Giorgetti e il Superbonus:  Tolta una droga. La grande illusione adesso è finita

Giorgetti e il Superbonus: Tolta una droga. La grande illusione adesso è finita

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il colloquio

di Federico Fubini

Giorgetti: «I bonus edilizi avevano creato un effetto allucinogeno. Ora il mercato apprezza»

Giancarlo Giorgetti non ama parlare fuori dalle sedi istituzionali. Ma, quando lo fa, non si tira indietro: Avevano creato un caos – dice il ministro dell’Economia –. I bonus edilizi avevano creato un effetto allucinogeno. come quando uno dipende da una droga: ne chieder sempre di pi. Allora devi interromperla e semmai gli dai il metadone.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze parla, ovviamente, del decreto di due settimane fa che blocca la cedibilit dei crediti d’imposta da bonus-casa. Ieri Istat ha addossato a deficit degli anni scorsi circa 80 miliardi di quelle spese fiscali, che per in tutto valevano 110 miliardi a fine 2022. Sembra dunque che trenta miliardi di quei costi non siano ancora emersi. Giorgetti fa chiarezza: Un’ottantina di miliardi riguardano il Superbonus e il bonus facciate al 90% – dice -. Poi s, c’ un’altra trentina di miliardi di crediti d’imposta da incentivi edilizi pi tradizionali che non sono entrati nel deficit perch non cedibili. Ma entreranno, via via che i beneficiari pagheranno meno tasse.

Inevitabile allora che dalle parole del ministro traspaia il dubbio che anche lo stock del debito pubblico a un certo punto subisca un impatto al rialzo. Il ministro dell’Economia non si sottrae: Ahim quei 110 miliardi di crediti qualcuno li dovr pagare – dice –. Con i crediti d’imposta lo Stato ha contratto un debito fiscale ed esso destinato ad aumentare perch, pur avendo noi interrotto con fermezza il meccanismo, riconosceremo i diritti acquisiti di chi ha gi presentato un progetto o una comunicazione asseverata di inizio lavori entro il 25 novembre 2022. Dunque ci sar altro debito fiscale.

In sostanza l’idea secondo cui il debito pubblico al riparo dall’effetto-bonus sembra l’ennesima allucinazione. Si tratta per di capire se le minori entrate future sono gi integrate nelle stime, per esempio quelle che il governo ha pubblicato con l’ultima Nota di aggiornamento (Nadef in ottobre). Giorgetti non ci prova neanche, a nascondersi dietro un dito: Mi pare inevitabile che l’impatto ci sia. Nella Nadef avevamo stimato un utilizzo forte dei crediti d’imposta, ma non cos forte come poi si manifestato, taglia corto.

Per il ministro sottolinea: La reazione del mercato e delle autorit europee mi sembra positiva – osserva – perch tutti apprezzano che si sia fatta chiarezza e si sia tirata una riga. In effetti il governo prima ha portato il credito d’imposta dal 110% al 90% dei costi; poi ha bloccato la cessione generalizzata dei crediti. Quell’ingranaggio, dice Giorgetti, aveva generato un’illusione: certi cittadini e certe imprese hanno iniziato a dare per scontato che lo Stato avrebbe pagato subito a tutti l’intero costo dei lavori, non a rate in cinque anni. Ma questo non mai stato un diritto. Abbiamo dovuto riportare un po’ di ordine, mi pare che tante persone abbiano capito.

Il ministro non nega che un campanello d’allarme sui conti sia venuto dal fabbisogno di gennaio e febbraio: sui due mesi un rosso di ben 16 miliardi superiore a un anno fa, perch molti detentori dei crediti d’imposta – banche in primis – hanno iniziato a usarli per non pagare le tasse. Solo le banche versano 16 miliardi l’anno di imposte dirette e anche altri soggetti inizieranno a beneficiare. Giorgetti, l’eterno realista, non nega l’evidenza: un impatto sul deficit potr esserci anche quest’anno, ammette, perch nel primo mese e mezzo i bonus hanno continuato a scorrere e ci sono categorie da salvaguardare. Chiamiamoli, se ci pare, gli “esodati” del Superbonus. Alcune imprese sono in crisi di liquidit.

C’ una discussione aperta col sistema bancario – riconosce Giorgetti –. Le banche dicono che non hanno pi spazio fiscale per accettare nuovi crediti d’imposta (dopo averne assorbiti per circa 80 miliardi, ndr). Noi diciamo uno spazio che si potrebbe aprire. Il disastro stato causato da come stato concepito il sistema. C’ gente che ha vergogna di averlo usato, accusa Giorgetti. Certo per lui la famiglia di uno che guadagna 700 mila euro l’anno si pu detrarre da sola i crediti in cinque anni. Per chi ha un reddito molto basso pu essere diverso – concede il ministro – dopo rigorosi controlli per non premiare gli evasori.

Giorgetti sa che dalla frenata dei bonus rischia di arrivare un impatto sulle costruzioni e dunque sull’economia. Ma indica una via d’uscita: Molti bandi del Piano di ripresa (Pnrr) per l’edilizia pubblica sono andati deserti, perch le imprese erano impegnate sui progetti privati. Ora potranno riorientarsi sugli appalti pubblici, inclusa la posa della banda larga, sottolinea.

Ma gli preme un altro punto: dopo le riserve espresse da Italia e Germania, la Commissione Ue si presa tempo per riflettere sul passaggio all’auto elettrica entro il 2035. Non contestiamo gli obiettivi ambientali – dice il ministro – Ma per noi deve valere la neutralit tecnologica, su cui ho insistito molto quando ero ministro allo Sviluppo del precedente governo. Alla Cop26 di Glasgow, due anni fa, fummo i primi a rifiutare il passaggio integralmente all’elettrico nel 2035.

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