Giro d’Italia e Parmigiano Reggiano, nasce la prima tappa dedicata al cibo

Giro d’Italia e Parmigiano Reggiano, nasce la prima tappa dedicata al cibo

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di Federica Maccotta

Dopo la «Wine Stage», debutta la «Food Stage». Per raccontare le origini di un formaggio che all’estero subisce spesso contraffazioni

La bici incontra il cibo. Al Giro d’Italia nasce la prima «Food Stage», la tappa che lega il suo nome a un’eccellenza gastronomica: il Parmigiano Reggiano. Si tratta dell’undicesima tappa del tour, quella che va da Santarcangelo di Romagna a Reggio Emilia, che viene rinominata «Parmigiano Reggiano Food Stage» e si propone di raccontare il territorio e uno dei suoi prodotti più noti.

La prima «Food Stage» in Emilia-Romagna

La corsa ciclistica, che parte quest’anno il 6 maggio da Budapest, in Ungheria, dal 2014 ha inserito nel suo percorso delle tappe dedicate al vino (nell’edizione del 2022 la «Wine Stage» è la sedicesima, da Salò all’Aprica, e celebra lo Sforzato della Valtellina). Ma è la prima volta che vede la luce una «Food Stage», presentata al ristorante dello chef Giancarlo Morelli dell’Hotel VIU Milan a Milano. Si tratta di una delle tappe più lunghe del Giro d’Italia (201 km, in gran parte pianeggianti, in programma per il 18 maggio) e attraversa il territorio in cui nasce la più nota delle 54 Dop di formaggi italiani.

Eccellenze italiane nel mondo

«È un orgoglio per il Giro d’Italia annunciare la nascita della Food Stage che quest’anno sarà abbinata a una delle eccellenze italiane nel mondo, il Parmigiano Reggiano», ha spiegato Matteo Mursia, sales and partnership director di RCS Sport (che organizza la Corsa Rosa). «Nel percorso del Giro d’Italia 2022 la tappa dedicata al cibo sarà la Sant’Arcangelo di Romagna-Reggio Emilia. E non poteva essere altrimenti visto che la sede del Consorzio Parmigiano Reggiano si trova proprio nella città del Tricolore, dove nacque la bandiera italiana nel 1797». Un incontro tra due eccellenze del made in Italy (la gara ciclistica è seguita nel mondo da 700 milioni di persone) che ha come scopo raccontare un territorio e il suo rapporto simbiotico con il formaggio che produce.

Latte crudo appena munto

Far scoprire le origini del Parmigiano Reggiano è particolarmente importante per il suo consorzio, ha raccontato il brand consultant Pietro Rovatti, anche per contrastare il fenomeno dei cibi italiani contraffatti all’estero. «In Canada per ogni forma di Parmigiano Reggiano ne vengono vendute quindici di fake Parmesan, fatti con latte in polvere e polvere di cellulosa», ha spiegato. Prodotti molto diversi dal formaggio stagionato che arriva dalle zone deputate dell’Emilia-Romagna, fatto con latte crudo non pastorizzato. «Anche la produzione del Parmigiano Reggiano nasce con una corsa. Dalla fase della mungitura non devono passare più di due ore per portare il latte al caseificio. Una corsa per non far scendere la temperatura del latte oltre una determinata soglia e mantenere vivi tutti i componenti essenziali per creare un prodotto di qualità superiore», ha spiegato Rovatti.

«Il Giro rappresenta l’Italia»

Anche lo chef Morelli, che per la presentazione ha reinterpretato tre ricette dei territori attraversati dal Giro usando il Parmigiano Reggiano, ha ammesso di essere un fan dal Parmigiano Reggiano fin da piccolo. «Sono figlio di fattori, le mucche sono parte della mia infanzia», ha commentato. «Il Giro è un momento importante per l’Italia perché permette di rappresentare quello che siamo noi veramente come Italia». Creando una vetrina che unisce sport, turismo, territorio ed enogastronomia.

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, 2022-04-15 13:57:00, Dopo la «Wine Stage», debutta la «Food Stage». Per raccontare le origini di un formaggio che all’estero subisce spesso contraffazioni, Federica Maccotta

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