Giuseppe Conte: «Renzi e Meloni fanno la guerra ai poveri. Reddito di cittadinanza? Giustizia sociale»

Giuseppe Conte: «Renzi e Meloni fanno la guerra ai poveri. Reddito di cittadinanza? Giustizia sociale»

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Giuseppe Conte, se l’aspettava di trovarsi così in alto nei sondaggi? Il cosiddetto terzo polo, stando ai numeri, in realtà è il Movimento 5 Stelle. «Non abbiamo mai dato troppa importanza ai sondaggi, credo che il vero “termometro” siano le persone che sto incontrando in giro per l’Italia. Sentiamo un entusiasmo che cresce di giorno in giorno, i cittadini apprezzano la serietà delle nostre proposte e la coerenza che abbiamo dimostrato nel mantenere gli impegni presi». I critici sostengono che la vostra forza è quella di essere rimasti gli unici a difendere il reddito di cittadinanza, facendo capire in qualche modo che si tratta di voto di scambio. Che cosa risponde? «Sono accuse vergognose, specie se rivolte a un Movimento che ha fatto approvare la legge sul voto di scambio politico-mafioso. Con l’aumento dei costi dell’energia, si sono moltiplicate le famiglie che non arrivano a fine mese e che devono scegliere se fare la spesa o pagare le bollette. Politici come Renzi e la Meloni, con i loro stipendi da parlamentari, vogliono togliere a queste famiglie uno strumento per far fronte ai bisogni essenziali. Io questa guerra ai poveri la trovo indecente, specie se arriva da persone come Renzi che fa affari con il regime saudita. Aggiungo una cosa: ha visto la Germania? In questi giorni il loro sistema di sostegno ai poveri è stato rafforzato sul modello del nostro reddito di cittadinanza». Sia sincero: il reddito di cittadinanza in questi anni ha funzionato davvero? O più che aiutare a trovare lavoro, ha di fatto agevolato la diffusione del lavoro nero? Non si è trasformato in molti casi in assistenzialismo puro? «Il reddito ha salvato un milione di persone dalla povertà ed è un risultato di cui andiamo orgogliosi. Due beneficiari su tre non possono lavorare, mentre il 50 per cento del restante terzo lavora e il reddito va a integrare stipendi bassissimi. Questo non è assistenzialismo, si chiama giustizia sociale, un principio che una forza progressista come la nostra deve tutelare sempre». Va lasciato così com’è, o va modificato? «Il reddito di cittadinanza è una misura che abbiamo già migliorato e dobbiamo continuare a farlo, ma qualcuno ci deve spiegare: per quale motivo i governatori delle Regioni non assumono personale per i centri per l’impiego? In tre anni le Regioni hanno fatto solo il 30% delle assunzioni che avevamo previsto nel 2019, eppure i soldi ci sono, solo nel governo Conte I stanziammo un miliardo per questo». La scelta di far cadere il governo Draghi: col senno di poi, non si è pentito di aver accelerato i tempi della fine della legislatura? «Davvero qualcuno crede che se fossimo andati a votare a marzo, le condizioni sarebbero state differenti da oggi? Avremmo avuto a che fare con la crisi economica e la pandemia energetica anche a marzo. La verità è che abbiamo chiesto a Draghi misure urgenti per famiglie e imprese e non abbiamo ricevuto risposte. Almeno dalla sua ultima conferenza stampa di due giorni fa ci saremmo aspettati parole di verità, almeno ammettere che sul tetto al prezzo del gas c’è stato un fallimento dell’Europa e invece nulla». Ha ragione chi sostiene che il M5S negli anni di governo si è snaturato? «Al governo abbiamo realizzato l’80% del programma: Reddito di cittadinanza, Spazzacorrotti, abolizione dei vitalizi, decreto dignità. Non abbiamo mai tradito gli impegni presi con gli elettori nel 2018 e siamo sempre rimasti fedeli ai nostri principi e valori». E ha ragione chi sostiene che la decisione di far cadere il governo è dipesa anche da una ricerca di consenso all’interno di un Movimento che si stava dividendo? «Siamo persone serie, abbiamo sempre detto di voler sostenere il governo Draghi per fare gli interessi dei cittadini, non i nostri o quelli del nostro partito. Ripeto, per mesi abbiamo segnalato che c’erano problemi urgenti e la risposta sono stati interventi inadeguati e non sufficienti. E oggi paghiamo le conseguenze di questo ritardo». All’inizio della campagna elettorale, la sua posizione era quella di concedere qualche deroga sul doppio mandato, almeno per gli esponenti di maggior peso nel Movimento. Poi si è convinto, o è stato convinto, che non fosse il caso di insistere. Oggi gli analisti sostengono che questa decisione abbia «ripulito» il Movimento e che la crescita di consensi sia dipesa proprio da questo. È così? «Non permetto che si parli in questi termini di persone che hanno fatto la storia del Movimento, che hanno dato tanto al Paese e che continuano a dare ancora oggi un contributo in modo del tutto disinteressato. Sono persone, come Alfonso Bonafede visto che siamo a Firenze, che continueranno a essere preziose per il Movimento. Se siamo una forza credibile è anche grazie a loro, che hanno fatto un passo indietro per rispettare la regola che ci siamo dati». Quanto e come è cambiato Giuseppe Conte da quando era presidente del Consiglio in tempi difficili di Covid a oggi, leader di partito? «Sono sempre lo stesso: come ai tempi della pandemia e dei 209 miliardi ottenuti in Europa per l’Italia, continuo a intendere la politica come servizio ai cittadini e lavoro per il bene del Paese. Con questo spirito vogliamo introdurre in Italia il salario minimo legale, combattere il precariato e abolire stage e tirocini gratuiti, stabilizzare il Superbonus per puntare all’efficientamento energetico». La frattura con Letta e il Pd, la fine del campo largo e degli accordi giallorossi, è definitiva? Oppure il 26 settembre, in caso di vittoria del centrodestra, vi troverete e concorderete una strategia comune? «Con questi vertici del Pd non c’è più spazio per dialogare. Hanno mandato all’aria e rinnegato un percorso che aveva dato buoni frutti, sacrificandoli sull’altare di una fantomatica Agenda Draghi». In Toscana, uno dei punti chiave della campagna elettorale è sul rigassificatore a Piombino, che rischia di essere una mina sul percorso di vari candidati. Il M5S si è detto contrario, ma la crisi energetica richiede risposte rapide. Voi che cosa avete in mente, in alternativa? «Siamo favorevoli ai rigassificatori galleggianti temporanei, ma il sito in cui realizzarli non può essere Piombino, una città che già da decenni vive una situazione complessa e attende ancora un piano di bonifica. Noi puntiamo tutto sulle fonti rinnovabili. Qui in Toscana si può fare molto soprattutto con il fotovoltaico e, in particolare, l’agrovoltaico». Lo stesso problema si presenta sull’aeroporto di Firenze, che vede divisioni anche all’interno degli stessi partiti. O la Tav. Sulle infrastrutture il M5S come si pone? «Siamo favorevoli alla realizzazione dell’Alta velocità Firenze-Pisa Aeroporto che scongiura definitivamente il progetto della nuova pista di Peretola; siamo per il raddoppio della linea ferroviaria Empoli-Siena e per il completamento del raddoppio sulla Firenze-Pistoia-Lucca. Diciamo sì alle infrastrutture, purché sostenibili e fatte nell’interesse della popolazione locale». Si sente davvero l’unico leader progressista sulla piazza? Letta l’ha accusata dicendo che «il progressismo non si compra al supermercato, Conte non è credibile come portabandiera di quei valori». «Progressista è chi il progressista fa. Saranno i cittadini a decidere, fossi in Enrico Letta smetterei di prenderli in giro e di dare patenti di legittimità a destra e a manca, e ne avrei più rispetto». Per quale motivo gli indecisi dovrebbero scegliere di votare il M5S? Provi a convincerli con una frase. «Loro possono decidere che Italia ci sarà dopo il 25 settembre. Scegliendo il Movimento avranno la garanzia di essere rappresentati da una forza che lavora nel solo ed esclusivo interesse dei cittadini, mai per potentati economici e finanziari». La legge elettorale, comunque vada il voto, probabilmente vi obbligherà all’opposizione: semplificando, un elettore del M5S non vincerà le elezioni. Che cosa risponde a chi come Letta si appella al «voto utile»? «Il voto utile è un grande inganno, perché quello che conta è il voto giusto. E voto giusto significa un voto per una forza, come il Movimento 5 Stelle, affidabile e coerente, che mantiene gli impegni presi». Che Italia spera di trovare il 26 settembre? «Un’Italia in cui si respiri aria di cambiamento, dove i giovani, i lavoratori e gli imprenditori non garantiti vengano finalmente prima di chi ha già tanto». LEGGI ANCHE LE ALTRE INTERVISTE AI LEADER La newsletter Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Firenze iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Fiorentino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 18 settembre 2022 | 08:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-18 06:07:00, Il leader del Movimento 5 Stelle: «Caduta governo Draghi? Abbiamo chiesto misure urgenti, non abbiamo ricevuto risposta. Tav Pisa-Firenze sì, stop a Peretola»,

Pietro Guerra

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