Giulia e Alessia Pisanu, travolte dal treno a Riccione: quel legame inscindibile e la passione per il ballo

Giulia e Alessia Pisanu, travolte dal treno a Riccione: quel legame inscindibile e la passione per il ballo

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di Agostino Gramigna

La più grande scriveva: penso che lei sia la mia ragione di vita

Erano la gioia del papà, Pier Paolo Pisanu, titolare di un’azienda di traslochi e autotrasporti. Le ha sentite l’ultima volta al telefono, sabato sera. «Tutto bene?». Le figlie Alessia e Giulia, 15 e 16 anni, erano in vacanza. Erano a Riccione. Città che conoscevano bene. Ci andavano appena potevano. Amavano ballare, amavano la musica sparata delle discoteche della Riviera. Ignare del fatto che il destino aveva scritto per loro un copione beffardo: la fine della loro vita (un treno che le ha travolte) ha probabilmente coinciso con la fine di una nottata passata a ballare.

Alessia e Giulia erano appena uscite da una discoteca. Erano le sei e quaranta di ieri mattino quando il Frecciarossa le ha investite alla stazione di Riccione mentre attraversavano i binari. Un paio di stivali, un cellulare, uno spolverino verde e ciò che restava di due corpi dilaniati: è lo scenario di una grande tragedia che ha lasciato sotto choc un’intera comunità. La casa, una villetta. Con giardino. Alessia e Giulia vivevano lì con i genitori e una sorella più grande a Castenaso, un comune in provincia di Bologna. Il papà Pier Paolo Pisanu (ma le figlie si facevano chiamare Pisano), non si dà pace. Non ce la fa. Chi lo ha visto ne parla come di un uomo assente. Spezzato. Costretto a vedere il video degli ultimi istanti delle loro figlie riprese dalle telecamere della stazione. Ancora insieme. Qualche istante prima di morire. Del resto Alessia e Giulia hanno condiviso tutto nella loro vita. Sempre.

«Una sorella come migliore amica», amava scrivere su Instagram Giulia, la più grande. Giulia: un bel viso contornato da capelli lisci, neri. Descritta come solare, aperta, affabile. A differenza della sorellina, più introversa. Come molti adolescenti Giulia aveva un profilo su Instagram e TikTok. Postava storie come si costruiscono sui social, filmati dove non si fa niente di speciale se non mostrare la propria immagine, la propria identità composta di video sulla musica del cuore (Gunna, Tedua, di Jake La Furia), di luoghi di vacanza (scatti in Sardegna di fine giugno), di piccoli pensieri. Insomma la vita di un’adolescente. Inscindibile da quella di Alessia, il suo grande amore. «A volte — scrive in un post — credo che mia sorella sia la mia unica ragione di vita». Giulia doveva compiere 17 anni a settembre; Alessia, che frequentava il liceo artistico a Bologna e giocava a calcio in una squadra femminile, era di due anni più piccola.

Il paese di Castenaso è in lutto. Gli amici non riescono a farsene una ragione. Il dolore. Davanti alla casa dove vivevano, la villetta con giardino, ieri c’erano i carabinieri. Sono andati a portare la notizia al padre. Che si è precipitato a Riccione per identificare i corpi. Uno strazio. «Ci è arrivata la conferma che non avremmo mai voluto — ha scritto sul sito del Comune di Castenaso il sindaco Carlo Gubellini —. Le due giovani sorelle travolte da un treno a Riccione sono, purtroppo, nostre concittadine. Siamo senza parole davanti a questa tragedia così difficile da capire e da accettare e proviamo un dolore incolmabile. Giulia e Alessia, che la terra vi sia lieve. Siete volate via troppo presto».

Il sindaco conosceva il papà. «Una brava persona, un gran lavoratore. Conosco tutti i miei ragazzi qui, il paese non è grande, la comunità è forte». Conosceva di vista anche le ragazzine. «Le incontravo ogni tanto per strada. I ragazzi hanno i loro luoghi d’incontro, si frequentano in gruppi di nove, dieci persone. Mi davano l’impressione di due ragazzine spensierate come possono esserlo a quella età. Hanno fatto la scuola a Castenaso fino alle medie perché da noi non ci sono le superiori». Non è stato facile risalire all’identità delle due ragazze. L’unico indizio, un cellulare danneggiato intestato ad una ditta di traslochi. Da lì è stato possibile rintracciare il papà. Costretto a riconoscere i pochi resti delle figlie.

1 agosto 2022 (modifica il 1 agosto 2022 | 07:30)

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, 2022-08-01 05:30:00, La più grande scriveva: penso che lei sia la mia ragione di vita , Agostino Gramigna

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