Il docente e scrittore Andrea Maggi, celebre per aver partecipato al programma Rai Il Collegio, ha parlato di violenza sulle donne e differenze di genere, portando come esempio le differenze di trattamento tra insegnanti di sesso maschile e femminile.
“Quando sentiamo in televisione notizie brutte come l’omicidio di Giulia Cecchettin speriamo sempre sia l’ultima volta che sentiremo parlare di cose così tragiche e invece non è mai l’ultima. Una volta per tutte, riflettiamo affinché non accada più e su come educhiamo i nostri giovani”, ha esordito in alcune storie Instagram, come riportato da RaiNews.
“Chiediamoci perché quando in un’aula di scuola entra un professore gli studenti stanno buoni mentre quando entra una professoressa gli studenti si sentono liberi di poter fare quello che vogliono e tutt’al più se lei sbraita sarà perché è isterica oppure ha le sue cose. Chiediamoci perché abbiamo abbandondato i classici e quanto invece potremmo imparare dai classici a proposito di parità di genere”, ha concluso, facendo un paragone. Ma è davvero così?
Educazione alle relazioni? Secondo Sgarbi bastano le materie curriculari
Secondo il critico d’arte Vittorio Sgarbi bisognerebbe concentrarsi di più sulle materie curriculari, soprattutto quelle artistiche: “Credo che la scuola possa avere dei compiti importanti se espleta le funzioni di far capire la sostanza del pensiero. Studiare bene Renzo e Lucia dei Promessi Sposi è più educativo rispetto a educare a comportamenti e principi che diventano poi quasi delle forzature”.
“Credo sia importante avere dei modelli, che la letteratura e l’arte ci indicano. Quei modelli sono dentro di noi. Mio padre e io siamo stati sostenuti dalla bellezza della poesia, è come se si avesse una gentilezza che viene dalla meraviglia di quelle parole e di quelle immagini”, ha aggiunto, parlando di modelli di vita.
Violenza sulle donne, il progetto di Valditara
Oggi, mercoledì 22 novembre al Senato i ministri dalla Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e della Cultura Gennaro Sangiuliano hanno presentato in conferenza stampa le iniziative rivolte al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne.
Ecco le parole di Valditara: “Questo progetto prende l’avvio non dai recenti fatti di cronaca, ma prende le mosse dagli eventi della scorsa estate, come lo stupro di Palermo e Caivano. E prende le mosse dalla mia volontà di dire basta ai residui di cultura maschilista. Il fatto che la donna debba subire quotidianamente vessazioni è inaccettabile. Proprio per questo mi è venuta in mente l’idea di creare gruppi di discussione nelle scuole. La scuola si occupa del fenomeno culturale, il maschilismo ancora imperante che si manifesta in tante situazioni della vita quotidiana, basta pensare agli apprezzamenti non voluti per strada”.
“L’idea è stata quella di creare un gruppo di lavoro e una consultazione ampia con varie parti. Abbiamo steso indicazioni che oggi ho firmato e che invierò alle scuole. Il progetto si chiama ‘Educare alle relazioni’ e si basa sul progetto ‘Educare al rispetto’ del 2015. Per la prima volta si fa un esperimento di questo tipo in Italia, la prima volta in cui si affronta di petto il maschilismo”.
“Chi sono i destinatari? Il progetto si sviluppa sul piano dell’Educazione Civica, c’è un invito di fare entrare la cultura del rispetto in tutti gli insegnamenti. Poi c’è il progetto specifico per le scuole secondarie di secondo grado che si articola con gruppi di discussione, con il coinvolgimento degli stessi studenti, che saranno informati delle conseguenze penali in cui si incorre dopo certi comportamenti. I gruppi possono fungere da supporto. Importante è l’aspetto della prevenzione”.
“I docenti svolgeranno la funzione di moderatori. I moduli di discussione saranno di trenta ore. I gruppi potranno essere supportati da esperti qualificati. Ho firmato un’apposita direttiva ministeriale. Ogni scuola avrà un docente referente. Ogni classe avrà un docente moderatore”.
“Il Forum nazionale Associazione dei Genitori avrà un ruolo importante: accordare il progetto con osservazioni migliorative da parte dei genitori. All’Ordine degli Psicologi chiederemo aiuto per la formazione dei docenti, per la loro assistenza e per il monitoraggio conclusivo”.
“Il Ministero garantisce il supporto alle scuole e la scuola sarà tenuta, al termine del progetto, a fare una relazione sulle migliori pratiche. La nostra intenzione è realizzare presidi territoriali psicologici al servizio delle scuole che dovremo progettare con l’Ordine degli Psicologi. Indire si occuperà della formazione. Questa attività è extracurriculare e verrà finanziata da 15 milioni di euro di fondi Pon”.
“Il progetto si svolgerà in orario extracurriculare perché avremmo altrimenti dovuto togliere ore a materie curriculari. Nelle ore curriculari c’è l’ora di educazione civica. Il progetto parte con adesione facoltative delle scuole, dopo la sperimentazione capiremo se renderla obbligatoria. Provvisoriamente il progetto nasce solo nelle scuole superiori”.
Ddl violenza sulle donne, Roccella: “Uomini protagonisti del cambiamento”
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