ed epiteti erano la regola, soprattutto in relazione all’alimentazione e al peso. Bisognava continuare a dimagrire. Anche meno di un etto di pi poteva valere un sei una balena, un maiale, con pesanti ripercussioni psicologiche che peggioravano quando i maltrattamenti diventavano anche fisici.
Nei loro racconti le ragazze hanno anche riferito di una stanza degli schiaffi, una saletta attigua alla palestra di Calcinato dove l’allenatrice era solita rimproverare a tu per tu le ragazze. Un modus operandi oppressivo e abusante, scrive la procura, che ha portato le giovani promesse della ginnastica ritmica — alcune di loro, nel giro della nazionale, erano in odore di Olimpiadi — ad abbandonare la palestra e l’attivit sportiva, ricorrendo, in alcuni casi alle cure di uno psicologo. Non escluso che altre ragazze possano decidere di presentarsi in Procura per raccontare la loro storia. Nei giorni scorsi, in difesa dell’allenatrice, erano comparsi striscioni appesi sui muri della palestra di Calcinato.
15 febbraio 2023 (modifica il 15 febbraio 2023 | 11:34)
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