Giorgia Meloni: «Giusto mandare le armi, non è l’ora di dividersi. Contro Salvini attacchi stucchevoli»

Giorgia Meloni: «Giusto mandare le armi, non è l’ora di dividersi. Contro Salvini attacchi stucchevoli»

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di Venanzio Postiglione La leader di Fratelli d’Italia: gli ucraini vanno accolti perché sono veri profughi, non migranti economici. Nessuna vicinanza con Putin: la Russia è un’altra cosa

«Giusto aiutare l’Ucraina». Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: ieri in diretta su Corriere.it, ora sul giornale.
Perché si è schierata subito con l’Ucraina?
«Mai avuto dubbi sul fatto che l’Italia faccia parte e debba far parte dell’Alleanza atlantica. Sempre con spirito attento e critico: perché non mi piace la tendenza di buona parte della politica italiana a fare da cheerleader di leader e nazioni stranieri. E poi perché i veri amici ti dicono quando stai sbagliando».
Ma adesso?
«Con un conflitto armato non c’è spazio per i distinguo. È il momento della compattezza e del coraggio. È un’aggressione inaccettabile. Terribili le immagini che vediamo ogni giorno. La reazione patriottica, anche inaspettata, dell’Ucraina ci dà una responsabilità in più: dobbiamo difendere l’integrità di una nazione sovrana».
Il nostro governo si sta muovendo bene? Bisogna mandare le armi agli ucraini?
«È giusto che il governo resti compatto e unito alla comunità internazionale, in sinergia con gli alleati. Armi? I latini dicevano “si vis pacem, para bellum”, se vuoi la pace prepara la guerra. Pensare che si risolva tutto abbondando gli ucraini non ha senso. Una sconfitta rovinosa di Kiev provocherebbe un effetto domino per tutto l’Occidente. Anche con la probabile invasione di Taiwan da parte della Cina. Le conseguenze per noi occidentali sarebbero gigantesche. Per cui il governo fa bene così e vada avanti. Abbiamo votato la risoluzione con tutto quello che comporta. Piuttosto non vedo l’autorevolezza tanto decantata del governo Draghi: mi sembra sistematicamente escluso dai vertici. Mi dispiace per l’Italia».
Favorevole ad accogliere i profughi?
«Sì. E basta con le menzogne. Vediamo le donne, i bambini, i veri profughi. Non i barconi di soli uomini in età da lavoro… non si mettono sullo stesso piano rifugiati reali e migranti economici. Se non ci fosse spazio da noi per mamme con piccoli perché abbiamo accolto altri, sarebbe assurdo».
Lei ha sempre criticato questa Ue, riproponendo il modello di Europa delle patrie che piaceva a De Gaulle. Ma l’Unione non è mai stata così viva, dal Pnrr all’Ucraina. Cosa avrebbe fatto una evanescente Europa delle nazioni?
«Per me è il contrario. L’Europa è stata totalmente inesistente e ininfluente quando si poteva provare a evitare il conflitto. Non abbiamo visto un’iniziativa diplomatica comune, ma solo tentativi di singoli Paesi. Noi vogliamo una Ue confederale, un modello di gigante politico e non burocratico: ora si occupa di ortaggi invece che di strategia. Quest’Europa aspetta il baratro, vede l’abisso e poi interviene. Per la pandemia prima, per la guerra adesso».
È appena tornata dagli Stati Uniti. Teme un distacco americano dai destini europei?
«No, impossibile. Non è una scelta tattica ma una comune adesione a valori, cultura, filosofia. Con le radici comuni. Ci sono casi in cui gli interessi americani, legittimi, potrebbero non convergere con quelli europei, quindi serve una salda autonomia su ogni fronte. La Nato dovrebbe avere una colonna europea con piena dignità».
Nel suo libro ha scritto che «la Russia è parte del nostro sistema di valori europei, difende l’identità cristiana». E adesso come la mettiamo?
«Da giorni leggo che nel mio libro ci sarebbe scritto di Putin baluardo del cristianesimo. Avendolo fatto io, il testo… posso dire che è un’idiozia. Putin è una parola che non c’è. La Russia non è Putin. Nessuna vicinanza con lui. Ma la Russia è una nazione che sul piano dei valori, della cultura, è parte dell’Europa. Bastano banali conoscenze di storia, letteratura per saperlo, indipendentemente dal suo destino politico. Ma davvero censuriamo Dostoevskij per colpire Putin? E’ il contrario, la cultura è l’antidoto alla follia. Nel libro scrivo che “la Russia deve agire in pace con le nazioni confinanti e i vicini devono vivere con serenità”. Ecco».
È favorevole a queste sanzioni? Sono sufficienti?
«L’Italia non deve fare cose diverse dagli alleati. E’ l’unico strumento di cui dispone la comunità internazionale».
Come faremo senza il gas russo? Siamo condannati all’aumento delle bollette?
«Rischia di essere inevitabile. La tesi di Fratelli d’Italia, ne parlerò con Draghi, è che a fronte della lealtà italiana il governo ottenga un piano occidentale di aiuti per i Paesi più colpiti. Parlo di un programma a fondo perduto, non nuovi debiti per i nostri figli. Altrimenti il sistema economico non reggerebbe, le famiglie non ce la farebbero. Occidente e Ue ci siete? Esistete?».
Il centrodestra come alleanza è scomparso anche sulla politica estera. Berlusconi in silenzio. Salvini a disagio dopo il grande feeling con Putin e la Russia. Dov’è finita la coalizione? Le ferite sono insanabili?
«Non mi pare sia sparito, è in linea con il resto della nazione per dare una mano. Sempre nel campo occidentale e atlantico. Non sono nel momento migliore dei miei rapporti con Matteo Salvini, ma trovo stucchevole che solo a lui non si perdonino i rapporti pregressi con Putin, quando tutti quanti li hanno avuti
. E a fare lezioni di morale alla Lega sono gli stessi che non hanno ancora dimostrato di non avere preso soldi dal Venezuela di Maduro o si fanno pagare da sceicchi sauditi o erano con l’Unione sovietica ai tempi di Budapest e Praga».
E le ferite dell’alleanza?
«Niente è insanabile, se non se si fa finta di nulla. Bisogna finirla però di ammiccare al campo avverso, chiedo chiarezza e lealtà. Non bastano le pacche sulle spallle».
Il presidenzialismo le sta a cuore, lei è la prima firmataria della proposta: ma ha chance reali? Dove sono i numeri e le condizioni?
«I numeri ci sono tra gli italiani. Quando è arrivato Draghi, si diceva che tutto sarebbe cambiato. E invece non è vero. Un sistema presidenziale è la madre di tutte le riforme. Se non ce la fa questa legislatura, siamo per eleggere contestualmente al Parlamento un’Assemblea costituente, magari con personalità non direttamente politiche».
La riforma del catasto. La mappatura va aggiornata e resa più trasparente e moderna. Draghi ha detto che l’impianto risale al 1939 e che nessuno pagherà più tasse. Perché lei è così battagliera?
«Perché nei documenti del governo è scritto il contrario. Non si sta dicendo tutta la verità. Nella relazione dell’esecutivo si dice che la disposizione è coerente con il Pnrr e che risponde alla raccomandazione della Ue sulla politica fiscale: si chiede di ridurre la tassazione sul lavoro compensando con la riforma catastale. Chiaro? Il governo vuole rivedere il fisco sul lavoro e il catasto servirà per recuperare le tasse. L’hanno scritto loro. Verba volant, scripta manent. Surreale che, tra tutte le materie possibili, la fiducia arrivi su questa materia. Lo dobbiamo fare perché altrimenti non ci arrivano i soldi europei? Più tasse sulla casa adesso che aumenta tutto? Sarebbe una follia, io lo dico».

10 marzo 2022 (modifica il 10 marzo 2022 | 21:36)
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, 2022-03-10 20:37:00, La leader di Fratelli d’Italia: gli ucraini vanno accolti perché sono veri profughi, non migranti economici. Nessuna vicinanza con Putin: la Russia è un’altra cosa, Photo Credit: , Venanzio Postiglione

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