di Giorgia Mecca
«Torino mi ha vista arrivare come una ragazzina spaesata e mi vede andare via mano nella mano con mia figlia Vittoria, che qui è nata e che un po’ di sangue piemontese spero lo abbia ereditato»
Ci sono molti modi di lasciare una città che non hai scelto. Silenzio, un post sui social sotto dettatura, qualche fotografia con la didascalia «grazie per l’accoglienza», frasi fatte che, come si dice da queste parti, fanno fine e non impegnano. Giorgia Duro, la moglie del gallo Andrea Belotti, prima di trasferirsi a Roma, la nuova squadra dell’ex capitano granata, ha dedicato un lungo post alla città, sentito, commovente, senza retorica. Tra piazza San Carlo e lo stadio del Grande Torino, una foto del Museo del Risorgimento e una in via Alfieri, col pancione o col passeggino: in pochi scatti la signora Belotti ha raccontato la sua vita nella città in cui è nata Vittoria. «Il 19 agosto del 2015 mettevo piede per la prima volta in quella che sarebbe stata la mia città per i successivi sette anni. Non dimenticherò mai quell’ansia mista ad adrenalina che mi accompagnò per tutto il volo di andata, partivo da sola, da Palermo, con due bagagli enormi e gli occhi pieni di lacrime per ciò che lasciavo in quella che era stata la mia casa per ventidue anni». Scrive Giorgia Duro all’inizio del suo post che ha collezionato ottomila like, cuoricini tra i commenti, pochissimi e inutili haters, uomini e donne che chiedono alla coppia di ripensarci o, più realisticamente, fanno sapere che la Mole li accoglierà sempre a braccia aperte.
«Torino mi ha presa in braccio come solo una madre sa fare con la propria figlia» , scrive la ventiseienne. E ancora: «Torino è stata tutto fuorché cupa, ha portato il sole nella mia vita, ha portato una luce che non si era mai vista prima, non mi ha mai fatto rimpiangere quel mare che mi aveva vista crescere». Dei calciatori e delle loro famiglie spesso si considerano solo i privilegi, gli stipendi milionari, la vita che sembra dorata, gli attici con vista, sembrano ragazzi e ragazze viziate che danno l’impressione di non dover chiedere mai nulla poiché hanno tutto a portata di mano. È tutto vero, ma Giorgia Duro, discreta dal primo all’ultimo giorno, ci ha mostrato un altro pezzo della storia, la vita normale che anche la moglie del capitano può scegliere di vivere: il bar, il fruttivendolo, la farmacia, le sue persone, la sua Torino, la Torino di una ragazza di poco più che vent’anni a cui piaceva il lunedì mattina portare a passeggio il cane mentre la città dormiva ancora. «Oggi sono qui, dopo i 7 anni più belli della mia vita, a salutare, con il viso rigato dalle lacrime, la mia città, quella che mi ha vista arrivare come una ragazzina spaesata e che mi vede andare via mano nella mano con mia figlia Vittoria, che a Torino ci è nata e che un po’ di sangue piemontese spero lo abbia ereditato». E quindi arrivederci Giorgia, e grazie per averci fatto vedere Torino sotto un’altra luce, per averci reso orgogliosi di essere torinesi, tuoi concittadini.
1 settembre 2022 (modifica il 3 settembre 2022 | 15:21)
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, 2022-09-03 13:21:00, «Torino mi ha vista arrivare come una ragazzina spaesata e mi vede andare via mano nella mano con mia figlia Vittoria, che qui è nata e che un po’ di sangue piemontese spero lo abbia ereditato», Giorgia Mecca