In occasione dell’istituzione della Giornata internazionale della prevenzione del suicidio (World Suicide Prevention Day), 10 settembre, promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità insieme alla Federazione mondiale per la salute mentale e all’Associazione Internazionale per la Prevenzione al Suicidio, che ricorre il 10 settembre il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, si ripropone di richiamare l’attenzione dei media e della scuola su una problematica spesso sottostimata, ma pericolosamente presente tra le cause di morte dei giovani nel mondo, come riportano i dati allarmanti dell’associazione Telefono Amico relativi alle richieste di aiuto provenienti da giovanissimi, circa 3.700 in sei mesi, finalizzate a gestire emozioni tossiche e distruttive. Anche il Pronto soccorso del Bambino Gesù registra nel 2022 un exploit delle consulenze neuropsichiatriche, tra gli adolescenti (1.580) rispetto al 2011 (155).
Il suicidio, in un mondo che paradossalmente sembrerebbe offrire opportunità infinite, si palesa come ultima chance per chi soffre in silenzio e non ha trovato adeguato supporto intorno a sé; senza considerare che il suicidio, come atto di rifiuto della vita, è molto perentorio e visibile, ma, in molti casi forme di autolesionismo o dissoluzione della propria persona sarebbero ravvisabili in condotte decisamente pericolose come disturbi alimentari, l’alcolismo, le dipendenze da sostanze tossiche; tutti aspetti molto diffusi tra gli adolescenti. La solitudine indubbiamente accentua il senso di impotenza e abbandono cui cede chi decide di togliersi la vita; in un mondo fittizio, sopraffatto dalla realtà virtuale, chiassoso, claustrofobico, stereotipato, violento, chi è più sensibile e rifugge dagli obblighi performanti della società del successo, cede, depone le armi; a volte cerca aiuto attraverso qualche messaggio social, adottando quegli strumenti espressivi che spesso contribuiscono a far precipitare la propria autostima; purtroppo in molti casi si decide in silenzio.
Ebbene la scuola non può rimanere insensibile rispetto al “male di vivere” che da diverso tempo sembra toccare proprio i nostri giovani.
Il CNDDU propone il potenziamento all’interno di ogni scuola degli spazi di ascolto per studenti, famiglie, docenti e personale scolastico. Molte comunità nel corso dell’anno scolastico 2022/2023 hanno visto, a causa della riduzione di fondi, ridimensionato tale servizio. Ci auguriamo, invece, che durante il nuovo anno scolastico tali servizi continuino a sussistere per il benessere psicofisico di tutti.
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