Giorgia Meloni lancia la sfida: «Saremo pronti per la vetta». Poi lancia il partito dei conservatori

Giorgia Meloni lancia la sfida: «Saremo pronti per la vetta». Poi lancia il partito dei conservatori

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di Paola Di CaroLa leader dei Fratelli d’Italia alla Conferenza programmatica del partito non cita mai il centrodestra e lancia la sfida per la premiership: «Crediamo che questo sia il tempo delle donne». L’attacco agli Usa sulle sanzioni In un’ora e un quarto, a braccio con in mano pochi appunti, al centro della grande sala stile Usa gremita da 4.600 delegati, ospiti, giornalisti che partecipano alla Conferenza che riapre la politica in presenza, Giorgia Meloni non cita mai gli alleati, mai la coalizione, mai le polemiche del suo campo, mai il centrodestra. Non era questa l’occasione, forse lo sarà nella relazione di chiusura domani, perché l’obiettivo oggi è dare titoli, contenuti, forma e classe dirigente di quello che, lo dichiara, dopo aver «ridato casa alla destra italiana rinunciando alle posizioni di potere», vuole ora diventare il «grande partito dei Conservatori», di quelli che «non hanno mai creduto alla favoletta che per essere presentabili si deve andare a braccetto con la sinistra», quelli che non hanno «cambiato idea, bandiera, governo» per interesse rimanendo per l’intera legislatura all’opposizione. Che hanno camminato fin qui con «orgoglio» e da qui aspirano a raggiungere «la vetta, per guardare più lontano», forti di sondaggi che li danno come primo partito, ma — citando Thibon — attenti «a non evaporare e con i piedi sempre ben piantati per terra». La Conferenza insomma serve a dimostrare che questo partito può essere parte del centrodestra in posizione preminente così come, se servirà, rappresentarlo da solo, con a capo una donna in questo che deve essere «il tempo delle donne». Grazie a «proposte giuste e persone giuste al posto giusto», che ci sono già e si aggiungeranno per combattere «l’accusa ridicola di non avere classe dirigente, quando oggi c’è Speranza a combattere la pandemia e Di Maio la guerra… Noi ci faremo trovare pronti». E quindi ora è tempo di descrivere la natura, i confini, le parole d’ordine e la collocazione di questa forza politica: fedele all’alleanza atlantica e dunque certamente schierata nella guerra in Ucraina ma «senza essere la bestia da soma dell’Occidente» sopportando da soli senza gli Usa il peso delle sanzioni, contraria ad un «processo di globalizzazione che è fallito» e all’«ipocrisia mondialista», fortemente identitaria nelle radici tradizionali ancorate alla «famiglia» e battagliero contro «la mostruosità dell’utero in affitto», ostile ad una economia di mercato liberista senza regole, diffidente verso la svolta green che ci renderebbe «dipendenti dalla Cina», impegnata nel costruire un’Europa «confederale e non dei burocrati» e un esercito europeo che si affianchi a quello Usa, dura verso l’immigrazione clandestina per «fare spazio ai profughi veri, quelli ucraini», rivendicativa delle libertà personali lese durante la lotta al Covid con «scelte inaccettabili» e una politica di «controllo». Pretende un «ritorno al reale» la Meloni, chiede a Draghi di «rispolverare» la sua autorevolezza per cambiare gli obiettivi del Pnrr soprattutto sulla transizione ecologica, elenca le priorità tematiche candidandosi a governare, con quattro macro-titoli scanditi dalla «m» di Meloni: «Made in Italy-marchio, meritocrazia, mamme, mare», temi e materie su cui investire e sui quali formare i giovani e chieder loro una «ribellione» al reddito di cittadinanza che li vorrebbe inerti sul divano. Parole d’ordine di un partito diverso da quello che è stato il centrodestra finora, di destra conservatrice che non disdegna la simbologia semantica populista ma che si modernizza con i programmi concreti: giustizia giusta, diminuzione delle tasse sul lavoro, sburocratizzazione, protezione del lavoro autonomo, investimenti sul mix energetico, sul marchio italiano a partire dalla scuola, sul ruolo in Europa e, come modello istituzionale, con un semi-presidenzialismo per governi «senza trasformismi e teatrini». Un compito arduo, per «patrioti». Solitari o in compagnia, lo si vedrà presto. 30 aprile 2022 (modifica il 30 aprile 2022 | 11:03) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-30 09:04:00, La leader dei Fratelli d’Italia alla Conferenza programmatica del partito non cita mai il centrodestra e lancia la sfida per la premiership: «Crediamo che questo sia il tempo delle donne». L’attacco agli Usa sulle sanzioni, Paola Di Caro

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